Sport femminili e sport maschili: adesso basta!

C'è uno sport per l'uomo e uno sport per la donna? A quali pregiudizi e stereotipi sono sottoposti i più piccoli nella scelta e preferenza delle attività sportive?

Sport femminili e sport maschili: adesso basta!

C'è uno sport per l'uomo e uno sport per la donna?

I condizionamenti verso i più piccoli, maschi e femine distintamente, colpiscono facilmente l'immaginario e la costruzione identitaria nell'età dello sviluppo. La pubblicità, e più in generale i contenuti veicolati dai media, influenzano molto l'atteggiamento genitoriale: il figlio maschio fin da piccolo è visto come il campione, meno facile è pensare analogamente la figlia femmina, eccetto per alcune discipline.

A implementare lo scenario, le reali differenze fisiche e fisiologiche tra uomo e donna, gli stereotipi di genere e il trend generale che vede uomini e donne diversamente considerati nel mondo sportivo globale e, soprattutto, se si osservano le singole discipline.

 

Donne e uomini nello sport: una differenza fisica

La prima differenza spesso sottolineata nel mondo sportivo tra i due sessi è quella fisica. In primo luogo, l’uomo è solitamente più alto e pesa di più. La donna ha per costituzione circa il 10% di massa grassa maggiore, che oltre a ridurre il peso (la massa magra pesa di meno di quella grassa), predispone a muscoli meno definiti e prestanti e minore forza fisica.

Di contro le femmine sono dotate di maggiore elasticità, per la maggiore quantità di estrogeni, e coordinazione, che favoriscono discipline in cui la mobilità articolare è importantissima come quelle di carattere artistico (es danza, ginnastica ritmica, nuoto sincronizzato, ecc). A livello di resistenza alla fatica e velocità di recupero sono ancora una volta le donne ad essere avvantaggiate.

Le differenze fisiche e fisiologiche, che naturalmente e per fortuna, costituiscono corpi maschili e femminili diversi, giocano quindi un ruolo importante nella definizione della prestazione sportiva a livello di forza, rapidità, flessibilità, ritmicità, velocità, reattività, recupero, resistenza e via dicendo, che inevitabilmente generano modalità di svolgimento diverse, non comparabili per una base di partenza non uguale. 

 

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Donne e uomini nello sport: stereotipi di genere

Un altro grande gap tra i due sessi nella pratica sportiva è quello degli stereotipi. A livello generale la donna viene considerata meno abile nella pratica sportiva rispetto all’uomo e capace di raggiungere livelli meno ottimali di performance sia a livello quantitativo e di punteggio, sia qualitativo e di spettacolo. Non a caso nell’antichità la pratica sportiva è sempre stata aperta solo ai maschi, sia a livello dilettantistico che professionistico: la comparsa delle femmine alle Olimpiadi risale solo agli inizi del 1900, nettamente dopo i maschi, risalenti alle prime competizioni nell’antica Grecia.

A livello più specifico vanno poi considerati i pregiudizi e gli stereotipi per le specifiche discipline: una donna che fa pugilato, rugby, lancio del peso, ma anche discipline apparentemente meno mascoline come calcio, basket, è considerata poco femminile e poco adeguata e quindi il giudizio sociale è di partenza sfavorevole e incredulo, con scetticismo rispetto alla riuscita e qualità della prestazione.

Invece meglio è vista nella danza, ginnastica ritmica, pattinaggio artistico o nuoto sincronizzato, dove, al contrario l’uomo viene visto come poco virile e spesso poco compreso nella sua passione e anche talento, con ancora una volta atteggiamento scettico verso la scelta e l’esecuzione. Questo è ben rappresentato nel celebre film “Billy Elliot”.

Alcune discipline sono hanno buona considerazione per entrambi i sessi come la pallavolo, lo sci, il nuoto, l’atletica, l’equitazione, ecc.

Queste differenze a livello di pensiero sociale influenzano sia la scelta fin da bambini, sia la considerazione a livello professionistico. In particolare, a livello mediatico si osserva molta più attenzione alle competizioni maschili, anche perchè sono quelle maggiormente preferite dal pubblico, in cui specialmente nel nostro paese, alcuni stereotipi sono ancora troppo diffusi e la chiusura è, per certi versi, ancora tanta.

 

Donne e uomini: la differenza sta nel punto di vista

La differenza, quindi, nello sport tra maschi e femminine esiste ed è normale per la composizione corporea e fisiologica che contraddistingue l’essere maschio o femmina. È una differenza necessaria e importante che si associa a tante caratteristiche come la maggiore forza maschile e l’eleganza femminile.

Quindi il cambiamento è necessario nel modo di considerare lo sport nei due sessi: non è possibile effettuare una comparazione della prestazione, perché la base di partenza è diversa e differenti sono quindi i livelli massimi che possono essere raggiunti. Bisogna considerare la stessa disciplina praticata da uomo o donna come differente e affascinante ognuna a proprio modo.

Ci sono discipline che per cultura, investimento mediatico, economico e tecnico-tattico sono più diffuse per uno o l’altra categoria, tuttavia questo non implica che l’altro gruppo di atleti non abbia al pari capacità e possibilità, ma semplicemente performance e talvolta opportunità differenti.

Una partita di calcio femminile, ad esempio, non potrà essere uguale a quella maschile, ma altrettanto entusiasmante per quello che è, senza possibilità di paragone, al pari un uomo alle prese con la ginnastica ritmica non avrà l’eleganza di una donna, ma allo stesso modo potrà avere una prestazione eccellente per le sue potenzialità e qualità fisiche.

Non esistono sport per uomini e sport per donne esistono sport e basta, che a seconda di chi li pratica assumo sfaccettature differenti e assolutamente incomparabili e talvolta vedono una maggiore predisposizione per uno o l’altro sesso.

 

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