Cibo e favole dalle tavole di casa al paese delle meraviglie

Rifugiarsi in una casetta interamente di marzapane, ritrovare la strada di casa seguendo le briciole lasciate sui propri passi, addentare un biscotto che fa improvvisamente diventare grandi, molto grandi… Il cibo è spesso un protagonista importante nelle favole per i molti simbolismi ad esso legati, da mezzo per raggiungere un obiettivo, a segno di abbondanza o povertà, a strumento di cambiamento o di presa di coscienza di sé…

Cibo e favole dalle tavole di casa al paese delle meraviglie

Le favole non raccontano solo le gesta di eroi e principesse, le pozioni e gli incantesimi di streghe, fate gnomi e folletti, ma narrano anche del cibo, della fame e della povertà, delle tavole imbandite, di pietanze prelibate o pericolose, misteriche o prodigiose. Vediamo allora meglio il rapporto fra cibo e favole.

 

Cibo e favole per l’educazione alimentare

Il bel libro di Antonella Bonzuan e Serenella Toniutti Favole a Tavola presenta alcune storielle associate ognuna ad una ricetta da realizzare ispirata alla storia, cibo e favole sono infatti molto legati tanto che le favole possono rappresentare anche un utile percorso di educazione alimentare rappresentando i molti significati simbolici, personali e sociali che il cibo può assumere, non solo nel racconto fantastico, ma nella narrazione di ognuno di noi.

 

Cibo e favole nell’ambivalenza degli affetti

Mediante le favole il  bambino impara a gestire i propri stati d’animo, a considerare gli eventi secondo categorie di significato, ad esplorare l’ambivalenza spesso legata a molti dei personaggi che popolano tanto le favole quanto gli affetti significativi dell’esistenza. Anche il cibo assolve questa funzione. Spesso è un mezzo per attivare un cambiamento o raggiungere un obiettivo come nella favola di Hans Christian Andersen, “Brodo di Stecchino” o veicolo di inganno come nella mela stregata offerta a Biancaneve dalla strega-matrigna simbolo del lato più oscuro e minaccioso dell’archetipo della Madre.

 

Cibo e favole: la fame e l’abbondanza

In altre favole il cibo sta ad evidenziare il tema dell’abbondanza e della scarsità, della ricchezza e della miseria: c’è Pinocchio che mangia anche i torsoli delle pere, c’è Pollicino che, abbandonato coi suoi fratelli da genitori che non sono in grado di sfamarli, ritroverà la strada di casa grazie proprio alle briciole lasciate sui suoi passi , ci sono Hänsel e Gretel incautamente finiti nell’illusoria casetta di marzapane che riserverà loro pericolose sorprese.

 

Cibo, favole e trasformazione di sé

Per altri personaggi delle favole, infine, il mangiare del cibo è metafora di un processo trasformativo dei propri “nutrienti” interiori, di un percorso di crescita e presa di coscienza di sé. E’ il caso di Alice nel paese delle meraviglie che, in ripetute occasioni, mangia e beve pozioni, funghi e biscotti che hanno il potere di farla improvvisamente crescere a dismisura o rimpicciolire della grandezza di un fiore finché non troverà la giusta via di mezzo nell’assaggiare ciò che le viene offerto riuscendo a mantenere dimensioni adeguate rispetto agli eventi che deve affrontare, trovando la giusta misura fra l’ “essere grande” e l’ “essere piccola”, fra ciò che è o non è realmente importante.

Il cibo può rappresentare quindi un importante elemento educativo nelle favole, come cibo reale che sfama e dà vita e come carburante spirituale, risorsa interiore che trasforma ed evolve l’animo umano.

 

Immagine | nopsa.hiit.fi