Come il make up ti migliora l'umore e l'autostima

Dall'antico Egitto ai giorni nostri truccarsi è una modalità tipicamente umana di ridefinire la propria identità e la versione “pubblica” di se stessi. Non occorre essere degli esperti del settore: usare il make up per sperimentare e dare risalto a diverse versioni di sé è un gioco seriamente alla portata di tutti!

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Spesso nel senso comune il make up viene banalizzato e ricondotto a una sorta di “frivolezza” prevalentemente femminile. Niente di più falso. Non soltanto perché le questioni riguardanti il femminile sono tutt’altro che frivole, ma perché il make up può rappresentare un mezzo potente per esprimere e ridefinire la propria identità (e siamo sempre più abituati a vedere volti anche maschili impreziositi dal maquillage). Non tutte
possono disporre di truccatori professionisti ma sperimentare e osare nel proporci allo specchio in nuove versioni è una possibilità accessibile e tutto sommato economica rispetto a qualche tempo fa. Al giorno d’oggi diversi siti  mettono a disposizione tipologie di prodotti che una volta avremmo trovato solo nell’armamentario dei make up artist di professione. Su siti come Makeup.it è possibile rintracciarne diversi brand come Pupa e altri offrono una gamma di prodotti cosmetici che copre tutte le esigenze: sia dei più esperti che nei neofiti.

 

Cosa significa truccarsi da un punto di vista psicologico?

Nell’antico Egitto tutti usavano truccarsi, uomini e donne. Questa sorta di “make up ante litteram” faceva parte del più ampio culto del corpo e della bellezza che contraddistingueva questa antica cultura e assumeva importati significati sociali e religiosi a seconda delle miscele e dei pigmenti utilizzati. 

 

Questo esempio – ma molti altri potrebbero essere fatti – ci aiuta ad “allargare il campo” oltre l’ottica angusta della nostra consumistica modernità. Truccarsi è una tradizione antica quasi quanto le culture umane che tutte in vario modo utilizzano e hanno da sempre utilizzato il corpo, e i modi per dipingerlo o adornarlo, per esprimere significati culturali. 

 

Nell’antichità i pigmenti utilizzati per decorare il corpo erano tesi a inviare messaggi prevalentemente collettivi esprimendo significati religiosi o riguardanti il rango sociale della persona. 

 

Oggi viviamo in società più individualiste che collettiviste e il make up rappresenta probabilmente soprattutto un modo per definire e comunicare messaggi riguardanti la nostra identità e la nostra individualità. È un modo, del tutto non verbale, di comunicare agli altri chi siamo, come volgiamo essere visti, qual è la versione “pubblica” di noi stessi in cui vogliamo essere identificati. 

 

Il potere terapeutico del trucco

Non sempre questi significati personali e identitari sono evidenti a chi utilizza il make up, dicevamo che spesso pesano pregiudizi e stereotipi che lo identificano come superflua frivolezza o, al contrario, come una sorta di facciata obbligante da dover indossare per essere presentabili agli altri. Possiamo immaginare queste due posizioni così assolute come fossero gli estremi di un continuum: voi da che lato vi posizionereste? 

 

Truccarvi rappresenta una routine a cui sentite di non dover dare troppo peso, quasi fosse una perdita di tempo oppure una sorta di “dovere” da adempiere ogni mattina in cui non riuscite a trovare alcuna gioia? O magari siete su posizioni più sfumate (e le sfumature nel trucco si sa: sono tutto!).

 

Forse ognuno può recuperare una dimensione più personale in cui vivere anche l’atto del truccarsi come mezzo, fra gli altri, per esprimere qualcosa di sé recuperandone quella valenza più profonda che aveva, come abbiamo visto, anche per i popoli antichi. Ma come? 

 

Come iniziare a truccarsi bene?

Non occorre essere dei make up artist per sperimentare su di sé prodotti che facciano risaltare la nostra personalità e i nostri punti di forza. Tutto sta nell’aver chiaro chi siamo e cosa vogliamo mostrare di noi.

 

Se ci pensiamo è interessante l’ambivalenza di significato del termine “trucco”: da un lato sta ad indicare un artificio, un inganno, un espediente per mostrare qualcosa e nasconderne un’altra. Dall’altro si riferisce appunto al make up inteso come valorizzazione dei tratti del volto, arma di seduzione, strumento di comunicazione con l’altro.

 

Cosa significa truccarsi bene? Da un punto di vista psicologico sicuramente implica lasciar da parte gli artifici e ricercare uno stile che valorizzi chi realmente sentiamo di essere (dentro e fuori). Il trucco non deve farci assomigliare a qualcun altro, ma valorizzare al meglio chi sentiamo di essere. 

 

Indulgere a sperimentare prodotti, modalità e diversi stili nel truccarsi potrebbe essere un’attività tutt’altro che frivola. Forse i momenti della nostra vita in cui ci sentiamo più attratti da queste sperimentazioni sono anche quelli in cui per qualche verso stiamo vivendo rimaneggiamenti o cambiamenti identitari: nessuna utilizza il make up allo stesso modo dalla prima adolescenza alla vecchiaia avanzata, attraverso le varie età o momenti della vita cambia anche il nostro modo di truccarci siamo alla ricerca di nuove modalità che risultino più in sintonia con le persone che siamo oggi.

 

Non vi resta che sperimentare!

 

Se siete tristi, se avete un problema d’amore, truccatevi, mettetevi il rossetto rosso e attaccate.
(Coco Chanel)