Fantasticare: fuga dalla realtà o intelligenza creativa?

Fantasticare può essere un attività associata a mancanza di attenzione e concentrazione o una modalità di fuga dalla realtà. Tuttavia le più recenti scoperte e teorie neuropsicologiche sembrano riabilitare quella del “sognare a occhi aperti” come una preziosa risorsa per noi stessi.

Fantasticare: fuga dalla realtà o intelligenza creativa?

Walter Mitty è il protagonista dell’ultimo film di Ben Stiller (I sogni segreti di Walter Mitty, 2013): uno schivo archivista di pellicole fotografiche per una grande rivista americana che, nel lavoro come nella vita, vive ritirato e silenzioso conducendo un’esistenza frustrante e monotona, con difficoltà nell'instaurare con gli altri le relazioni che pure tanto vorrebbe. Lo salva la sua straordinaria capacità di fantasticare imprese straordinarie che “compensano” l’atteggiamento evitante che mantiene nella vita reale e la vergogna e la frustrazione che ne derivano. Sarà proprio questa sua capacità di “immaginare l’impossibile” tuttavia a riscattarlo dall’ombra e ad aiutarlo ad affrontare inaspettatamente le avventure più impensate avvicinandolo finalmente nella realtà alla realizzazione dei suoi desideri.

 

Fantasticare e desiderare per aprire nuovi orizzonti

Alcuni recenti studi condotti nell’ambito della neuropsicologia illustrano come fantasticare e sognare ad occhi aperti sia un’attività della mente tutt’altro che inutile o controproducente, ma che potrebbe invece aiutarci a risolvere creativamente i problemi e ad affinare la nostra intelligenza.

 

Sai dove nasce l'atto creativo?


Secondo uno studio pubblicato su Psychological Science infatti, lasciar andare la mente e fantasticare attivamente sui propri desideri rappresenterebbe un’attività funzionale allo sviluppo della creatività e di nuove idee: se nella realtà dobbiamo venire a patti con molti limiti, nella fantasia tutto è possibile e questo aiuta la mente ad allargare i propri orizzonti sviluppando un pensiero creativo che può portare a contemplare soluzioni da nuovi punti di vista (Fox, K.C.R., Andrews-Hanna, J.R., & Christoff, K. (in preparation). Mind wandering: More than just default mode network activity? Trends in Cognitive Sciences).

 

L’intelligenza di fantasticare per raggiungere i propri obiettivi

Gli studi del Prof. Kaufmann della New York University hanno recentemente evidenziato quanto il mind-wandering, o daydreaming, anche quando è causa di distrazioni quotidiane apparentemente bizzarre o controproducenti rappresenti invece una risorsa al più ampio servizio dell’intelligenza e della soluzione di problemi (McMillan RL, Kaufman SB and Singer JL (2013) Ode to positive constructive daydreaming. Front. Psychol. 4:626. doi: 10.3389/fpsyg.2013.00626).

Sarebbe tutta una questione di priorità: secondo Kaufmann, autore della così detta Teoria dell’Intelligenza Personale, l’intelligenza di una persona non si misurerebbe tanto dalla capacità di mera esecuzione di semplici compiti sperimentali, quanto dalla possibilità di convogliare tutte le risorse mentali, sia volontarie (come attenzione, memoria etc) che spontanee (come intuizione, emozioni, memoria episodica etc.) per raggiungere obiettivi personali importanti nel lungo periodo. In questa prospettiva, secondo l’autore, fantasticare, anche interrompendo attività quotidiane o distraendoci dalle incombenze ordinarie per seguire un flusso di pensieri apparentemente “fuori tema”, sarebbe funzionale alla risoluzione di problemi più importanti a lungo termine.

 

Se fantasticare diventa una fuga dalla realtà

Certo, fantasticare può essere anche una fuga compulsiva dalla realtà che ostacola invece che favorire l’integrazione e l’adattamento alla vita se messo in atto come misura preventiva per evitare il rischio di confrontarsi col mondo. E’ ciò che avviene all’omonima protagonista del film Il favoloso mondo di Amélie (Jean-Pierre Jeunet, 2001) che rischia di rinunciare a vivere la vita “reale” chiusa nel suo mondo protettivo di fantasie. E’ a lei che il suo vicino di casa, il così detto “uomo di vetro” per la malattia congenita delle sue ossa, dice:

“Mia piccola Amélie, lei non ha le ossa di vetro. Lei può scontrarsi con la vita. Se lei si lascia scappare questa occasione con il tempo sarà il suo cuore che diventerà secco e fragile come il mio scheletro. Perciò si lanci, accidenti a lei!”

 

Vi proponiamo in questo video un assaggio del film I sogni segreti di Walter Mitty in cui il protagonista si incanta spesso vivendo nella sua mente esperienze straordinarie.