Valori religiosi e famiglia: vivere la fede nelle famiglie di oggi

La fede oggi nella maggior parte dei casi non è considerata un fattore importante nella strutturazione della famiglia. A stento si parla di religione a casa, in famiglia si trasmette spesso indifferenza sull’argomento ed è sempre più raro che ci si riunisca per condividere la fede o per pregare. Ma perché è importante la trasmissione dei valori religiosi in famiglia? Vediamolo insieme

Valori religiosi e famiglia: vivere la fede nelle famiglie di oggi

Battesimi, comunioni, matrimoni, festività importanti: sono solo alcuni momenti particolari in cui si vive in famiglia l’aspetto religioso.

E poi? E poi il tempo manca: nella crisi contemporanea, tra separazioni, angoscia economica, mancanza di comunicazione, forti conflitti con i figli, la fede non viene più coltivata in famiglia e con essa la trasmissione dei valori religiosi.

I genitori spesso hanno altri pensieri per la testa e, anche se a volte intuiscono che la fede potrebbe essere un importante fattore di guida, non sanno come conferire un carattere cristiano al proprio nucleo familiare. Troppo spesso la religione viene vissuta non con convinzione, ma per inerzia.

In questi tempi di crisi religiosa e culturale, l’accoglienza della fede e l’educazione ai valori religiosi possono essere una profonda risorsa per la famiglia. Fede e valori religiosi dipendono però essenzialmente dall’esperienza positiva che è stata fatta di esse: la persona si rivolge sempre a quanto ha sperimentato come buono, quanto ha vissuto con soddisfazione, sicurezza e senso.

E oggi non c’è nessun gruppo, nessun ambiente che sia più adatto della famiglia per offrire alla persona una prima esperienza positiva riguardo alla fede e ai valori religiosi. Non c’è nulla che incida così profondamente e lasci tracce tali nella vita di un soggetto quanto la famiglia.

 

La famiglia come risorsa nella trasmissione dei valori religiosi

In famiglia i valori religiosi sarebbero da proporre sin dall’infanzia, da coltivare nella fanciullezza, da ripensare nell’adolescenza, affinché il soggetto li integri nella sua cultura.

La famiglia dovrebbe avere per lo meno il dovere di proporre ai giovani la cognizione dei problemi religiosi insorgenti nella loro coscienza e impliciti nella loro cultura, mentre i giovani dovrebbero avere il diritto di conoscere le varie risposte religiose ai grandi quesiti dell’esistenza, di discuterne, di essere aiutati a cautelarsi dagli stereotipi del mondo giovanile e dalle concezioni comuni in auge.

L’educazione familiare ai valori religiosi passa anche attraverso l’affetto, il calore dell’accoglienza, sentimenti esclusivi della famiglia, che è il gruppo principale che ha più capacità di offrire un ambiente intimamente umano e positivo nel quale fare esperienza.

Nella famiglia i valori religiosi vengono condivisi e captati efficacemente in un clima di vicinanza, fiducia, amore, ed è proprio attraverso questa esperienza positiva che si radicano nei componenti una sensibilità religiosa e comportamenti appropriati.

È dunque fondamentale la comunicazione verbale e non verbale nella famiglia che vuole trasmettere un certo tipo di valori religiosi e che aspira a vivere la propria realtà in accordo con le esigenze della propria fede.

Importante è la condivisione in famiglia, comunicare con gli altri: passare da una fede più individualistica ad una fede condivisa. Sempre più frequente è il fatto che nella famiglia qualcuno si dichiari non credente, e allora può essere uno stimolo confrontarsi senza adottare atteggiamenti disfattisti o pessimisti.

Educare ai valori religiosi in famiglia vuol dire condivisione, comprensione, esperienza, consapevolezza.

 

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