Favorire la concentrazione imparando a gestire l'ansia

Ansia, ostacolo o risorsa? Dipende se siamo noi a governare lei o è lei che controlla noi. Gestire l’ansia da prestazione utilizzando strategie psicologiche o sostanze naturali migliora la concentrazione.

Ansia da prestazione

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L’ansia è uno stato psicofisico che predispone il nostro organismo a una reazione di allerta in vista di un imminente pericolo. Questa componente anticipatoria è ciò che la rende un potenziale alleato o un temibile nemico delle nostre performance. 

 

È fondamentale imparare a gestire l’ansia affinché possa darci quel pizzico di “adrenalina” necessario a focalizzare la concentrazione, senza prendere il sopravvento e paralizzare la nostra mente.

 

Ansia e mancanza di concentrazione

Immaginiamo un musicista che sta preparando un concerto, il suo studio e le sue capacità tecniche sono impeccabili ma l’ansia dell’esibizione rischia di giocare brutti scherzi sottodimensionando il suo rendimento e paralizzandolo nel mezzo dell’esecuzione se mai dovesse commettere il minimo errore. Perché accade questo?

 

Immaginiamo la mente del nostro musicista come una torta divisa in varie fette: ognuna corrisponde alla quantità di energie mentali che egli ha a disposizione per una certa categoria di pensieri. Una di queste è senza dubbio la musica, ma non è la sola. 

 

Probabilmente già durante lo studio varie “porzioni” della sua mente saranno occupate dalle possibilità di successo o fallimento dell’esibizione che sta preparando, dalle occupazioni cui dovrà dedicarsi appena finito di studiare o da altre questioni in sospeso. 

 

Lo stato ansioso fa sì che una gran parte delle sue energie psichiche vengano utilizzate per anticipare eventuali problemi e che alla concentrazione sullo studio della musica rimanga solo un piccola fetta.

 

In altre parole: se l’ansia è sproporzionata per intensità a/o durata nel tempo (arriva troppo presto o si prolunga troppo oltre) diventa disfunzionale e può comportare mancanza di concentrazione.
 

Le tecniche di rilassamento per ridurre l'ansia da prestazione

L’ansia non identifica e non è correlata necessariamente a un pericolo concreto, ma è un prodotto della mente. Per ridurla e gestirla in modo efficace il primo strumento è proprio la nostra mente: non siamo vittime passive dei nostri stati mentali ma possiamo imparare a riconoscerli, gestirli e padroneggiarli. 

 

Le tecniche di rilassamento (Training Autogeno, Rilassamento Muscolare Progressivo e altri) aiutano a ridurre le forme d'ansia. Queste tecniche, pur diversissime l’una dall’altra, hanno in comune un elemento trasversale: partono dal corpo per arrivare alla mente. 

 

Non dobbiamo dimenticarci che mente e corpo sono intimamente legati: i nostri stati emotivi, compresi gli stati ansiosi, non si esprimono solo attraverso la psiche ma si riflettono anche in precise reazioni fisiologiche

 

L’ansia da questo punto di vista può dar luogo a reazioni somatiche a prima vista anche piuttosto inquietanti: il respiro e il battito cardiaco accelerano, le mani sudano, i muscoli degli arti sono fortemente contratti, forse qualcuno avvertirà anche sgradevoli morsi allo stomaco o forti emicranie

Il rischio è che si instauri una sorta di circolo vizioso dove l’allarme suscitato da queste reazioni fisiche aumenta lo stato ansioso che a sua volta peggiora la sintomatologia fisica in un’escalation che ingravescente.

 

Le tecniche di rilassamento rieducano la persona ad accedere ad uno stato di rilasciamento muscolare e di riequilibrio delle varie funzioni corporee interrompendo il circolo vizioso e portando calma e rilassamento mentale (non è solo la mente ad influenzare il corpo ma anche viceversa). La cosa più utile, dopo aver appreso queste tecniche sotto la guida di un professionista esperto, è farvi ricorso in maniera sistematica e “preventiva” integrandole nella propria quotidianità.  

 

Il cannabidiolo per migliorare la concentrazione

L’alimentazione e la fitoterapia ci offrono diversi spunti per favorire la concentrazione: il triptofano con le vitamine del gruppo B svolge un’importante funzione per la produzione di serotonina e la regolazione del tono dell’umore. Alcuni fitoterapici, come camomilla tiglio e melissa, svolgono un’importante azione calmante sul sistema nervoso e sono per questo dei “must have” di molte tisane e integratori erboristici.

 

Recentemente, la ricerca ha evidenziato anche il beneficio di alcune sostanze di “ultima generazione” fra cui il cannabidiolo (CBD), una sostanza derivata dalla pianta di canapa, da non confondere con il tetraidrocannabinolo (THC), la sostanza illecita nota per i suoi effetti psicotropi.

 

Alcuni studi sperimentali condotti sull’uomo sembrano proporre risultati promettenti riguardo l’efficacia del CBD nella cura dei disturbi d’ansia, dei problemi legati al sonno e di una serie di altri disturbi psichiatrici (Blessing et al., 2015; Crippa et al., 2018; Shannon et al., 2019). 

 

Possiamo dunque prenderci cura da varie angolazioni del nostro benessere e dei nostri stati mentali e per far questo abbiamo a disposizione differenti risorse che, se utilizzare in sinergia e in appropriatezza, possono “fare la differenza” e aiutarci ad essere al meglio di noi stessi.

 

Bibliografia
Blessing E.M., Streenkap M.M., Manzanares J. & Marmar C.R. (2015). Cannabidiol as a Potential Treatment for Anxiety Disorders, Neurotherapeutics, 12(4):825-36.
Crippa J.A., Guimarães F.S., Campos A.C. & Zuardi A.W. (2018). Translational Investigation of the Therapeutic Potential of Cannabidiol (CBD): Toward a New Age, Front Immunol, 9:2009.
Shannon S., Lewis N., Lee H. & Hughes S. (2019). Cannabidiol in Anxiety and Sleep: A Large Case Series, Perm J, 23:18-041.