Assorbimento: origine e come si manifesta

L’assorbimento rappresenta una delle più comuni alterazioni dello stato di coscienza, una manifestazione dissociativa in molti casi benigna non necessariamente correlata a un disturbo psicopatologico. Vediamo meglio di cosa si tratta

Assorbimento: origine e come si manifesta

L’assorbimento rappresenta una delle più semplici e comuni manifestazioni dissociative, non sempre si tratta di un sintomo di un disturbo psicopatologico.

Essere totalmente assorbiti da quello che si sta facendo o pensando rappresentano esperienze ordinarie per ognuno di noi.

Vediamo meglio di cosa si tratta.

 

L’assorbimento: come si manifesta

Sarà capitato a molti di ritrovarsi talmente assorbiti da un compito da svolgere, dalla lettura di un libro o dalle proprie fantasticherie da perdere per qualche tempo il contatto con la realtà circostante.

Può darsi che ciò che stavate facendo o pensando vi prendesse talmente da non farvi notare qualcuno che entrava nella stanza o che vi rivolgeva una domanda o lo squillo del telefono.

Queste temporanee “disconnessioni” possono rappresentare esperienze occasionali e del tutto normali e solo in alcuni casi accompagnarsi ad altri sintomi dissociativi che possono far pensare ad un vero e proprio quadro psicopatologico.

 

L'assorbimento, un fenomeno non patologico

Nella sua versione sana e non patologica, l’assorbimento può rappresentare una caratteristica adattiva o comunque non interferente con un normale e soddisfacente rapporto con la realtà e con gli altri.

Secondo la letteratura, inoltre, ci sono persone che, più facilmente di altre, hanno la capacità di reagire agli eventi in modalità tali da favorire la comparsa di fenomeni dissociativi, sia subclinici che patologici.

C’è chi non riesce a star fermo un attimo e che per mantenere la concentrazione su ciò che sta facendo ha bisogno dell’assoluto silenzio e che invece accede spontaneamente ad uno stato in cui è capace di concentrarsi totalmente su ciò che fa, escludendo automaticamente tutto il resto fino ad esserne assorbito totalmente.

Queste caratteristiche sembra siano correlate con alcuni tratti di personalità, come ad esempio l’introversione, ovvero la tendenza a orientare il proprio funzionamento psicologico dando la priorità alle sensazioni interne rispetto alle percezioni e agli stimoli provenienti dall’ambiente esterno.

 

Assorbimento e disturbi dissociativi

L’assorbimento, come fenomeno subclinico, non è necessariamente problematico questo è vero se non si accompagna ad altri sintomi dissociativi – come derealizzazione e depersonalizzazione – se non interviene cronicamente o troppo spesso in maniera tale da compromettere il buon funzionamento sociale e lavorativo e se la persona non sperimenta difficoltà o forte disagio al “risveglio”.

Quando invece l’assorbimento è associato ad un disagio psicologico questo e altri sintomi dissociativi rappresentano una modalità difensiva – episodica o cronica - mediante la quale la mente cerca di proteggersi da eventi stressanti potenzialmente traumatici – o che evocano traumi passati – disconoscendo la propria partecipazione a quanto accade.

L’assorbimento quindi ci illustra come la dissociazione non rappresenti un fenomeno “tutto o nulla” identificato tout court con la psicopatologia, piuttosto un meccanismo che, a seguito di caratteristiche di personalità e della storia di vita della persona, può dar luogo a fenomeni subclinici e ordinariamente sperimentati da molti o a sintomatologie che esprimono un vero e proprio disagio psicologico.

 

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Immagine | Rido