Le diverse forme e le cause dell'Afasia

L’afasia è un disturbo neurologico causato da un danno cerebrale riguardante una o più aree deputate alla produzione e alla comprensione del linguaggio. Può manifestarsi in forma diverse e con diversi livelli di gravità.

Cause e forme dell'afasia

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L’afasia è un disturbo neurologico che va differenziato sia dai disturbi mentali associati a compromissione linguistica (disturbi del linguaggio, disabilità intellettiva, disturbi dello spettro autistico, mutismo selettivo, disturbi di natura isterica ecc.), sia da disabilità e disturbi relativi agli organi vocali (sordità, disartria ecc). 

 

Si tratta infatti di un disturbo derivante da un danno delle zone della corteccia cerebrale che controllano il linguaggio e che può comportare deficit sia nella produzione che nella comprensione del linguaggio.

 

 

 

Le afasie non sono tutte uguali

I pazienti afasici furono molto importanti per la storia della neurologia e dell’anatomia umana. Medici e neurologi in particolare, osservarono infatti che le afasie non erano tutte uguali: c’erano pazienti che sembravano conservare la capacità di parlare fluentemente, ma che producevano un linguaggio poco sensato con frequenti circonvoluzioni e deragliamenti e che sembravano incapaci di comprendere cosa loro venisse detto. 

 

D’alto canto c’erano anche pazienti afasici che mantenevano la capacità di comprendere le parole e il contenuto della comunicazione, ma che mostravano un gravissimo deficit nella produzione di fonemi e il cui lessico risultava assolutamente incomprensibile.

 

Fu studiando il cervello di questi pazienti che si scoprirono le due principali aree cerebrali deputate al controllo del linguaggio, aree che tutt’oggi sono denominate col nome dei loro scopritori: l’area di Broca e l’area di Werinike. La loro compromissione dava luogo a forme di afasia piuttosto diverse che rendevano ragione dell’eterogeneità riscontrata in questi pazienti. 

 

Coloro che avevano un danno relativo all’area di Broca erano in grado di comprendere ma non di parlare; chi invece aveva riportato un danno all’area di Wernike poteva mostrare un eloquio lessicalmente fluente ma privo di comprensione. Questa distinzione è in realtà piuttosto semplicistica, esistono molte forme “miste” di afasia e, in ogni categoria, possiamo trovare manifestazioni con gravità molto differenti fino a forme più globali e gravi di afasia. Tuttavia queste due grandi categorie permisero di comprendere le funzione di queste aree cerebrali e dunque la causa delle afasie.

 

Afasia di Broca

L’afasia di Broca è denominata anche afasia motoria o afasia espressiva, proprio perché, come si è detto, ad essere compromessa è a produzione del linguaggio. Questo disturbo fa parte della categoria delle afasie definite “non fluenti” proprio per questo motivo.  

 

Paul Pierre Broca era un antropologo, neurologo e chirurgo francese, egli arrivò a scoprire l’afasia e l’area cerebrale che da lui prendono il nome studiando un paziente afasico che era ricoverato nell’ospedale in cui lavorava. 

 

Nonostante la vicenda sia piuttosto nota nella storia della medicina, l’identità del paziente di Broca è stata svelata solo in tempi recenti. Si trattava di Louis Victor Leborgne, un piccolo artigiano di Parigi che aveva iniziato a manifestare problemi di linguaggio fin da ragazzo a seguito di un problema di epilessia fino a quando, intorno ai 30 anni, perse completamente la capacità di parlare e rimase in grado di pronunciare solo due sillabe, da cui il soprannome con cui è rimasto noto nella letteratura “Tan-tan”. Alla sua morte, nel 1861, Broca eseguì la sua autopsia proprio con l’obiettivo di riuscire a localizzare la causa del misterioso disturbo che aveva afflitto il pover uomo per gran parte della sua vita. 

 

Il resto, come si dice, è storia nota: grazie a questa vicenda Broca riuscì ad identificare una delle aree cerebrali relative al linguaggio, in particolare quella che controlla la corretta e fluente produzione di parole (quelle che il povero Leborgne, a causa della lesione cerebrale, non riusciva a pronunciare). 

 

I pazienti con afasia non fluente, e con afasia di Broca in particolare, possono produrre un linguaggio molto povero, elementare e a volte perdono del tutto la capacità di parlare arrivando fino al mutismo. Questa compromissione interessa anche il linguaggio scritto che può essere utilizzato solo riferendosi a regole grammaticali molto elementari.
 

Afasia di Wernicke

 

Questo disturbo prende il nome dal suo copritore, Carl Wernicke, che nel 1974 riuscì a identificare un’altra area cerebrale coinvolta nel linguaggio, non nella sua produzione, ma nella sua comprensione. I pazienti affetti da un danno in quest’area infatti risultavano capaci di produrre un linguaggio fluente, non erano monosillabici come il paziente di Broca, ma a differenza di quest’ultimo non erano in grado di comprendere il senso di quanto veniva loro detto.  L’afasia di Wernicke è detta anche afasia sensoriale.

 

Le cause dei danni cerebrali responsabili delle afasie possono essere dovuti a una varietà di fattori, come un attacco ischemico transitorio, un emicrania con aura, un attacco epilettico, emorragie cerebrali, processi degenerativi, tumori cerebrali, attacco apoplettico (apoplessia cerebrale o ictus). L’afasia è anche uno dei sintomi del Morbo di Alzheimer.
 

Le terapie per le diverse forme di afasia

Una volta che sia stata curata la causa che ha prodotto il danno cerebrale, i pazienti afasici possono essere sottoposti a diverse forme di terapia e di riabilitazione anche in ragione della gravità del deficit del linguaggio.

 

Alcuni vengono affidati alle cure del logopedista, i questo caso è più probabile riuscire a correggere i problemi nel parlare di questi pazienti dipendono dalla tempestività dell’intervento e dalla disponibilità di strutture adeguate.

 

Altri pazienti affrontano percorsi di riabilitazione del linguaggio rivolti più al versante cognitivo, per le afasie lievi, o ad approcci più complessi per le afasie più gravi che contemplano sia un approccio linguistico- cognitivo che pragmatico-comunicativo.