Meno stress con le coccole

Se pensavate che simbolo del made in italy fossero solo pizza e mandolino, be', non è tutto: le coccole sarebbero fra i primi rimedi nostrani contro lo stress. Lo rivela un sondaggio condotto da un noto marchio di gelati: perché dopo massaggi, abbracci e grattini anche i gelati vanno per la maggiore!

Meno stress con le coccole

Il sondaggio risale a Giugno 2015, un noto marchio di gelati, Antica Gelateria del Corso, intuendo evidentemente quanto i propri prodotti assumessero, specie in estate, il ruolo di comfort foods, ha lanciato un sondaggio sul web dal quale emergerebbe come più della metà degli italiani sente bisogno di coccole per combattere lo stress: da massaggi, baci e carezze agli stessi gelati che, almeno in estate, rappresenterebbero un comfort food d’eccellenza!

Se può sembrare banale non lo è affatto, il contatto fisico rappresenta la prima e più importante forma di conforto e rassicurazione agli esordi della nostra vita.

 

Coccole e stress

Certo, il sondaggio – che ha coinvolto circa 2000 utenti tra i 18 e i 60 anni - va preso per quello che è: un sondaggio online senza alcuna pretesa di ricerca o statuto scientifico. Eppure le conclusioni a cui giunge sono comunque interessanti perché offrono spunto per prendere per un momento molto sul serio qualcosa che, spesso, viene razionalmente relegata ai margini della vita adulta: stiamo parlano delle coccole e del loro potere consolatorio contro lo stress.

Dal sondaggio è emerso che ad aver bisogno di massaggi, carezze e grattini sono soprattutto gli italiani di Lombardia, Lazio e Sicilia con una leggera superiorità degli uomini rispetto alle donne. Le coccole sarebbero ricercate soprattutto a fine giornata per riprendersi dallo stress quotidiano.

 

Le radici della tenerezza

Le carezze, le coccole e il contatto fisico sono tutt’altro che superflue smancerie, certo, rappresentano effusioni affettive che riserviamo alle persone che rientrano nella nostra vita affettiva più intima, mentre con altre persone manteniamo una distanza interpersonale consona a rapporti più formali e non confidenziali.

Oltre a questo, è anche vero che ognuno di noi ha, per motivi caratteriali e culturali, maggiore o minore tolleranza al contatto fisico: quello che fa una semplice carezza per qualcuno lo fa un caloroso abbraccio per un altro, in questo senso ci sono delle differenze individuali e personali.

Ad ogni modo, essere accarezzati e coccolati fisicamente aiuta contro lo stress perché rappresenta qualcosa che ha radici molto profonde nel nostro primitivo senso di identità e sicurezza.

 

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Ricevere coccole da neonati…

Moltissimi studi scientifici condotti nell’ambito della psicologia infantile hanno dimostrato ormai da molto tempo come i neonati vengano al mondo in qualche modo già predisposti, a livello innato, a mettersi in relazione con i caregiver e a richiedere sicurezza e affetto.

Studi condotti negli orfanotrofi da Renè Spitz confermarono come sia vitale per il lattante non soltanto ricevere nutrimento, ma, al tempo stesso, essere sufficientemente confortati dal contatto fisico: essere accarezzato, tenuto in braccio, cullato; sono tutte “coccole” che hanno, al pari dell’alimento, il ruolo di stimolare la regolazione dei ritmi sonno-veglia e dei ritmi della crescita. In mancanza di questa componente di contatto fisico e interattivo, i neonati subivano ritardi e arresti evolutivi nonostante venissero adeguatamente nutriti sul piano alimentare.

 

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…scambiarsi coccole da adulti

Le coccole e la sicurezza affettiva rappresentano dunque dei processi regolatori nascosti (Hofer e Weiner, 1975) che presiedono allo sviluppo e alla regolazione psicobiologia del bambino.

Non c’è da stupirsi dunque se, anche da adulti, le manifestazioni fisiche di affettività e conforto, possano rivelarsi ancora molto potenti nell’aiutarci a combattere lo stress.

Per tutta la vita manteniamo il bisogno di rassicurazione e conforto, essere adulti significa essere in grado di potersi confortare anche da sé e di poter utilizzare una vasta gamma di possibilità: da un comfort food (anche il gelato, l’importante è non essere schiavi della fame emotiva) alla telefonata con un amico, all’ascolto di un brano musicale, alla lettura di un libro o il dedicarci al nostro hobby preferito.

Tutte queste cose e altre possono aiutarci a distenderci, ma anche le più “ancestrali” coccole rappresentano, a seconda delle circostanze, un modo per confortarsi (o essere di conforto) e vivificare le dimensioni di tenerezza e affetto nelle relazioni intime.

È la varietà e la reciprocità a fare la differenza nelle modalità di trovare conforto nella vita adulta, è il come utilizziamo le coccole nella reciprocità delle relazioni a fare la differenza, ma le coccole in sé rimangono coccole e sono sempre ben accette!

 

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