La proiezione psichica, lo specchio dell'inconscio

La proiezione psichica è uno dei meccanismi di difesa che Freud descrive nell'ultimo capitolo de "L'interpretazione dei sogni". Negli anni altri autori hanno contribuito a descriverne il ruolo in tanti meccanismi psicologici.

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Uno degli stereotipi o miti riguardanti lo psicologo è quello che gli attribuisce la proprietà di leggere nella mente, ma purtroppo non è così. La psicologia osserva e riporta ciò che il comportamento comunica attraverso diversi canali.

L'inconscio è forse la parte più nascosta e difficile da decifrare perché ha un linguaggio nascosto tutto suo e la sua importanza risiede proprio in questa segretezza. La proiezione psichica è un meccanismo che offre uno spiraglio da cui spiare, vediamo come.

 

I meccanismi di difesa

La proiezione fa parte dei meccanismi di difesa descritti già da Freud agli esordi della sua carriera. La sua prima topica era costituita da tre istanze psicologiche: conscio, preconscio e inconscio.

Della prima istanza fanno parte tutti gli elementi della vita psichica di cui l'individuo è perfettamente consapevole, mentre l'inconscio è l'insieme della pulsioni che non possono essere riconosciute dall'individuo perché contrarie alla vita sociale. Le pulsioni, la cui natura è prevalentemente affettiva, cercano però una via di sfogo per evitare un accumulo pericoloso.

Esistono secondo Freud dei canali che permettono ai desideri nascosti di venire fuori, magari anche sotto mentite spoglie, offrendo una valvola di sicurezza all'individuo. I meccanismi di difesa sono una sorta di autoinganno benevolo che consentono l'espressione modulata delle pulsioni garantendo all'Io di non guardare in faccia la realtà.

 

Identificazione e proiezione: meccanismi di difesa e visione dei film

 

La proiezione secondo Freud

La proiezione psichica è una delle difese più importanti. Si tratta di un processo attraverso il quale l'individuo espelle una pulsione che trova sgradevole ai suoi occhi e per allontanarsene il più possibile l'attribuisce ad un altro.

Diciamo che è ciò che ci impedisce di vedere la trave nei nostri occhi quando siamo attenti alla pagliuzza che è negli occhi degli altri. Un forte sentimento di ostilità viene quindi attribuito ad una reazione altrui quando in realtà siamo noi a provarla.

 

Jung e la proiezione delle ombre

Alla prima definizione di Freud sono successe altre interpretazioni o approfondimenti del concetto di proiezione psichica, prima tra tutte quella del suo allievo Carl Gustav Jung.

Secondo Jung l'individuo ha il dovere primo di conoscere se stesso; ciò riguarda anche la propria Ombra, quell'insieme di atteggiamenti, funzioni, meccanismi e contenuti della psiche che non sono pienamente sviluppati; esattamente il suo lato oscuro.

Uno dei modi attraverso cui possiamo conoscere la nostra ombra è proprio attraverso la proiezione. Ciò che non viene elaborato viene gettato all'esterno proprio perché non riconosciuto come proprio. La maturazione dell'individuo passa attraverso il riconoscimento di tutte le parti di Sé, pena una vita vissuta davvero a metà.

 

Identificazione proiettiva

La proiezione è anche parte di un meccanismo descritto da Melania Klein che rappresenta la prima forma di relazione aggressiva con l'oggetto messa in atto dal bambino: l'identificazione proiettiva.

Il bambino ha anche lui dentro di sé delle parti non desiderate e quindi le proietta sull'altro al fine di manipolarle e distruggerle.

 

Il rivolgimento contro il Sé, un'altra forma di difesa