Pedofilia: un fenomeno sociale, psicologico e giuridico

La pedofilia è considerata una parafilia, una devianza sessuale caratterizzata da un inadeguato oggetto d’amore. Non è sempre stato considerato un atto spregevole e la sua definizione psicologica e giuridica risente della più vasta valutazione sociale

Pedofilia: un fenomeno sociale, psicologico e giuridico

Si parla di pedofilia quando un soggetto adulto (in realtà maggiore di 16 anni) coinvolge in attività sessuali uno o più bambini prepuberi. In ambito psicologico è considerata una parafilia, uno stato d’eccitazione deviante verso oggetti o partner inadatti, spesso derivante dall’incapacità di creare un’intimità emotiva e sessuale "sana". Nella maggior parte delle culture si tratta di un disturbo più comune tra gli uomini che può essere letto come fenomeno sociale, psicologico o giuridico.

 

La pedofilia come fenomeno storico-sociale

I pedofili non sono una novità del momento, ci sono riferimenti in tutte le epoche, anche se l’atteggiamento nei loro confronti è cambiato notevolmente. Il fenomeno ebbe la sua massima diffusione nella Grecia classica. Era accettato che un adulto edotto attraverso questa relazione anche spirituale e pedagogica, trasmettesse il proprio sapere e la sua esperienza ad un giovane adolescente (generalmente tra i 12 e i 18 anni). Questa pratica era considerata lecita, invece i rapporti con minori di 12 anni erano considerati un crimine. In epoca romana la pedofilia fu spogliata della sua veste filosofica. Il minore era uno schiavo o il figlio di uno schiavo o di un nemico sconfitto. Ciò diede un nuovo significato a questo genere di rapporto associandolo alla brutalità e alla sopraffazione: la pratica sessuale non era che un riflesso della politica assoggettatrice di Roma. Con il Cristianesimo e la fine del paganesimo, venne restituita dignità al bambino/fanciullo e da quel momento le attenzioni dei pedofili vennero condannate e disprezzate.

 

La pedofilia come fenomeno psicologico

Da un punto di vista psicologico occorre sottolineare che per il pedofilo non è importante il sesso del bambino, ma la sua età. L’oggetto d’amore è appetibile dalla primissima infanzia fino all’inizio della pubertà: la sua desiderabilità cessa con la maturazione sessuale. Secondo Hans Gliese questi soggetti sono caratterizzati da una strutturazione mentale che non si modifica realmente neanche con la psicoterapia, ma resta sopita e può risvegliata da un qualunque stimolo.

 

Esistono diverse teorie circa la genesi della pedofilia, secondo Bernard Glueck sono due le ipotesi principali: un arresto dello sviluppo sessuale dovuto a un trauma o la soluzione dei conflitti sessuali senza l’aiuto della sublimazione. Secondo lo stesso autore è possibile individuare quattro possibili cause:
1.   Eccessiva paura di castrazione dovuta al complesso edipico [Approfondimento su complesso di Edipo] che impedirebbe di avere dei rapporti sani con donne mature;
2.   Inibizioni di carattere schizoide o schizofrenico;
3.   Mancanza di controllo degli impulsi a causa di un Io debole;
4.   Scarsa capacità di sublimazione.

 

La pedofilia come fenomeno giuridico

La possibilità di perseguire giuridicamente il pedofilo è strettamente connessa all’accettabilità sociale del fenomeno all’interno di un gruppo in un determinato periodo storico. Ad ogni modo, occorre sempre ricordare che sebbene esistano diversi autori che hanno cercato di giustificare rapporti di questo tipo, siamo in presenza di una relazione impari in cui il soggetto debole potrebbe non avere la forza di sottrarsi al suo "orteggiatore". Come sostiene Cosimo Schinaia, psicanalista: “Il diverso significato che viene ad assumere la relazione pedofila, la sua relatività storica, prescinde dalla constatazione che c'è la costante presenza di un minimo comune denominatore, che consiste nella asimmetria esistente nel rapporto tra l'adulto e il bambino o l'adolescente. Tale asimmetria si costituisce in ogni caso come il cardine di una relazione di abuso, al cui interno si determina un divario di potere che nessuna passiva acquiescenza, scambiata o contrabbandata per consenso, potrà annullare o ridurre”.

 

In Italia vige una serie di norme contro la pedofilia, lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù” che si richiama alla Convenzione sui Diritti del Fanciullo (New York 20/11/1989). Sono considerati reato la prostituzione minorile, la pornografia minorile la detenzione di materiale pedopornografico e il turismo sessuale a danno dei minori.