Bambini plusdotati, riconoscerli e sostenerli

Il talento è un dono che va accettato, accolto, accudito e coltivato permettendogli di esprimere la sua potenzialità, rispettando i bisogni e le caratteristiche di chi lo ha ricevuto.

Bambini plusdotati, riconoscerli e sostenerli

Mary è la protagonista del film "Gifted: Il Dono Del Talento" (2017), una bambina di 7 anni che manifesta una eccezionale capacità nella matematica e non solo. A scuola Mary si annoia, conosce tutte le risposte, ritiene inutile e banale la spiegazione della maestra e non comprende la necessità di andare a lezione

Mary è una bambina plusdotata. Quando si parla di plusdotazione si fa riferimento ad un complesso insieme di caratteristiche personali, comportamentali e genetiche che si possono esprimere in determinate aree e circostanze della vita.

Per intenderci sto parlando dei comunemente chiamati “Bambini Prodigio”.

Sono quei bambini che fin da piccoli fanno ed esprimono cose estremamente complesse per la loro età, hanno un talento e appaiono straordinari agli occhi degli adulti, spesso increduli e un po’ spaventati davanti a questa straordinarietà.

 

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Come riconoscere un bambino Plusdotato?

I bambini plusdotati sono circa il 2% della popolazione che arriva fino al 5% se consideriamo anche quelli ad alto potenziale.

Facciamo un po’ di chiarezza: definiamo “Ad alto potenziale” quando il Quoziente Intellettivo (QI) si colloca tra il 120 e il 129 (120-124 moderatamente dotato, 125-129 dotato), “Plusdotato” se il QI supera il 130 (130-135 molto dotato, 136-140 eccezionalmente dotato, >140 eccezionalmente e intensamente dotato).

La media del quoziente intellettivo è nel range 85-115.

I punti di forza dei bambini plusdotati sono:

A livello cognitivo e degli apprendimenti: acquisizione precoce del linguaggio e della capacità di lettura, un vocabolario ampio e uso di frasi complesse, eccezionali capacità di memoria, ricerca di approfondimento anche ponendo continue domande, interesse per concetti astratti e relazioni causali, identificazione degli aspetti salienti del problema e ricerca rapida di soluzioni spesso creative e innovative (pensiero divergente), eccezionali competenze in una materia specifica o in più materie, apprendimento rapido e precoce rispetto ai coetanei, uso dell’intuizione, capacità di connettere concetti anche complessi, produzione orale ricca e fluente.

A livello personale e interpersonale: elevato senso dell’umorismo, grande energia, spirito di indipendenza, tendenza al perfezionismo, elevate immaginazione, curiosità e creatività, sensibilità, elevato senso di giustizia ed equità, amano imparare, sono coinvolti mentalmente e fisicamente in quello che svolgono, lavorano intensamente e sanno generalizzare quello che apprendono.

Punti di debolezza di un’elevata intelligenza

Ma è davvero tutto oro ciò che luccica? Siamo certi che questa elevata intelligenza non porti con sé alcuna difficoltà? Ebbene i bambini plusdotati vivono molte difficoltà a livello emotivo e relazionale:

La comprensione di concetti astratti e la forte sensibilità si associa a una difficoltà a gestire le emozioni intense che possono essere espresse con atteggiamenti errati o apparendo estremamente freddi (es. preoccupazione per la morte)

Preferiscono relazioni con adulti o bambini più grandi, causando isolamento dal gruppo dei pari (es. classe) e sentimenti di diversità e inadeguatezza. Vivono Esperienze di esclusione sociale.

Perfezionismo: la loro tendenza ad essere super performanti li porta a provare ansia e a temere il fallimento. Non accettano i limiti.

Difficoltà scolastiche: il basso livello dei contenuti scolastici può generare demotivazione, noia, frustrazione, sotto-rendimento, fino a rifiuto ed abbandono scolastico.

Il metodo di studio è spesso non adeguato e la capacità organizzativa carente, così da aumentare il già difficile adattamento al contesto scolastico. A volte possono esserci delle conclemate difficoltà nell'apprendimento.

Importante è il ruolo del contesto: spesso famiglia e scuola, pur rendendosi conto del potenziale, non sono in grado di sostenerlo e di fornire stimoli, percorsi e strumenti adeguati. Così non si offre la possibilità al bambino di esprimersi e raggiungere livelli di creatività superiori, attivando un processo di adattamento malsano al contesto e alle richieste meno complesse e stimolanti.

Come sostenere un bambino plusdotato?

Il sostegno del bambino plusdotato richiede sicuramente energia, sforzo e un costante impegno da parte della famiglia e della scuola. Tuttavia è fondamentale attivare una risposta ai bisogni espressi da questi bambini.

A scuola le insegnanti dovrebbero personalizzare la didattica, fornendo materiale adeguato al livello intellettivo, più complesso e stimolante e in maggiore quantità così da combattere la noia che sorge in seguito alla rapida conclusione dell’attività data.

Possibile anche accelerazione dei programmi e percorsi scolastici. Tutto questo aumenta la motivazione.

Promuovere lavori di gruppo che permettendo all’alunno gifted di sperimentare la cooperazione con i coetanei ma allo stesso tempo attivare la sua intelligenza anche in modo creativo e assumere ruolo di leader positivo. Generare un clima classe favorevole e inclusivo.

Lavorare sulle problematiche emotive, aiutando a migliorare la gestione dell’ansia, delle paure, ridurre il perfezionismo maladattivo, insegnando a dare un nome e ad esprimere ciò che provano e gestire il fallimento.

Incrementare le capacità organizzative, di gestione dell’attività svolta e il metodo di studio.

I genitori devono allestire ambiente stimolante, favorire l’espressione della creatività e di relazioni funzionali, fornire un modello adeguato di comportamento prosociale. Cooperare con la scuola in modo funzionale.

Quindi è fondamentale sostenere il potenziale di questi bambini per non perdere la loro originalità. Tuttavia accanto allo sviluppo intellettivo non bisogna dimenticare il loro essere bambini e quindi il bisogno di cura, affetto, divertimento, spensieratezza, gioco, accoglienza e ascolto.

Ricordate Mary? Alla fine del film la bambina a 7 anni frequenta l’università di matematica, tuttavia al termine della lezione ritorna dai compagni delle elementari per vivere con loro la bellezza di essere bambini.

 

«I bambini precoci non sono esattamente come gli altri, ma come gli altri sono bambini»  Olivier Revol

 

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