Arrabbiarsi è giusto o sbagliato?

La rabbia è un’emozione controversa, di cui spesso ci si pente o che non si riesce ad esprimere adeguatamente. Né troppa, né poca… dove sta la “via di mezzo”?

Arrabbiarsi è giusto o sbagliato?

La rabbia è un’emozione associata per lo più a sensazioni sgradevoli, che sembra non essere mai “dosata” nel modo appropriato. C’è chi è preda di intense esplosioni con cui finisce per travolgere chi gli sta intorno e chi, al contrario, la serba dentro di sé, inespressa, ostentando un forzato e inautentico sorriso… La rabbia è davvero un’emozione da evitare? Può essere molto utile a patto che la si sappia utilizzare…

 

La rabbia come “carburante” motivazionale

Pensate al carburante della vostra auto: il petrolio non è a caso definito l’“oro nero” perché muove, nel senso sia letterale che figurato, l’economia del mondo… Senza benzina rimaniamo a piedi, ne abbiamo assoluto bisogno per poterci muovere, eppure questo bene prezioso può trasformarsi in una furia devastante se viene incendiato.

La rabbia può essere assimilata a uno dei possibili carburanti della nostra psiche (non l’unico si intende… ma d’altra parte sembra esistano ormai anche molte alternative “green” per far muovere le auto…): può aiutarci a spostarci, a muoverci nella direzione dei nostri obiettivi oppure prendere il sopravvento e abbattere la sua furia distruttiva su di noi e coloro che ci sono vicino. Dipende dall’uso che ne facciamo…

 

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La rabbia come emozione primaria

Se ancora non siete convinti del potere adattivo della rabbia vi basti pensare che essa rappresenta un’emozione primaria, innata e assolutamente funzionale alla sopravvivenza.

La rabbia ci fornisce l’energia motivazionale necessaria a fronteggiare le contrarietà della vita, a rivendicare i nostri diritti e le nostre opinioni e a perseguire con determinazione i nostri obiettivi. Chi avesse visto la seconda stagione di Stranger Things avrà trovato un ottimo esempio “fantastico” di quanto intendo nel personaggio di Jane: solo concentrandosi su ciò che le fa provare più rabbia riesce a trovare la spinta motivazionale per sfruttare al massimo i suoi poteri sovrannaturali.

La rabbia dunque non è né buona né cattiva: è un’emozione potenzialmente utile a patto che la si sappia riconoscere, gestire ed esprimere adeguatamente.

 

La rabbia può farci ammalare?

La rabbia è dannosa e disadattava sia quando è “troppa” che quando è “troppo poca”. Chi è sovrastato dalla collera non è in condizione di pensare con lucidità, può arrivare a dire o fare cose di cui si pente e allontana gli altri da sé riuscendo difficilmente a trovare un punto di incontro.

Può darsi che si trovi in una posizione di potere e goda dell’illusorio privilegio di poter fare o dire ciò che vuole, ma nessuno dei nostri comportamenti rimane privo di conseguenze. Senza contare poi che coloro che hanno un temperamento collerico, quelli che la psicosomatica definisce personalità di tipo A, tendono ad andare incontro più facilmente a infarti e altre malattie cardiovascolari.

Anche chi reprime la rabbia può tuttavia andare incontro a malesseri fisici e psicologici (è il significato di molte patologie psicosomatiche e di molte depressioni cliniche) oltre a non riuscire mai a “farsi valere” nelle situazioni in cui si coinvolge.

Due quadri, questi, che sembrano uno all’opposto dell’altro, eppure fra queste due modalità disfunzionali di gestire la rabbia ci sono molte più affinità di quanto si pensi…

 

Gestire la rabbia: la psicoterapia

Sia in chi ne viene travolto, sia in chi la reprime fino ad ammalarsi c’è in qualche modo l’assunto di base che la rabbia non possa essere altro che qualcosa di distruttivo e di devastante. Cos’è che consente invece di esprimere adeguatamente la rabbia? Sicuramente due elementi: l’intelligenza emotiva e un’adeguata capacità di riflettere sugli eventi che accadono.

Saper riconoscere le emozioni che si stanno provando ed essere in grado di riflettere su di esse nel momento in cui si accadono è una risorsa imprescindibile per esprimerle senza farcene travolgere.

In un certo senso, sia chi viene travolto dalla collera, sia chi la reprime non è in grado di riconoscerla e di elaborarla: nel primo caso il pensiero è sostituito dall’agito aggressivo e impulsivo, del tutto irriflessivo; nel secondo la rabbia non arriva mai alla soglia di coscienza e può venir espressa ad esempio tramite un malessere fisico senza che la psiche della persona ne registri la presenza.

Poter riconoscere e tollerare di essere arrabbiati rappresenta un’alternativa utile per gestire la rabbia e canalizzarla in modi opportuni.  Occorre saper gestire adeguatamente le proprie emozioni, renderle alleate invece che nemiche della propria psiche. Riuscire ad “addomesticare” le proprie emozioni, compresa la rabbia, per poter vivere una vita più soddisfacente e serena rappresenta uno dei più comuni obiettivi di chi intraprende una psicoterapia.

 

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