Effetto Google e amnesia digitale

Ricercare un'informazione o la conferma di un concetto online ha modificato il nostro modo di memorizzare: la conseguenza della vasta presenza della tecnologia nella vita quotidiana è risorsa o limite?

Effetto Google e amnesia digitale

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©Antonio Guillem / 123rf.com

Molte persone probabilmente ricorderanno il proprio numero di casa di quando erano bambini, il numero della casa dei nonni, un indirizzo importante. Queste stesse persone però forse non ricorderanno il numero di telefono del proprio partner, degli amici o dei figli. Un tempo, se non si ricordava un contatto, lo si andava a cercare sulla cara vecchia rubrica telefonica, un gesto che richiedeva tempo e la possibilità di accedere ad essa, oppure si itigava il dubbio rivolgendosi ad altri membri della famiglia o chi ci era accanto.

 

Oggi tutto questo è cambiato e basta un click per recuperare un contatto registrato oppure cercare una nozione necessaria. Insomma, tanto c’è il telefonino oppure “Google conosce sempre tutto e darà ogni risposta”.

 

L’introduzione della tecnologia e la sua diffusione nella vita quotidiana ha fatto in modo che vi sia una riduzione della memorizzazione di informazioni, poiché sappiamo che, tanto, le possiamo facilmente reperire. Gli studiosi parlano di Effetto Google e Amnesia Digitale (derivante anche dall'utilizzo dei social network) e potrebbero contribuire tra le cause della perdita di memoria nella popolazione. 

 

Cos'è l'Effetto Google

L’effetto Google è stato definito in prima battuta da Sparrow e colleghi nel 2011 e consiste nella tendenza a dimenticare o non memorizzare le informazioni che sappiamo possiamo reperire sul web. 

 

Google quindi, e con esso tutto il mondo di Internet, diventa una sorta di memoria transattiva, ovvero esterna in cui andare a ricercare le informazioni che non conosciamo o, che ci siamo dimenticati. Capita spesso che le persone ricerchino su internet cose che già conoscono, al fine di verificarne l’esattezza. 

 

Se un tempo si ricercavano conferme o nuove nozioni nel gruppo famigliare o nel piccolo contesto di vita, oggi le conoscenze sono globali e ognuno sa di poter contare su una vastità di utenti, siti, persone nel mondo a cui chiedere quello che serve. Si crea così quella che viene definita Memora Transazionale digitale ovvero la conoscenza estesa e la consapevolezza di ogni persona di dove e da chi andare a cercarla, solitamente nel web. 

 

Cos'è l'Amnesia digitale

Leggermente differente, seppur spesso usata come sinonimo dell’Effetto Google, è l’Amnesia Digitale. Termine coniato da un’agenzia di sicurezza informatica, Laboratorio Kaspersky, che ha condotto recentemente una ricerca sul livello di dipendenza e impatto della tecnologia sulla vita quotidiana. 

 

I ricercatori hanno osservato che tra gli intervistati circa il 70% non conosce il numero di cellulare dei propri figli e il 49% quello del partner, affermando quindi che circa il 90% delle persone soffre di amnesia digitale.  Essa consiste nel dimenticare le informazioni, affidando la memorizzazione delle stesse ai dispositivi. Pertanto, non si fa più lo sforzo di tenere a mente un contatto, perché tanto lo posso reperire sul dispositivo a portata di mano creando appunto una dimenticanza o amnesia, causata dal digitale. 

 

Questo pare accada anche con le immagini, quindi si ricorda meno quello che si osserva se mentre si fanno fotografie per, appunto, affidare la memoria ad altro. 

 

Nuovo modo di memorizzare

A primo impatto queste due nuove condizioni sembrano essere evidenze dei danni che la tecnologia ha sul processo cognitivo e di memorizzazione, e più in generale quindi si può ipotizzare un rallentamento cognitivo e riduzione delle abilità. 

 

Tuttavia, è forse necessario adoperare un cambiamento di pensiero e prospettiva. Se da un lato può essere vero che il continuo affidare il proprio ricordo al mondo del web e ai dispositivi può ridurre il proprio sforzo di memoria, dall’altro è pur sempre vero che cambia quello che dobbiamo ricordare

 

Dal ricordo delle informazioni passiamo al memorizzare come e dove reperirle, i passaggi da fare, le app da utilizzare, le parole chiave da inserire, il nome con cui abbiamo registrato il contatto. Molti studiosi hanno infatti osservato come gli effetti di Google sulla memoria siano una conseguenza necessaria e, potenzialmente adattiva, al mondo che cambia e che richiede la memorizzazione di una grande quantità di informazioni, in cui vi sono scambi più rapidi, necessità di risposte immediate e contatti estesi e multipli. 

 

Il nostro cervello si è adattato al nuovo modo di vivere ed interagire e, se da un lato le nuove tecnologie sono viste come un danno e una riduzione di capacità, va considerato l’effetto positivo e il miglioramento che esse hanno introdotto nella vita quotidiana

 

Dobbiamo imparare e ricordare come usare il dispositivo, come esso può essere funzionale al nostro lavoro, ricordare di rispondere rapidamente a tante richieste e così via. La possibilità di affidare parte della nostra memoria ai dispositivi è in realtà solo uno strumento per sgravare le risorse cognitive a disposizione, e utilizzarle per processi più complessi. Se in fondo ci pensiamo anche un tempo si scrivevano i numeri sulla rubrica, si chiedeva ai propri cari o si sfogliavano enciclopedie…sole le informazioni a si era sottoposti erano meno e meno frequenti

 

Oggi è tutto più rapido e più rapido deve necessariamente essere anche il processo di risposta dell’individuo.  Altri ricercatori sostengono che l’effetto Google e l’amnesia digitale siano un danno estremo. Insomma, il dibattito è ancora molto accesso, quello che è certo è che le tecnologie sono una parte importante delle nostre vite e quello che è fondamentale è l’uso che si fa e lo scopo.