Identificazione e proiezione: meccanismi di difesa e visione dei film

Da Pretty Woman a Tony Montana, da Rossella O'Hara a Tony Manero: tutti noi abbiamo idealmente vestito i panni di alcuni personaggi del grande schermo. E quante volte abbiamo pianto, abbiamo riso con loro, o abbiamo giudicato e criticato le loro scelte come se fossero le nostre. Come se. Cosa entra in gioco durante la visione di un film? Tra le tante cose anche due meccanismi di difesa: l'identificazione e la proiezione. Vediamo cosa accade

Identificazione e proiezione: meccanismi di difesa e visione dei film

Chi di noi non si è mai commosso durante la visione di un bel film? Quale donna non si è mai infilata nelle calze di Pretty woman e quale uomo non si è mai sentito per un attimo un bicipite di Van Damme? E chi di noi non è sbarcato tra le bombe durante Salvate il soldato Ryan, ha strizzato gli occhi con Arancia Meccanica, si è intenerito con Truman Show o ha versato lacrimoni da Oscar durante le battute finali di Big Fish? Come mai accade tutto questo?

Perché ci commuoviamo, ci distacchiamo o ci identifichiamo con i personaggi e le storie del grande schermo? Per spiegarlo dobbiamo richiamare su questa terra Sigmund Freud. "E che diamine, sempre lui!", vi chiederete voi. Ebbene si, sempre e ancora lui, lo Sherlock Holmes dell'animo umano.

Freud, infatti, ci mostra l'esistenza di ciò che lui definì meccanismi di difesa che, in due parole superficiali, ci permettono di modulare il nostro Io che, bistrattato, cerca di barcamenarsi alla meno peggio tra pulsioni dell'Es, moralismi del Super - Io e realtà esterna.

Tra i tanti meccanismi di difesa ne esistono due che vengono inconsapevolmente chiamati in causa quando vediamo un film: la proiezione e l'identificazione.

 

Identificazione e proiezione: lo spettatore tra realtà e finzione

Secondo Cesare Musatti, psicoanalista, lo spettatore vive un distacco tra l’ambiente fittizio della proiezione sullo schermo e l’ambiente reale dell’esperienza: questi due spazi sono contrastanti perché non potrebbero convivere contemporaneamente nell’esperienza cosciente dello spettatore, quindi accade che lo spettatore diventa meno attento all’esperienza propriocettiva (l’ambiente reale dell’esperienza), prediligendo l’esperienza visiva (lo schermo luminoso).

Questo gli permetterà di esperire una situazione di regressione e di passività attiva che lo porterà ad attivare i processi di identificazione e di proiezione, potenti meccanismi di difesa che lo spettatore innesca durante la visione di un film (e non solo).

 

Identificazione e proiezione: l'identificazione durante i film

In psicoanalisi l'identificazione è uno dei meccanismo di difesa più utilizzati, mediante il quale un individuo plasma il suo modo di essere mutuando da un altro individuo parti, comportamenti, atteggiamenti propri di quest'ultimo.

Se l'identificazione è un processo naturale durante lo sviluppo psicoaffettivo del bambino, può sfociare, invece, nel patologico durante l'età adulta quando diventa l'unico modo, o quello prediletto, di vivere la realtà. Durante la visione di un film, i processi identificativi sono particolarmente attivi: lo spettatore sa di potersi permettere questo, in quanto la durata dell'identificazione con il personaggio non è prolungata per n tempo, ma si limita all' intervallo della visione.

L’identificazione non sempre avviene nei confronti del protagonista, ma spesso si attua nei confronti di un qualsiasi personaggio che ci risuona in maniera differente, più intima e profonda. Attraverso l’identificazione il cinema permette allo spettatore anche di identificarsi con personaggi che consentono la soddisfazione di impulsi che, nella realtà, non sarebbe mai portato a soddisfare.

 

Identificazione e proiezione: la proiezione durante i film

La proiezione in psicoanalisi indica un meccanismo di difesa che consiste nello spostare sentimenti, caratteristiche proprie, parti di sé, desideri, che generalmente si rifiutano o non ci si riconosce come propri, su altri oggetti o persone.

Anche se il meccanismo dell'identificazione è quello che maggiormente agisce durante la visione di un film, la proiezione è ugualmente potente, in quanto lo spettatore attribuisce molto spesso ai personaggi di un film emozioni e sentimenti che più o meno consciamente sono suoi. La proiezione è quello che noi utilizziamo quando dobbiamo definire la qualità dei personaggi e il loro comportamento: il bello, il buono, il cattivo, l'eroe, l'assassino, e via dicendo.

Proiezione e identificazione agiscono contemporaneamente: l’identificazione fa essere allo spettatore tutti i personaggi, la proiezione fa che tutti i personaggi siano lo spettatore, un po' alla Uno, nessuno e centomila di Pirandello. L’identificazione facilita la proiezione e la proiezione rafforza l’identificazione: attraverso questi meccanismi lo spettatore soddisfa in modo parziale le sue pulsioni che vengono represse all’interno della società.

Ciò permette di comprendere anche come mai dinanzi a temi forti quali tradimenti, omicidi, intrighi, violenza, sesso, si è molto più tolleranti di quanto non accade nella vita. Certo, c’è anche da dire che tutto questo spesso nei film è funzionale alla realizzazione di un lieto fine, cosa che lo spettatore cerca quasi sempre quando si appresta a vedere un film, in quanto gli serve per tornare con un atteggiamento positivo alla sua realtà. E ora… buona visione!

 

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