Identità multiple: la positioning theory

Identità unica o identità multiple? Questa è una delle domande che sono sorte a seguito della diffusione delle nuove tecnologie. La risposta ce la propone la Positioning Theory.

Identità multiple: la positioning theory

Una delle critiche più diffuse all’uso indiscriminato delle nuove tecnologie consiste in un uso scorretto dell’anonimato: grazie alla copertura dello schermo posso fingermi mille persone differenti!

Le prime ricerche sulla comunicazione mediata dal computer mettevano in guardia sulla creazione di identità multiple che avrebbero potuto indurre una dispersione dell’identità nell’individuo. La Positioning Theory ribalta questa paura sottolineando come la molteplicità sia insita nel nostro modo di essere.

 

L’importanza del dialogo

La Positioning Theory si situa all’interno della prospettiva dialogico-costruttivista traendone due importanti presupposti:

1. È nel dialogo e quindi nell’incontro con l’altro che riesco a delineare me stesso. L’interlocutore funge da limite e contemporaneamente da cassa di risonanza dandomi dei ritorni su ciò che io presento di me stesso.

2. L’identità è quindi una costruzione, in qualunque ambito io mi trovo, io co-costruisco insieme al mio contesto la mia identità.

3. Ne consegue che la realtà della mia identità è multipla, cioè contemporaneamente io mi definisco in un ambiente mentre sono “altro” insieme ad altre persone e in altri contesti.

Questa visione è facilmente osservabile nel mondo reale dove ognuno di noi può riconoscersi, pur restando sempre la stessa persona, in ruoli e modi di fare differenti a seconda che sia in certi ambienti (scuola, casa, lavoro, ecc.) e/o con determinate persone (familiari, amici, conoscenti, ecc.).

 

Leggi anche Facebook e identità, se non sei iscritto non esisti >>

 

Da dove nasce la pluralità?

Questa pluralità non crea scompensi, anzi agilmente nel quotidiano riusciamo a “interpretare” le nostre identità, questo perché secondo Harrè e van Langenhove a partire dal 2010 offrono una serie di suggestioni che porteranno molti autori a definire la PT.

L’identità offrirebbe un senso di unicità e unità, ma in effetti è costruita da più posizioni. Ogni posizione descrive il modo di essere del soggetto in un contesto o in ambiente. Durante il dialogo il soggetto passa da una Posizione all’altra in modo fluido ed è nel corso delle esperienze che:

> si creano nuove posizioni;

> si eliminano alcune posizioni;

> le posizioni diventano più o meno rilevanti (come in una sorta di gerarchia).

 

Pluralità e Internet

Con la PT la molteplicità di profili, la possibilità di impersonare più immagini di se stessi non fa più paura, o meglio non è più considerato un meccanismo innovativo, bensì è la trasposizione nel contesto digitale di “normali” dinamiche identitarie.

Forse oggi, dopo tanta molteplicità e tanti profili, si comincia ad avvertire la necessità di avere qualcosa, online, che ancori il senso di unicità che la nostra identità ci offre sostenendo la nostra pluralità quotidiana. Staremo a vedere cosa ci offrirà la tecnologia.

 

Leggi anche La foto sui social svela la personalità? >>