Il disegno infantile: cosa comunicano i bambini?

Il disegno infantile è un’immagine e in quanto tale esprime un messaggio, comunica. In questo è polisemantico, ossia non ha significato univoco ma si presta ad interpretazioni diverse: il fattore decisivo della sua comprensione non risiede (solo) nel disegno, ma nella mente di chi lo guarda. La psicologia tuttavia utilizza alcune prove grafiche che sicuramente possono aiutare a scoprire qualcosa di più sui bisogni del bambino, sul suo modo di entrare in relazione con gli altri e di percepire il mondo. Vediamone insieme alcune

Il disegno infantile: cosa comunicano i bambini?

La grande fioritura del disegno infantile comincia nella scuola materna, quando i bambini disegnano volentieri e per gioco senza essere spinti dagli adulti, e va scemando all’inizio dell’età scolastica. Sul finire del diciannovesimo secolo il disegno infantile è diventato a pieno titolo oggetto di attenzione e di ricerca per la sua ricchezza di messaggi.

Molti studi sono stato condotti sui modi di espressione nelle prime età della vita quando il bambino, disegnando senza modello, opera una vera creazione esprimendo tutto ciò che ha in sé. Da ciò, con opportuni strumenti, si può far derivare la visione personale del mondo e della sua personalità.

 

Il disegno infantile: il test della figura umana

Nel disegno infantile della figura umana il bambino rappresenta se stesso, dunque l’immagine che ha di sé e del suo corpo, nonché del suo stato d’animo. Innanzitutto andrebbero osservati: la collocazione del disegno sul foglio, la dimensione del disegno, la forza del tratto grafico e del gesto, i colori utilizzati.

Anche il rispetto delle proporzioni è importante da valutare: una accentuazione di una qualunque parte del corpo è tendenzialmente indicativa di “un bisogno di …”. Nel disegno infantile della figura umana le zone generali d’influenza sono:

Latesta: zona del pensiero, della fantasia, della vita mentale; simbolo della percezione di sé. Se viene raffigurata grande spesso esprime un bisogno di comunicazione, se invece è disegnata piccola spesso indica chiusura e timidezza.

Lafaccia : se omessi organi del viso, si ipotizza ritiro dalla realtà sociale, rifiuto, isolamento.

Gli occhi: espressione di vitalità, delle emozioni del ragazzo (curiosità intellettiva, partecipazione sociale); se mancano può voler dire che il ragazzo si rifiuta di vedere la realtà, se sono grandi indicano curiosità, se molto grandi indicano iperattività, aggressività.

La bocca e i denti: simbolo della nutrizione, dell’affettività, dell’aggressività. Una bocca assente può indicare carenza affettiva, dipendenza, possibili disturbi alimentari; un bocca colorata di rosso può indicare un'aggressività latente.

Il naso: simbolo fallico (non a caso i maschietti lo disegnano in modo più evoluto).

I capelli: simbolo di sessualità, se lunghi esprimerebbero desiderio di piacere agli altri, se corti rivelerebbero una scarsa identificazione nella mamma.

Il collo: zona del rapporto tra la vita istintiva e il controllo razionale della stessa; è l’area di espressione dei conflitti. Se allungato indica desiderio di crescita ed esplorazione.

Il tronco: zona dell’affettività, delle problematiche sessuali e dell’aggressività.

Gambe e piedi: zona del contatto con la realtà concreta.

Braccia e mani: zona di contatto con l’ambiente sociale.

 

Il disegno infantile: il test della famiglia

Nel disegno infantile in cui viene rappresentata la famiglia è necessario osservare il tempo che il bambino impiega per disegnare le singole persone e tutto il disegno, la cura dei particolari, la collocazione dei personaggi, vicinanze e lontananze, primo e ultimo personaggio disegnato, cancellature e ritocchi, omissione di qualche componente (per esempio la sorella …), animali o componenti aggiunti (per esempio una zia …), la somiglianza tra personaggi, atteggiamenti dei componenti, espressioni del volto, i ruoli e l’abbigliamento.

Il bambino tendenzialmente si disegna sempre vicino al personaggio che ama di più. Se la sorella/fratello è tra la madre e il padre, il bambino che disegna probabilmente si percepisca meno amato. Generalmente i genitori sono disegnati per primi e il bambino si colloca tra loro, indice questo di una buona relazione. Il personaggio disegnato per primo o al primo posto è quello con cui il bambino si identifica. Se il bambino disegna prima se stesso infatti si ipotizza un carattere egocentrico, se invece si disegna per ultimo si rivelerebbe una sfiducia in sé. I Personaggi disegnati in disparte esprimerebbero un mancato inserimento, sia esso reale o percepito, mentre escludere proprio un componente della famiglia sarebbe un segno di rifiuto.

Sempre e comunque non dimentichiamo le parole dello psicologo M. Rambert: “Noi non potremmo mai comprendere i disegni di un bambino se egli non ce li spiegasse”.

 

Fonte immagine: the paessels