Zone 30 e psicologia del traffico

Ricerche e sperimentazioni condotte in alcune cittadine europee e italiane sulle cosiddette Zone 30 dimostrano come la riduzione del limite di velocità a 30 km nelle zone urbane comporti vantaggi sia per i pedoni che per gli automobilisti stessi in termini di maggior sicurezza e vivibilità della strada. Col limite di 30 km/h si perde troppo tempo? Il ritardo in realtà è molto minore rispetto a quello che ci si aspetterebbe.

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Si chiama change.org/30elode ed è il sito internet su cui il movimento salva ciclisti ha lanciato negli scorsi mesi una petizione per chiedere al Parlamento italiano la riduzione del limite di velocità da 50 a 30 km orari in tutte le aree urbane. Un campagna, questa della Zone 30, forte di numerosi studi anche di psicologia del traffico condotti in Italia e all’estero: la riduzione della velocità comporterebbe vantaggi in termini di sicurezza stradale e vivibilità delle strade.

 

Zone 30 e psicologia del traffico: la cultura della strada

 

Perché puntare sulle Zone 30? Non solo in Italia ma in molti altri paesi del mondo vige una cultura aggressiva della strada di cui fanno le spese sia gli automobilisti che i pedoni: trasgressione e competizione alla guida sembrerebbero la norma mentre difficilmente si riconosce l’utilità di norme e regole condivise che dovrebbero garantire la convivenza civile di tutti (Carli, R., Il contributo della psicologia per lo sviluppo della convivenza nella città). Gli studi di psicologia del traffico evidenziano le conseguenze negative dell’elevata velocità di guida nei centri urbani: maggior pericolo per i pedoni (già a 50 km/h il campo visivo del guidatore di restringe di molto), soprattutto per i bambini (che nell’attraversare non sono in grado di valutare correttamente la velocità di marcia di un’autovettura) ed elevati costi sociali degli incidenti.

 

Zone 30 e psicologia del traffico: sicurezza stradale

 

La riduzione degli incidenti delle zone urbane è uno degli obiettivi europei in ambito di sicurezza stradale. L’intento è di rendere la strade non semplici arterie di scorrimento del traffico cittadino, ma luoghi sicuri e degli spazi fruibili da tutti gli utenti. Le iniziative delle Zone 30 sono, in tal senso, a vantaggio di tutti, automobilisti compresi: recenti studi in psicologia del traffico, ergonomia e ingegneria delle strade evidenziano come la riduzione della velocità sia un guadagno per tutti a cominciare proprio da chi si trova al volante.

 

Psicologia del traffico e Zone 30: vantaggi per tutti

 

Fra i vantaggi riscontrati nelle Zone 30 vi sarebbero una diminuzione dell’inquinamento ambientale (la velocità più bassa induce un’andatura più regolare con meno frenate e accelerazioni improvvise) e acustico (rumore) ed un minor consumo di carburante. Ma non solo, nelle Zone 30 il bisogno di spazio fra i veicoli è minore: questo rende il traffico più scorrevole e lascia a disposizione più spazio per marciapiedi e parcheggi.

 

Psicologia del traffico e zone 30: pregiudizi da sfatare

 

Pensate che con le Zone 30 si perda troppo tempo? In realtà il ritardo è molto minore di quello che si pensa: solo 5 secondi in più per ogni 500 metri, il resto è tutta salute!

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