La resilienza comunitaria, qualità di un gruppo

La resilienza comunitaria è una qualità molto utilizzata soprattutto nella psicologia dell'emergenza. Se per qualcuno può essere considerata come la resilienza che nasce dal gruppo, altri pensano sia proprio una caratteristica di certe comunità.

La resilienza comunitaria, qualità di un gruppo

La resilienza è una qualità che viene considerata preziosa per la persona perché lo rende resistente alle avversità grazie a una doppia capacità: adattamento e innovazione.

Può essere considerata anche una qualità di gruppo, esiste la resilienza comunitaria? Quali sono le qualità di una comunità resiliente?

 

Resilienza e psicologia dell'emergenza

La psicologia dell'emergenza è quella branca della psicologia che si interessa di intervenire in situazioni critiche e traumatiche caratterizzate da una veloce genesi, una situazione d'emergenza.

Sono gli psicologi che lavorano sul campo quando un forte terremoto causa notevoli disagi, ad esempio. In questi casi si esaminano non solo le risposte individuali al trauma, ma l'insieme della collettività.

La comunità infatti diventa una risorsa ed insieme il quadro entro cui leggere l'emergenza perché permette alle persone di rileggere insieme a chi condivide la stessa tragedia, la situazione che sta vivendo e le sue conseguenze.

Inoltre insieme si possono attivare delle risorse a sostegno di quelle del singolo, come per l'appunto la resilienza comunitaria.

 

La resilienza e i legami sociali

In che modo la comunità entra in gioco nella resilienza? Possiamo pensare sia al supporto dato alla resilienza individuale, sia ad una vera e propria qualità di gruppo.

Per quanto riguarda il primo apporto ci viene in aiuto il neurologo Boris Cyruknik esperto che ha studiato i fattori che incidono sulla resilienza.

Quando ci si scontra con un evento traumatico per "andare avanti" occorrono due passaggi che fanno riferimento alle due dimensioni del trauma stesso: la ferita inferta al soggetto e la rappresentazione dell'evento.

La ferita necessita di una rielaborazione interna più o meno importante. La rappresentazione del trauma invece poggia sulla dimensione sociale e relazionale, cioè l'evento acquista un significato differente a seconda della vita sociale.

Il sistema di relazioni permette di capire la gravità dell'evento, ma anche di comprendere come recuperare: o dando un significato differente o attivando delle risorse aggiuntive.

Questo apporto della comunità alla resilienza dell'individuo è fondamentale per l'individuo ed è sempre presente.

 

La resilienza della comunità

Per quanto riguarda la resilienza propria della comunità lo psicologo Gabriele Prati ha svolto un'accurata sintesi dei contributi scientifici a tal proposito. Partiamo dalla definizione: per Shaul Kimhi e Michal Shamai la capacità di una comunità di resistere ad eventi traumatici è composta di tre dimensioni: capacità di assorbire l'impatto, velocità di recupero e creatività nella ricerca delle soluzioni.

Così come per l'individuo, è possibile individuare dei fattori di rischio e dei fattori che favoriscono la resilienza comunitaria agendo sull'intero gruppo.

I fattori di rischio sono:

  • disastri che colpiscono la comunità causando disagi in tutti gli appartenenti al gruppo, come alluvioni, eruzioni, inquinamento tossico, terremoti, ecc.
  • episodi criminosi e violenti, come la guerra, il terrorismo o l'alta diffusione di crimini violenti e di abusi
  • fattori culturali quali isolamento, bassa scolarizzazione o barriere sociali
  • fattori politici che conducono all'isolamento, scarsa occupazione o oppressione di particolari comunità.

 

Fattori di resilienza

Molti studi hanno cercato di evidenziare i fattori che promuovono la resilienza comunitaria, uno studio condotto in Messico ha identificato tre elementi fondamentali: personalismo, familismo e respeto.

Il primo fa riferimento al valore che viene dato al fatto di avere delle relazioni; il familismo è l'importanza data ai bisogni della famiglia che vengono prima di quelle del singolo. Il respeto invece, è il riconoscimento degli anziani come guida.

 

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