Il significato di Salute mentale nella sua Giornata

Il 10 Ottobre ricorre come ogni anno la giornata mondiale della Salute Mentale, che significato assume questo termine nel senso comune? Esistono ancora pregiudizi e stereotipi sulla salute e il disagio psicologico?

Il significato di Salute mentale nella sua Giornata

Il 10 Ottobre, come ogni anno, ricorre la Giornata mondiale della Salute Mentale tema al centro di molte iniziative promosse da Associazioni e Enti di categoria e che lo stesso Ordine Nazionale degli psicologi ha recepito istituendo, proprio il 10 Ottobre, la giornata nazionale della Psicologia.

Ma quali significati assume e a quali accezioni rimanda questo termine nel senso comune?

La Salute Mentale e tutto ciò che ruota intorno alla psiche, alle sue manifestazioni di disagio o di benessere, sono realmente scevre da pregiudizi?

 

Giornata mondiale della Salute Mentale: cosa significa realmente?

Abbiamo fatto riferimento alla Giornata mondiale della Salute Mentale, ma cos’è la Salute Mentale? Se leggete questo termine cosa vi viene più facilmente alla mente?

La domanda potrebbe sembrare banale ma non lo è. Sebbene questo termine rimandi, nel suo senso letterale, ad un concetto positivo di benessere psicologico probabilmente in molti, leggendo un riferimento alla Salute Mentale, saranno indotti a pensare a luoghi e istituzioni sanitarie di cura del disagio psichico: i Centri di Salute Mentale, i Dipartimenti di Salute Mentale e via discorrendo.

Si finisce facilmente per percepire la Salute Mentale come un concetto attinente paradossalmente più ad un ambito psichiatrico, ad un contesto di malattia e di disagio che a dimensioni di benessere e soddisfazione della vita delle persone. Sembra che, in altre parole, venga spontaneo associare la Salute Mentale alla semplice assenza di un disagio o di una qualsivoglia sintomatologia psichiatrica (mandato sociale che grava appunto sulle istituzioni sanitarie di cura).

La Salute Mentale dunque deve essere riduttivamente intesa come semplice assenza di malattia?

 

Che legame c'è tra autoefficacia e salute?

 

Giornata Mondiale della Salute Mentale: la definizione dell'OMS

L’OMS definisce la salute in generale come "uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale, e non semplicemente assenza di malattia o infermità".

Questa definizione, recepita nei suoi presupposti epistemologici e sociali proprio da quella branca della Psicologia che è la Psicologia della Salute (Engel, 1977; Bertini, 2008; 2012), implica che la semplice assenza di un disagio o di una sintomatologia psichiatrica non si identifichi necessariamente una condizione di Salute Mentale.

In altre parole la salute, compresa quella psicologica, non si definisce “in negativo” per assenza di una determinata sintomatologia, non è una condizione opposta e alternativa al disagio/malattia (o c’è l’uno o ce l’altro), ma una dimensione autonoma e parallela che va a definire “in positivo” il benessere psicologico.

Freud la definiva “la capacità di amare e lavorare” ovvero, volendo tradurlo “ai giorni nostri”, la capacità di poter istaurare con soddisfazione dei legami di intimità affettiva e, al contempo, di potersi impegnare nel dare il proprio contributo nella società attraverso un’attività gratificante e fonte di autorealizzazione.

Oggi ogni scuola di pensiero e corrente psicologica coniuga diversamente, in base al proprio modello teorico di riferimento, diverse dimensioni che possono configurare una condizione “positiva” di benessere psicologico e di Salute Mentale.

 

Giornata Mondiale della Salute Mentale: integrazione fra disagio e benessere psicolgico

Che conseguenze ha questo tipo di concezione della Salute Mentale? Anzitutto quella che, se salute e disagio psicologico sono due entità che possono compenetrarsi e coesistere a vari livelli entro una stessa persona, entrambi i concetti ci chiamano in causa e riguardano ognuno di noi.

Ogni persona può sperimentare un disagio psicologico nel corso della vita e, anzi, spesso è proprio attraversando momenti di crisi che si compiono importanti passi avanti in direzione di un maggior benessere psicologico.

In secondo luogo, val la pena di sottolineare come, a volte, l’assenza di sintomi evidenti rappresenti un adattamento alla vita soltanto apparente che sottende un disagio psichico ancora più profondo e che non trova né modalità di espressione, né vie per richiedere aiuto (tutti avranno purtroppo presenti quelle tragedie familiari causate da un raptus omicida apparentemente inspiegabile da parte di chi, si dice, “era tanto una brava persona”..).

L’adattamento sociale, il conformismo alle convenzioni collettive, l’apparente “normalità” e ordinarietà della vita di chiunque non possono essere valori in sé stessi presi a parametro del benessere soggettivo di una persona; così come la manifestazione di un “sintomo” – un attacco di panico ad esempio – non ne connota la “follia” né l’incapacità a vivere anzi, a volte, segna l’inizio di un percorso di cambiamento e di maggior integrazione.

Scriveva Jung:

“Tutto ciò che ci irrita negli altri, può portarci a capire noi stessi”

 

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