Quando la comunicazione aiuta a crescere

Il ruolo della comunicazione emotiva nel funzionamento familiare e individuale. La comunicazione all’interno della famiglia o delle relazioni intime può considerarsi un indice predittivo della salute emozionale e un elemento chiave a cui puntare per il loro benessere. La qualità della comunicazione affettiva nelle relazioni intime è perciò una sorta di “termometro” che ci aiuta a definire il nostro stato di salute relazionale e può darci buone indicazioni di “cura”. In particolare in famiglia assume un ruolo importante nel favorire tre dimensioni: clima familiare disteso ovvero equilibrio tra coesione e adattabilità, regolazione emotiva ovvero equilibrio tra affettività e normatività, definizione di sé.

Quando la comunicazione aiuta a crescere

Il modo con cui comunichiamo definisce spesso la qualità delle nostre relazioni e l’immagine che conserviamo di noi.  In questo senso la comunicazione all’interno della famiglia o delle relazioni intime può considerarsi un indice predittivo della salute emozionale e un elemento chiave a cui puntare per il loro benessere. La qualità della comunicazione affettiva nelle relazioni intime è perciò una sorta di “termometro” che ci aiuta a definire il nostro stato di salute relazionale e può darci buone indicazioni di “cura”.

È la comunicazione infatti che media l’espressione di quello che siamo e ad essa si imputa la prevenzione o l’insorgere del conflitto inteso in termini disfunzionali. Insomma, la comunicazione ha - nel bene e nel male - il potere di influire sulla percezione di piacevolezza o meno del clima relazionale dal momento che l’inefficacia o incompetenza a comunicare in modo costruttivo tende a far percepire i vissuti e le emozioni dell’altro come prevalentemente negativi.

In particolare in famiglia assume un ruolo importante nel favorire tre dimensioni: clima familiare disteso ovvero equilibrio tra coesione e adattabilità, regolazione emotiva ovvero equilibrio tra affettività e normatività, definizione di sé. Vediamole nei particolari.

 

Clima familiare: tra coesione e adattabilità

I processi comunicativi svolgono un ruolo cruciale nella creazione di un positivo clima familiare in quanto favoriscono da una parte la coesione dei suoi membri, dall’altra l’adattabilità familiare. È evidente che quando lo scambio comunicativo si realizza in modo efficace cresce l’intimità fra i membri della famiglia: ciascuno ha l’opportunità di definirsi, essere accolto e, nei casi di incomprensione, trovare nuovi “luoghi di incontro”. Colui che si sente ascoltato e “visto” nell’interezza della propria esperienza, è stimolato ad aprirsi alle idee e sentimenti degli altri, conservando una positiva idea di se e dell’esperienza che ha realizzato. Spesso si è inclini a pensare che la comunicazione fra genitori e figli si qualifichi come efficiente e profonda in virtù della mole di esperienze che si condividono mentre si è meno attenti a valutare la qualità di ciò che si condivide: se cioè, ciò che si comunica viene caricato con una forte valenza emotiva o meno.

Se ciò si realizza entrambi i partner in relazione (coniugi, genitori e figli) sono agevolati nel portare avanti ciascuno i propri compiti di sviluppo e l’intero sistema familiare risulta più flessibile, adattabile alle sfide che il mondo esterno gli sottopone.

 

Regolazione: tra affettività e normatività…valori e carezze insieme!

Inoltre, la comunicazione può svolgere una funzione educativa e regolatrice all’interno del clima familiare, qualora presenti al suo interno un certo equilibrio fra la dimensione normativa e quella affettiva. Favorire la comunicazione, l'espressione ed il confronto sulle diverse reazioni emotive (amore, rabbia, insofferenza, tenerezza, frustrazione, affetto, avversione, indifferenza, ostilità, ecc.) dei singoli membri della famiglia, permette di individuare e verificare modalità alternative di comportamento così da aprire il repertorio espressivo verso canali più adatti e funzionali. Tuttavia, parlare di comunicazione affettiva non significa accantonare quella “normativa”. Infatti, le regole sono necessarie al figlio perché possa realizzare l’esperienza stessa della “trasgressione” e opposizione a queste ultime. Se questa dimensione normativa non fosse presente e ben chiara il ragazzo in crescita cadrebbe in balia di una disorganizzazione emotiva e relazionale che gli impedisce di individuarsi e separarsi gradualmente dalle figure genitoriali. Ciò è particolarmente evidente per l’adolescente in cui l’opposizione sistematica alle regole poste dagli adulti ha la funzione evolutiva di favorire il processo di individuazione e dunque una separazione dai modelli fino ad allora mai messi in discussione.

 

Definizione di sé: cosa vivo adesso, cosa voglio realizzare

La presenza e la qualità di una comunicazione che tenga conto anche della dimensione emotiva è pertanto assai importante per la persona in quanto in ciascuno scambio, se efficace, ciascun partner può diventare più consapevole di ciò che sperimenta in una data situazione (cosa sente, cosa pensa, cosa ritiene di dover fare), avendo una chiara immagine della propria esperienza rispecchiata dal proprio competente interlocutore. In tal senso la competenza comunicativa diventa un’importante fattore facilitante la definizione di sé e la capacità di realizzare una sana progettualità esistenziale per il singolo individuo. Di conseguenza è una competenza che ogni nucleo familiare dovrebbe responsabilmente costruire.

Pertanto, acquisire una buona competenza emozionale risulta uno dei fattori protettivi rispetto alla possibilità di insorgenza di una psicopatologia. Per competenza emozionale si intende la capacità della persona di gestire e rapportarsi efficacemente con le emozioni proprie e quelle delle persone con cui si relaziona. Affinché ciò avvenga è necessario acquisire una certa consapevolezza anche quando le emozioni si manifestano con una lieve intensità. In tal senso, la persona risulta in grado di attribuirle ad eventi specifici, sarà capace di riconoscerle, dargli senso e infine, di esprimerle in modo tale da realizzare un buon equilibrio tra spontaneità e controllo.

Così facendo, se la persona giunge a possedere queste competenze sul proprio vissuto, sarà anche capace di empatia, saprà cioè riconoscere le emozioni altrui e rispondervi in modo adeguato realizzando relazioni in cui ogni scambio diventa occasione di crescita in quanto si alimentano, l’intimità, la regolazione del proprio vissuto in relazione al contesto e la definizione di sé.