Halloween: una “nuova” festività fondata su tradizioni antiche

Tradizione vuole che la notte di Halloween le anime dei morti tornino fra a far visita ai vivi realizzando una temuta commistione fra “aldilà” e vita terrena. Presenze inquietanti, dunque, esorcizzate attraverso travestimenti, dolcetti e scherzetti, ma dai significati non del tutto lontani dalle nostrane festività religiose

Halloween: una “nuova” festività fondata su tradizioni antiche

Halloween è, nell’immaginario comune, una festa consumistica, importata dagli USA e, come tale, estranea alle nostre tradizioni religiose.

Tradizioni, quelle di casa nostra, che mal si accordano, secondo alcuni, ai simboli occulti e ai tratti un po’ satanici di cui la “notte delle streghe” si ammanta… Un’opposizione fra spiritualismo e consumismo, fra religione e magia nera?

In realtà, le origini e i significati della festività di Halloween (dallo scozzese All-Hallows-Eve: “notte prima di Ognissanti”) sono affini a quelli di altre tradizioni sia religiose che precristiane diffuse in Italia e in Europa con cui alle soglie dell’Inverno (e quindi di una “morte” stagionale) si celebravano i defunti invocando la loro protezione sul mondo dei vivi e i successivi raccolti della terra.

Angeli e demoni non sembrano dunque così lontani, il mondo dei morti inquieta e incute paura e, per questo, viene esorcizzato da zucche intagliate e travestimenti demoniaci, ma è anche il mondo a cui appartengono le anime dei propri cari il cui “ritorno” tra i vivi viene invocato a garantire, attraverso simbolici doni, aiuto e protezione.

 

Halloween bussa alle nostre porte

“Dolcetto o scherzetto?” chiedono oggi i bambini peregrinando di casa in casa la notte di Halloween. Nel più lontano Medioevo erano i poveri e i mendicanti a bussare alle porte delle case la notte del 1° Novembre chiedendo del cibo in cambio di preghiere per le anime dei defunti.

A far ritorno tra i vivi, la notte prima di Ognissanti, sarebbero infatti soprattutto le anime del Purgatorio ed è per loro che, come molte tradizioni popolari italiane vogliono, si porrebbero candele alle finestre ad illuminarne il passaggio.

Altre tradizioni similari fanno parte del retroterra culturale di molte regioni italiane: in Calabria e in Sardegna i bambini bussano alle porte delle case chiedendo denaro; in Sicilia tradizione vuole che la notte fra l’1 e il 2 Novembre i morti tornino a portare doni ai bambini. In altre regioni come in Calabria e in Puglia vige l’usanza di lasciare apparecchiato qualcosa nel piatto per il ritorno dei defunti in assonanza con usanze analoghe osservate la notte dell’Epifania che, nei suoi significati più antichi e profondi, assume una connotazione analoga come notte delle trasformazioni e del ritorno collettivo dei morti nelle case dei loro cari (Manciocco, C., Manciocco, L., L'incanto e l'arcano: per una antropologia della Befana, Armando, 2006).

 

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Le origini celtiche di Halloween

La festività di Halloween propriamente detta in realtà non nasce negli Usa, ma è di origine Britannica, o meglio celtica, e dagli Inglesi sarebbe poi stata diffusa in America a partire dall’ ‘800.

Le festività dei morti erano diffuse in Inghilterra, Irlanda e Francia già prima dell’epoca cristiana e avevano il loro corrispettivo nel mondo romano nella festa dei morti chiamata Parentalia. La loro celebrazione avveniva più probabilmente in primavera e solo in epoca cristiana sarebbero state anticipate a fine Ottobre per sovrapporle alla ricorrenza di Ognissanti fondendo le due tradizioni: quella cristiana e quella pagana.

 

L’ambivalenza di morte e vita tra sacro e profano

Morte e cibo, quindi vita; sacro e profano; mondo dell’occulto e della salvezza religiosa. Nei bambini che travestiti da zombie o streghette minacciano sorridendo “dolcetto o scherzetto?” sembra riassunta tutta l’ambivalenza e la pregnanza simbolica di questa ricorrenza.

La “straniera” Halloween, quanto la religiosa Ognissanti con le tradizioni popolari che le competono, rappresenta un momento dell’anno in cui, alle soglie dell’Inverno, siamo chiamati a ricordarci, attraverso la commemorazione dei defunti, di quanto la morte non sia una dimensione opposta, ma speculare alla vita. Come tale, spaventa e ha bisogno di essere “addomesticata” dalla cultura, che si tratti di esorcizzarla con un finto cappello da strega o di subordinarla a superstizioni e ritualità popolari.

 

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