Le possibili cause psicologiche dell'astenia

L’astenia, ovvero la percezione di una grave e apparentemente immotivata mancanza di forze, può essere una risposta non solo a cause organiche ma anche psicologiche, quando è sul e con il corpo che si esprime un esaurimento di tipo psicologico e emozionale

Le possibili cause psicologiche dell'astenia

Astenia significa, nel suo più letterale significato etimologico, essere privi di forza alludendo, con ciò, ad una generalizzata condizione di affaticamento, debolezza, inattività sul piano psico-fisiologico.

Siamo abituati a considerare tale stato come esito di una condizione somatica e organica di malattia ed è certamente questa che dobbiamo escludere per prima poiché l’astenia, come sintomo aspecifico, può segnalare condizioni patologiche di differente livello di gravità medica.

Affaticamento e debolezza non sono tuttavia soltanto sintomi di una malattia fisica, possono segnalare anche uno stato di esaurimento e di disagio dal punto di vista psicologico come accade negli stati depressivi della mente e negli stati ansiosi.

 

Astenia e depressione

L’astenia è fortemente correlata con gli stati depressivi della mente, tanto da essere inclusa nei sintomi che, nel DSM, consentono, in associazione con altri, di fare diagnosi di episodio depressivo maggiore.

Che si tratti o meno di stati depressivi che raggiungono dimensioni di tipo clinico, è indubbio che uno stato psicologico caratterizzato da tristezza, disperazione, autosvalutazione o senso di colpa possa riflettersi in uno stato analogo di prostrazione fisica.

Anzi avviene in alcuni casi che i vissuti depressivi non siano avvertiti e riconosciuti dalla persona che ne soffre che tende a spostarli e ad esprimerli quasi esclusivamente sul corpo: sono questi i casi in cui l’astenia esprime per via somatica uno stato depressivo della mente, stato che può almeno inizialmente essere facilmente scambiato per una condizione di malattia fisica.

 

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Astenia e ansia

Anche l’ansia, specie se cronica, può portare ad un esaurimento delle energie non solo psichiche ma anche fisiche della persona. Pensateci un attimo, in condizioni di allerta e paura quali sono le reazioni del vostro corpo?

I muscoli si contraggono, il cuore batte forte, il respiro di fa corto e affannoso: tutto il nostro organismo è in quello stato di attivazione e allerta, sostenuto dalla produzione degli ormoni dello stress che attivano il sistema nervoso autonomo.

Se lo stato di allerta non si limita al pericolo immediato ma permane come condizione cronica con cui si vive ogni evento presente o si teme ogni evento futuro tutto questo pone il nostro fisico a dura prova.

Ne sanno qualcosa coloro che hanno sperimentato la sgradevole sensazione dell’attacco di panico: al termine dell’attacco ci si ritrova spossati ed esausti.

Per questo i metodi di rilassamento, come il Training Autogeno, portano benessere e quiete mentale partendo dal corpo e insegnando alla persona anzitutto a invertire, dal punto di vista fisico, il circuito di iper-attivazione di allerta tipico degli stati d’ansia.

 

Ascoltare il corpo

Un’ultima osservazione che inverte i termini della questione: siamo talmente poco abituati ad ascoltare correttamente i segnali del corpo che può talvolta accadere anche il contrario ovvero che si scambi un reale stato di stanchezza e di affaticamento con un qualche stato di disagio psicologico.

Pensateci: ci sono momenti in cui i solito problemi, le incombenze di ogni giorno, le preoccupazioni grandi e piccole che serbiamo in testa ci sembrano di colpo enormi e insormontabili.

Può darsi ci sorprendiamo a pensare in questo modo a fine giornata, dopo ore di lavoro e concentrazione intensa... a volte è vero dunque anche il contrario: il nostro corpo e la nostra mente hanno bisogno di riposo, possiamo rimandare il momento in cui penseremo a tutti i problemi che abbiamo in testa, siamo “semplicemente” stanchi…

 

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