Sindrome della Fase del Sonno Ritardata: cronoterapia o vita notturna?
Non riuscire a prendere sonno prima delle 2 o le 4 del mattino e svegliarsi non prima delle prime ore del pomeriggio per rendere al meglio prevalentemente nelle ore serali e notturne… La Sindrome Della Fase Del Sonno Ritardata è un disturbo del sonno spesso cronico che può interferire notevolmente con le comuni attività quotidiane, per lo più “tarate” sui normali ritmi crono-biologici insostenibili per “quelli della notte”. Varie sono le proposte terapeutiche come la cronoterapia, ma la miglior soluzione sembra quella di dedicarsi ad attività compatibili col proprio ritmo “notturno”.
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La Sindrome della Fase del Sonno Ritardata (SRPS) è un’alterazione del ritmo crono-biologico del sonno caratterizzata da un ritardo sistematico dell’ora di addormentamento che avviene due o tre ore dopo la mezzanotte con un risveglio a metà giornata. Tale sindrome produce notevoli difficoltà di risveglio negli orari “naturali” con potenziali conseguenze sull’andamento scolastico e lavorativo e la vita sociale. Dalla cronoterapia, alla melatonina alla fototerapia alle terapie farmacologiche… molti dubbi permangono su quale sia una terapia efficace, spesso adattare lavoro e stile di vita alla propria natura “notturna” rimane il modo migliore …
L’insonnia secondaria
Coloro che si riconoscono nella Sindrome della Fase di Sonno Ritardata sanno bene quanto sia difficile adeguarsi a quelli che sono i ritmi socialmente accettati nella vita e nelle attività quotidiane. Queste persone riescono comunque ad usufruire di un sonno ristoratore purché fatto secondo i propri ritmi ritardati, se costrette a svegliarsi al mattino presto hanno invece difficoltà a funzionare adeguatamente risentendo secondariamente di tutte le conseguenze psico-fisiche tipiche dell’insonnia. La loro carenza di sonno tuttavia è secondaria e li rende rallentati e poco efficienti nelle ore diurne mentre è alla sera e negli orari notturni che queste persone rendono al meglio.
La Sindrome Della Fase Di Sonno Ritardata negli adulti e in adolescenza
La Sindrome della Fase di Sonno Ritardata è un disturbo molto comune in adolescenza dove può riflettere inquietudini e angosce depressive transitorie tipiche di questa fase di passaggio. Altre volte invece è un disturbo che si cronicizza e permane anche in età adulta configurando quello che è il ritmo crono-biologico stabile della persona. In tutti i casi comunque la Sindrome della Fase di Sonno Ritardata non è un comportamento deliberato e si configura solo secondariamente come un disturbo patologico là dove le condizioni ambientali non consentono alla persona di rispettare i suoi ritmi sonno-veglia impedendogli di dormire e riposare a sufficienza.
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La cronoterapia
La cronoterapia è una delle metodologie terapeutiche più diffuse per la Sindrome della Fase di Sonno Ritardata: si tratta di posticipare progressivamente l’orario di addormentamento e di risveglio fino a compiere un “giro completo” delle lancette dell’orologio e a riassestarsi su orari più adeguati. Questo metodo tuttavia, se non viene seguito e mantenuto rigidamente, si rivela inefficace a lungo termine: appena si “sgarra” e, per qualunque motivo o necessità, si ritarda l’ora in cui si va a dormire, si rompe l’equilibrio faticosamente raggiunto tornando facilmente ai ritmi precedenti. Non sembrano esserci vie di mezzo dunque: da un lato la cronoterapia, perché sia efficace, imporrebbe alla persona di adeguare rigidamente la sua vita a schemi e orari fissi di addormentamento; dall’altro l’unica soluzione realmente duratura sembrerebbe quella, all’inverso, di adeguare il proprio stile di vita alla propria natura “notturna”, scegliendo ad esempio, là dove sia possibile, un lavoro o un’attività che non richieda di svegliarsi al mattino.
Immagine | Jessica Merz