La “baby illusion”: sottovalutare l’altezza dei figli

Si sa, ogni genitore con una parte di sé vorrebbe che i figli non crescessero mai… Può sembrare un cliché vecchio quanto il mondo, ma non per questo meno vero: una ricerca evidenzia quanto i genitori tenderebbero a sottovlautare sistematicamente l’altezza dei propri figli e a farne le spese sarebbero proprio i figli minori, destinati ad essere percepiti a vita come “i più piccoli"...

La “baby illusion”: sottovalutare l’altezza dei figli

I genitori vorrebbero che i figli non crescessero mai, soprattuto i figli minori… Una recente ricerca evidenzia quanto questa tendenza si rifletta anche in una sistematica distorsione con cui i genitori tenderebbero a sottovalutare e a sottostimare sistematicamente l’altezza dei figli minori accordando solo al primogenito la licenza di “crescere”, patto che il “piccolino di casa” rimanga tale… Una conclusione forse riduttiva, ma che fa riflettere.

 

La “baby illusion”: vedere i figli sempre “piccoli”

La ricerca viene dalla Swinburne University of Technology di Melbourne ed è stata pubblicata sull’ultimo numero del 2013 della rivista Current Biology (Jordy Kaufman, Joanne C. Tarasuik, Leila Dafner, Judy Russell, Sandra Marshall, and Denny Meyer Parental misperception of youngest child size, Current Biology, 23, 24, R1085-R1086, 2013): i genitori, soprattutto quelli che hanno più di un figlio, sarebbero vittime di quella che è stata ribattezzata dai ricercatori come “the Baby illusion”, ovvero un’alterata percezione della statura dei loro figli, specie quelli minori, che verrebbero sistematicamente percepiti, non solo sul piano psicologico, ma anche fisico, come più “piccoli” di quanto non siano in realtà. Da questo il ruolo stereotipalmente spesso associato all’ultimo nato di “piccolino” della famiglia.

 

Figli maggiori e figli minori

Le madri reclutate per la ricerca avrebbero fornito stime inferiori anche di 10 centimetri dell’altezza dei figli minori, fornendo invece valutazioni realistiche della statura dei figli più grandi.

Ma, ancora più interessate, la tendenza a sottovalutare invece l’altezza dei figli unici cambierebbe improvvisamente nel momento dell'arrivo di un secondo figlio al quale passare “il testimone”: i più grandi verrebbero allora percepiti improvvisamente “cresciuti” solo perché finalmente valutati correttamente per la loro altezza reale.

 

Madri e padri dei figli minori

La ricerca in questione sembra prendere in considerazione un campione di sole madri, sarebbe interessate esplorare il tipo di stima che farebbero invece i padri dato il ruolo diverso e complementare che sono chiamati a svolgere nello sviluppo psicoaffettivo dei loro figli.

Ad ogni modo, i ricercatori adducono i risultati del loro studio, e cioè che le madri tenderebbero a sottovalutare sistematicamente l’altezza dei figli minori e complementarmente a rivalutare improvvisamente quella dei più grandi, come spiegazione del perché i primogeniti, una volta arrivato un secondo figlio, sembrino “improvvisamente” cresciuti. Non per un effettivo scatto di crescita, dicono gli autori, quanto perché, non essendo più loro ora i piccoli di casa, verrebbe a cadere l’illusoria percezione che i genitori ne avevano avuto fino a quel momento.

 

Gli stereotipi sui figli

Non che le madri tendano a mantenere un ruolo accudente e infantilizzante verso i figli per un banale errore percettivo… Piuttosto, questa tendenza a sottovalutare non solo la maturazione psicologica, ma anche l’altezza dei figli minori rivela quanto anche una realtà tangibile e apparentemente oggettiva come la statura di un bambino possa soggettivizzarsi e caricarsi di ambivalenze emozionali nel momento in cui si parla del “mio” bambino.

 

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Relegare i figli minori nel ruolo dei “più piccoli” è uno degli stereotipi che possono cristallizzarsi a svantaggio di una corretta e sana differenziazione fra fratelli basata non su ruoli gerarchici ma su quelli che dovrebbero venir riconosciti come i tratti e le abilità uniche e distintive di ciascuno. E’ questo riconoscimento che permette al bambino di riconoscersi a sua volta e di crescere, non solo in altezza.