Disturbo comportamentale del sonno, parasonnia della fase REM

I disturbi del sonno costituiscono un insieme variegato di problematiche di cui l'insonnia è "solo" l'esponente più noto. Tra le parasonnie c'è anche il Disturbo comportamentale del sonno. Vediamo di cosa si tratta

Disturbo comportamentale del sonno, parasonnia della fase REM

Il sonno è un processo fisiologico molto complesso che comprende una serie di modifiche sia dell'attività cerebrale, sia dello stato del corpo a livello muscolare e ormonale.

Le parasonnie sono dei disturbi del regolare processo che comportano una sorta di alternativa al "normale" svolgimento dello stesso: è come se il soggetto decidesse durante il sonno di portare avanti un altro compito con un comportamento bizzarro.

Alcune parasonnie sono caratteristiche della cosìdetta fase REM e altre della fase NonREM. Tra le prime c'è anche il Disturbo Comportamentale del sonno, scopriamo di cosa si tratta.

 

Il Disturbo comportamentale del sonno e le sue caratteristiche

Il disturbo comportamentale del sonno ha luogo, quindi, durante la fase REM, cioè l'ultima fase del ciclo del sonno durante la quale gli occhi si muovono rapidamente e che tendenzialmente è associata al sognare.

A livello muscolare si registra una perdita del tono muscolare, cioè i muscoli non rispondono più agli stimoli: se sogniamo di correre e il nostro cervello è convinto di dover inviare ai muscoli delle gambe il segnale di muoversi, queste non reagiscono e noi non cadiamo dal letto a causa di una fuga immaginari; nel caso di Disturbo Comportamentale del sonno invece questa atonia diventa meno intensa, cioè i muscoli reagiscono maggiormente agli stimoli.

I pazienti quindi, con differente intensità, si muovono nel letto, generalmente con movimenti bruschi quali calci o pugni, tali azioni possono avere delle spiacevoli conseguenze sia per la persona, sia per coloro che dormono accanto: non sono rare le aggressioni involontarie.

 

Come si presenta il fenomeno

Questa tipologia di parasonnia colpisce più frequentemente gli uomini rispetto alle donne, con attacchi della durata di che va da due a 10 minuti, mentre le frequenza è variabile: da più episodi per notte si passa a un attacco mensili o anche più raro.

I soggetti che ne sono affetti sono perlopiù over 60 e nel 40% dei casi si associa ad altre patologie della vecchiaia  di tipo neurodegenerativo: la maggior parte dei casi però è idiopatica. La patologia è cronica, sebbene quando si associa ad altre forme possa diminuire di intensità. Si verificano alcuni casi di manifestazioni passeggere spesso associate all'assunzione di antidepressivi o a stati astinenza o a intossicazioni da alcol e stupefacenti.

 

Diagnosi e trattamento del disturbo comportamentale del sonno

La diagnosi del disturbo comportamentale del sonno viene effettuata prima di tutto considerando l'età del soggetto e a partire dalle descrizioni di un eventuale compagno di sonno che può documentare i comportamenti (anche verbali) aggressivi del soggetto.

Tipicamente chi ne soffre, se svegliato, è in grado di ricordare cosa stesse sognando: frequentemente si tratta di incubi in cui il paziente cerca di difendersi da un attacco da parte di animali o altre persone, da qui il comportamento violento. A questo punto si somministrano dei test e si effettuano registrazioni del sonno per osservare direttamente la crisi. infine, vengono effettuate una serie di misurazioni cliniche: elettroencefalogramma, elettromiogramma e respirogramma.

Il trattamento prevede uso di farmaci, ma anche della melatonina: la possibilità di scelta sono molteplici a discrezione del medico e del quadro clinico complessivo del paziente.

Ad esso è importante associare una serie di attenzioni "ambientali" per aumentare la sicurezza durante il sonno: materasso a terra, assenza di oggetti pericolosi a portata di mano fino a dormire da soli.

 

Le parasonnie e gli altri disturbi del sonno

 

Per approfondire:

> I disturbi del sonno