La solitudine dei freelance (che nuoce alla salute)

La solitudine è uno dei maggiori disagi vissuti dai lavoratori freelance: tra svantaggi e vantaggi, ecco a cosa deve stare attento il libero professionista.

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In una società sempre più globalizzata e tecnologica dove le relazioni e i contatti con la clientela passano spesso da canali mediatici e fortemente lontani dalle classiche relazioni vis a vis, la figura del freelance sta prendendo piede in molte categorie lavorative.

Il freelance è nello specifico un professionista che ha solitamente conseguito una formazione specifica e/o acquisito delle competenze e decide di mettersi in proprio e lavorare per differenti clienti, realtà, aziende, datori di lavoro, committenti, ecc. La caratteristica specifica del freelance è che spesso lavora anche da casa o comunque da solo, lontano dalla clientela o committenza, gestendo la maggior parte dei rapporti per telematica e con scarsi o nulli contatti con colleghi. 

 

Svantaggi del freelance: la solitudine

Il Loneliness Index 2020, sondaggio condotto sul territorio americano, ha reso noto che circa il 61 % dei 10.400 lavoratori freelance considerati, dichiara di sentirsi solo. Questi dati fanno riflettere e attivano una serie di riflessioni sulla condizione vissuta dai liberi professionisti e specialmente di coloro che lavorano specialmente da casa o in studio in piena autonomia, mantenendo contatti e soddisfacendo richieste da differenti clienti o datori di lavoro.

La solitudine vissuta sembra derivare specialmente dall’impossibilità di confrontarsi con colleghi su questioni lavorative, che è invece ritenuta estremamente importante per risolvere dubbi, incrementare le conoscenze, le idee, le proposte e le opportunità di crescita e di lavoro. Inoltre, si perde la condivisione di momenti di pausa, esperienze, vissuti, pensieri e idee relative alla realtà e quindi di possibili relazioni e legami.

Questa condizione può in alcuni casi portare ad ansia, umore negativo e alti livelli di stress con ripercussione sul benessere dell’individuo a trecentosessanta gradi.

La sensazione di solitudine è per alcuni qualcosa di piacevole e con cui si sa convivere, spesso molti la ricercano assiduamente e la vivono con piacere, tuttavia non per tutti è così, specialmente se non è scelta per pochi istanti ma pervade per la maggior parte del tempo e se a complicare lo stato d’animo subentrano molti altri fattori.

 

Svantaggi del freelance: molto accanto alla solitudine

Accanto alla solitudine molte sono le condizioni che i freelance lamentano come difficoltose e causa di malessere. L’essere attivo su più fronti, in più contesti e con più clienti comporta anche il dover gestire molte richieste contemporaneamente e spesso tempestivamente, con alti livelli di carico lavorativo e tensione.

Questa condizione inoltre determina spesso l’assenza di orari di lavoro, con il cellulare che squilla a tutte le ore, mail e messaggi a non finire a cui i mittenti si aspettano una risposta rapida, se non immediata. Insomma quello che è richiesto è una grande flessibilità. Il non avere orario crea sicuramente disagio nella conduzione della vita privata e famigliare poiché è difficile individuare un limite, che sia anche solo un orario in cui uscire dal luogo di lavoro (anche se spesso non è garanzia) che delimita professione e vita personale.

Ancora, anche se la lista per alcuni potrebbe continuare, la precarietà, o meglio l’assenza di certezze rispetto ai pagamenti e alle entrate economiche, così da rendere complessa la pianificazione e faticosa la gestione delle entrate e delle uscite.

Lo stress che tutto questo genera è sicuramento alto e spesso si ha la sensazione di non riuscire a controllare tutto e che qualcosa sfugga di mano, arrivando talvolta a difficoltà nel sonno, disagio e dolori fisici, senso di affanno, ansia, oppressione e alti livelli di nervosismo con ripercussioni anche sulla performance lavorativa.

 

Freelance: le note positive

Se gli aspetti negativi sembrano tanti è anche vero che ci sono molti vantaggi nell’essere uno freelance.

Il primo fra tutti è proprio il non avere orario perché è vero che richiede ampia flessibilità, ma è altrettanto vero che proprio questa flessibilità permette di prendersi dello spazio e del tempo per la gestione della quotidianità, strutturare liberamente il proprio orario di lavoro, gestire i figli e le faccende domestiche. Il rovescio della medaglia è l’avere un orario fisso di entrata e uscita, con richieste di massima diponibilità a nonni, zii, parenti o amici per la cura dei figli, corse impossibili e richiesta di permessi su permessi in caso di emergenza o anche solo per una visita medica. Insomma è forse difficile imparare a gestire al meglio il tempo, e magari gestire le telefonate e i clienti in modo funzionale e senza farsi sovrastare, però è possibile e in alcuni casi molto vantaggioso.

La solitudine può essere ridotta, creando ad esempio una rete di collaboratori a distanza con cui però scambiare opinioni, idee e risolvere dubbi. Oppure pensare di lavorare negli spazi adibiti al coworking in cui ci sono altri professionisti, con cui magari condividere la pausa caffè o scambiare qualche parola.

Altri aspetti importanti dell’essere freelance riguardano la possibilità di lavorare con differenti realtà e osservare le sfaccettature diverse e cogliere da ognuna qualcosa di interessante e funzionale per il proprio lavoro.

Pertanto se è vero che essere freelance per tanti è complicato e porta a disagi anche importanti, è importante cercare di comprendere cosa causa il malessere e cercare delle soluzioni alternative, comprendendo anche i vantaggi e gli aspetti positivi della possibilità di lavorare potenzialmente dove si desidera.