Psicologia e spiritualità: come si coniugano?

Psicologia e spiritualità potrebbero sembrare agli antipodi ma non lo sono, rappresentano piuttosto due aspetti di una stessa medaglia che è, dopotutto, l’essere umano…!

Psicologia e spiritualità: come si coniugano?

Psicologia e spiritualità possono rappresentare due strade parallele, due modalità differenti per giungere ad obiettivi analoghi; ma possono avere a volte anche punti di intersezione inaspettati, tutto dipende da quale punto di vista stiamo guardando l’essere umano!

 

Psicologia e spiritualità

Qualcuno osservava (Ruesch J., Baetson G., La matrice sociale della psichiatria, Il Mulino, 1976) che nell’approcciarci a studiare un qualunque aspetto della realtà non potremo mai farlo con la pretesa di essere esaustivi: non potremo mai conoscere tutto, ma soltanto ciò che possiamo vedere a seconda del nostro punto di osservazione.

È un po’ come osservare una statua: possiamo certamente farci un’idea della sua figura globale, ma potremo vederne direttamente soltanto una porzione alla volta, a seconda dell’angolo di visuale, del punto di vista dal quale la stiamo guardando; solo integrando prospettive diverse potremo farci un’idea più completa della sua interezza.

A maggior ragione questo vale per l’essere umano: possiamo studiarne meccanismi percettivi e processi cognitivi, possiamo comprendere le basi neurali del suo funzionamento, possiamo altresì indagare le motivazioni inconsce e spesso contrastanti dei suoi comportamenti oppure trascendere tutti questi aspetti della “mente” per rivolgerci alla sua essenza spirituale più profonda.

In realtà con la psicologia prima e con la spiritualità dopo non ci stiamo affatto occupando di esseri umani diversi, ma di differenti aspetti dell’essere umano.

 

La psicologia analitica di Jung

Lo aveva capito, almeno alla sua epoca certamente meglio di altri, Carl Gustav Jung che, nella costruzione della sua psicologia analitica e nello studio degli archetipi e dell’inconscio collettivo, si era imbattuto in dimensioni simboliche trascendenti e sovrapersonali che non trovavano il loro significato nella psiche individuale, ma piuttosto nei contenuti simbolici collettivi che appartengono in quanto tali a tutta l’umanità a sono trasversali ai singoli individui, alle generazioni e alle diverse culture ed epoche storiche.

Non per nulla Jung studiò a fondo i simboli  e le funzioni psicologiche e spirituali delle religioni orientali e occidentali. La spiritualità umana viene quindi contemplata e integrata nella psicologia archetipica e non scissa o vista in opposizione alla psicologia come scienza del sapere.

 

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Dalla psicoanalisi al Buddhismo Zen

In tempi relativamente più recenti altri hanno affrontato l’argomento dei punti di intersezione fra psicologia e spiritualità. Un esempio è rappresentato dal libro Psicoanalisi e Buddhismo zen (Astrolabio, 1968) che offre molti spunti di riflessione in tal senso: la psicoanalisi si pone, similmente alla dottrina buddista, come strada di liberazione per la psiche dell’essere umano nel momento in cui se ne colga la portata evolutiva per l’espressione della vitalità e della creatività della mente e non la si riduca a cura ortopedica della malattia mentale.

Nel testo curato da De Martino, Fromm e Suzuki, spiritualità e psicologia intrattengono un dialogo fecondo configurandosi come strade, sicuramente per molti aspetti anche differenti, ma convergenti verso obiettivi potenzialmente comuni piuttosto che in contraddizione.

 

Lo yoga occidentale

Un altro esempio di intersezione fra psicologia e spiritualità è rappresentato dalle affinità fra lo Yoga e certi metodi di rilassamento come il Training Autogeno che, non a caso, è stato definito anche “yoga occidentale”.

Questo perché quando la persona impara a raggiungere e a padroneggiare un profondo stato di rilassamento psicofisico, sa come mettere da parte la forza di volontà e controllare la propria attività intenzionale e cosciente, entrando in contatto con uno stato di coscienza diverso, più affine a quello meditativo e contemplativo, dove possono essere le immagini dell’inconscio e il nucleo più profondo della propria interiorità a parlare.

Non per niente lo stesso Dalai Lama si è spinto molto oltre all’integrazione fra psicologia e spiritualità arrivando a promuovere gli studi scientifici su cervello e meditazione, proposta questa che viene da una fonte più che autorevole!

 

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