Didattica metacognitiva: imparare ad imparare

La metacognizione fa riferimento a tutte le conoscenze che abbiamo in merito al modo in cui pensiamo e ragioniamo e, allo stesso tempo, include anche i meccanismi stessi. La didattica metacognitiva è una scuola che attraverso lo sviluppo della metacognizione promuove l’autonomia didattica dello studente

Didattica metacognitiva: imparare ad imparare

Nel 1976 John Flavell conia il termine metacognizione come l’insieme delle conoscenze che abbiamo dei processi cognitivi e delle regole che li gestiscono.

Cioè tanto più riflettiamo sul modo in cui siamo soliti ragionare e svolgere compiti cognitivi, tanto più aumentiamo il nostro bagaglio meta cognitivo.

La didattica metacognitiva, che in Italia trova in Cesare Cornoldi uno dei massimi esperti, riguarda l’applicazione delle pratiche meta cognitive in ambito didattico. Non si tratta dell’argomento che si insegna, ma di come applicare e sostenere questa riflessione negli studenti perché diventino consapevoli del loro modo di ragionare e capaci di svilupparlo e controllarlo.

Per l’insegnante si tratta di un grande impegno volto a sviluppare delle competenze trasversali e di un’autonomia cognitiva. Capire cosa un esercizio richieda e quale sia il punto di partenza porta gli studenti a scegliere una strada invece di buttarsi a capofitto sulla risoluzione di un compito o alla cieca o in modo automatico.

 

Il fine della metacognizione

Una concezione precedente di scuola si focalizza sulle conoscenze da imparare ed è ovvio che un’impostazione del genere ha come finalità un modo diverso di procedere.

Il fine ultimo della didattica metacognitiva è “imparare ad imparare”, una qualità personale che non si limita al percorso scolastico.

L’unione europea ne ha sancito l’importanza come competenza chiave che sostiene l’idea e l’obiettivo di un lifelong learning, cioè di una formazione continua.

 

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Il ciclo meta cognitivo

La didattica meta cognitiva si basa sull’acquisizione di un modus operandi che funzioni come un circuito di controllo e autocontrollo delle proprie azioni durante lo studio. Imparare ad imparare comporta due tipologie di monitoraggio. Da un lato c’è la verifica delle proprie strategie cognitive. Ciò include:

  • conoscenza delle proprie modalità di ragionamento, stili cognitivi e preferenze;
  • conoscenza e riconoscimento delle richieste fatte dai diversi tipi di compiti;
  • scelta di una strategia.

Il secondo passaggio è rappresentato dal controllo durante l'esecuzione del compito; la pianificazione dell'azione ovviamente non può considerare tutte le possibili implicazioni reali; occorre quindi controllare quanto si sta facendo e correggere in corso d'opera. Il controllo reca logicamente la fase di valutazione dell'azione per una ripianificazione o il completamento dell'azione.

Il risultato di questo percorso, che diventa un modo di fare, comporta il potenziamento delle proprie abilità, un'apertura a modi diversi i ragionare e uno sviluppo armonico della persona durante la crescita come risultato di una maggiore autoconoscenza.

 

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