Irrequietezza nel bambino: capirne le cause

Bambini irrequieti, iperattivi, capricciosi o instancabili… L’irrequietezza nel bambino può avere significati anche molto diversi che a volte può sembrare difficile decodificare. Vediamone alcuni dei più frequenti.

Irrequietezza nel bambino: capirne le cause

L’irrequietezza in un bambino, specie quando è prolungata, lascia spesso i genitori confusi, poiché il piccolo appare capriccioso, agitato, richiedente o inconsolabile e nessuna risposta da parte dell’adulto sembra funzionare.

I bambini possono mettere a dura prova, non è sempre facile riuscire a comprendere il significato dei loro comportamenti e spesso impazienza, rabbia e frustrazione hanno la meglio sui genitori amplificando il problema in un circolo vizioso che aumenta agitazione e esasperazione da entrambe le parti.

Vediamo allora che significati può avere l’irrequietezza nei più piccoli.

 

L’irrequietezza nel bambino: bisogno di sonno e riposo

Un primo significato che l’irrequietezza del bambino può avere, e che qualsiasi genitore comprende molto presto, è legato al sonno: i bambini non hanno infatti la competenza degli adulti nel discriminare i propri stati interni di bisogno, né riescono a manifestarli adeguatamente.

Capita quindi molto facilmente che il bambino, specie se si trova fuori casa o in un ambiente nuovo in cui è distratto da nuove persone e nuovi stimoli, reagisca ad una condizione fisica di estrema stanchezza iperattivandosi, iniziando a diventare capriccioso, insofferente e richiedente ostinandosi al contempo a sostenere di non essere affatto stanco.

L’irrequietezza in questi casi è una manifestazione di disagio legata al bisogno di sonno e di riposo, ma affinché il bambino possa farvi fronte è necessario che l’adulto lo sostenga e adotti i comportamenti più adatti a tranquillizzarlo e aiutarlo a rilassarsi.

 

Se l’irrequietezza esprime il bisogno di ricevere un “no”

Ogni genitore, fin dalle prime settimane di vita del suo piccolo, affina spontaneamente e implicitamente la capacità di discriminare fra le diverse manifestazioni comportamentali di tipo non verbale del suo bambino.

Fin dalla prima infanzia dunque, ogni mamma e ogni papà può rendersi facilmente conto, se ci presta attenzione, che i pianti del bambino non sono tutti uguali, non hanno tutti lo stesso significato e così anche le sue manifestazioni di irrequietezza.

Ci possono essere altri significati infatti associati a questo comportamento, ad esempio il bisogno di ricevere un limite, una risposta ferma che argini con assertività i capricci del bambino.

I bambini hanno bisogno di ricevere dei “no”, questi sono dei limiti importanti e fondamentali non solo sul piano della loro educazione comportamentale, ma soprattutto su quello dello sviluppo emotivo. Sentire di avere degli adulti di riferimento in grado di stabilire limiti e regole chiare e di farli rispettare restituisce al bambino implicitamente l’idea che quella col genitore sia una relazione dai confini sicuri dove il piccolo può essere protetto e contenuto.

Non si sta parlando di un’educazione punitiva o autoritaria, ma di una tranquilla fermezza con cui aiutare il bambino a porre quei limiti che gli consentono di regolare il proprio comportamento e la propria emotività (per chi non lo conoscesse già è di ottimo spunto il notissimo libro di Asha Phillips I no che aiutano a crescere edito da Feltrinelli).

 

Il bambino irrequieto e i tempi moderni

Un altro aspetto legato all’irrequietezza del bambino è legato ai ritmi sempre più consueti e inevitabili della vita moderna dei nostri tempi. Molto spesso infatti i bambini di oggi crescono avendo due genitori che entrambi lavorano fin da quando questi è piccolissimo.

Questo aspetto, socialmente importante e per certi versi necessario e ineliminabile, ha tuttavia delle conseguenze sul tempo che la mamma e il papà possono concedersi di trascorrere col loro piccolo. Spesso si ha modo di passare del tempo insieme a lui solo nel weekend e poche ore la sera: basta che per impegni imprevisti questa routine minima venga disturbata che il bambino può risentirne e manifestare forte malessere.

 

L’irrequietezza del bambino: ADHD o espressione di un disagio familiare?

L’irrequietezza del bambino può anche essere la manifestazione di un deficit di attenzione-iperattività (ADHD) che solo uno specialista può però diagnosticare.

Altre volte l’irrequietezza di un bambino può essere l’espressione di un disagio emotivo più generalizzato, legato a situazioni problematiche vissute in famiglia: là dove sembra che sia il bambino ad avere un problema – perché esprime un comportamento in qualche modo “sintomatico” – questo in realtà può rivelarsi il segnale che è nell’ambiente familiare che qualcosa non va.

Una consulenza psicologica può essere d’auto in questi casi per comprendere più precisamente che cosa il comportamento del piccolo sta esprimendo e chi, in quel caso specifico, abbia più propriamente bisogno di un aiuto.

 

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Per approfondire:

> Disturbi dell'infanzia e dell'adolescenza