I nuovi lavoratori della Rete

I nuovi lavoratori della Rete sono la versione online del classico modo di intendere professioni e mestieri. Il libro di Giampaolo Colletti sui wwworkers ne traccia i profili: vediamo chi sono i nuovi protagonisti del mercato del lavoro online

I nuovi lavoratori della Rete

Eccoli: sono i nuovi lavoratori della Rete. Finiti i tempi in cui per lavorare era necessario recarsi ogni giorno in ufficio, una nuova categoria di professionisti ha cominciato a farsi strada: quella dei wwworkers, una sintesi di successo tra l’acronimo della Rete www e la parola inglese “lavoratori”. Più che una moda, una necessità, visto che il fenomeno si delinea timidamente a partire dal 2009, proprio a seguito della crisi economica. Ma chi sono di preciso i wwworkers?

 

Una mappa è stata tracciata nel libro di Giampaolo Colletti Wwworkers: i nuovi lavoratori della Rete. “Mi ero dato un anno di tempo - spiega sul sito l’autore che per primo ha coniato il termine wwworkers - per studiare il fenomeno, per definire i profili, per capire cosa stesse accadendo. Erano i primi giorni di gennaio 2010 e di lì a breve avrei raccolto le storie di gente comune divenuta per necessità o per piacere wwworkers”. Sì, perché a cimentarsi con il lavoro svolto esclusivamente sul web sono anche i professionisti che, a un certo punto della loro vita, decidono di abbandonare il posto fisso - magari pure ben retribuito - per reinventarsi un mestiere in cui sentono di vivere più a loro agio, secondo una reale corrispondenza con le loro intime aspirazioni. Inutile dire che in questi casi a fare da protagonista è proprio il coraggio di rischiare.

 

Nuovi lavoratori della Rete: esempi di wwworkers

I nuovi lavoratori della Rete saranno forse destinati ad aumentare, pur essendo oggi già tantissimi, e a seguire la strada tracciata da persone come Franco Zullo che, all’età di cinquant’anni, abbandona il suo lavoro da manager in un’azienda di telefonia mobile per aprire una lavanderia online con servizio a domicilio in tutto l’hinterland milanese. O ancora come Alessandro Carenza, venticinque anni, che pure rassegna le dimissioni dalla multinazionale alimentare presso cui lavorava con contratto a tempo indeterminato per diventare dog-sitter online e istruttore cinofilo. A dimostrazione di come non è mai troppo tardi, né troppo presto, per inseguire le proprie passioni. Tra le professioni più “gettonate” per i lavori da remoto c’è naturalmente quello del blogger, del webjournalist e del buzzmanager, ma anche attività come l’animatore, l’attore e il ristoratore. Ovvio che per quest’ultime il web non rappresenta che un trampolino di lancio - certamente faticoso per i continui impegni in termini di web marketing che la promozione richiede -, in vista di quell’incontro “dal vivo” che ancora non può essere sostituito del tutto da internet.

 

Fonte immagine: Michele Mischitelli