E’ più facile fare confidenze online?

Sembrerebbe più semplice fare confidenze online piuttosto che ad un amico in carne e ossa: ci si racconterebbe con una facilità apparentemente maggiore su blog e forum tematici perché poco implicati personalmente e protetti da una comunicazione asincrona meno influenzata dai feedback dell’interlocutore. Ne risulta un quadro decisamente contro-intuitivo: è il disimpegno e la bassa intimità delle interazioni online ciò che, a differenza di quelle faccia a faccia, incoraggia l’autosvelamento di sé. Ma cosa ci si guadagna?

E’ più facile fare confidenze online?

Secondo la tradizionale Teoria della Penetrazione Sociale di Altman e Taylor (1973) il livello di apertura di sé e di confidenzialità in un’interazione faccia a faccia sarebbe in qualche modo proporzionale al grado di intimità della relazione stessa là dove il passaggio da una semplice conoscenza a una consolidata amicizia procederebbe di pari passo con un aumento del grado di “self-disclosure”. Ebbene, le confidenze online seguirebbero tutt’altra logica: basso coinvolgimento personale, assenza di informazioni non verbali, asincronicità della comunicazione e precise norme sociali porterebbero a raccontarsi a quelli che in ogni caso rimarrebbero quasi degli sconosciuti.

 

Confidenze sui forum tematici

La rassegna della letteratura effettuata da Nguyen e colleghi dell'Università di Sydney (Nguyen, M., et.al., Comparing Online and offline self-disclosure: a systematic review, Cyberpsychology, behavior and social networking, 15, 2, 2012, pp. 103-111), esaminando gli studi sulle differenze fra interazioni diadiche online e faccia a faccia, evidenzia come le confidenze online non aumentino l'intimità delle relazioni ma siano un fenomeno influenzato da fattori differenti legati al contesto virtuale dell’interazione stessa. Internet è un macrocosmo formato di contesti interattivi differenziati governati da precise norme sociali che condizionano il grado di apertura e autosvelamento dei partecipanti: basti pensare alla differenza fra forum di discussione e di sostegno (Brak, A., et.al., Degree and Reciprocity of Self-Disclosure in Online Forums, Cyberpsychology & Behavior, 10,3, 2007). In tali contesti ci si racconta adeguandosi essenzialmente a quelle che sono le norme sociali che li caratterizzano.

 

 

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Online non ci è d’aiuto il non verbale

Le confidenze online sono apparentemente facili anche perché si è protetti dall'anonimato e quindi meno implicati personalmente rispetto alla complessità di un parlante Vis-à-vis. Si detiene un grande controllo su come presentare sé stessi scegliendo quali informazioni fornire e in che modo manipolarle senza che le proprie comunicazioni possano essere “colorate” o “tradite” da aspetti non verbali come tono della voce, gestualità o espressioni facciali; fra l’altro, proprio perché online tali segnali sono assenti, le persone sarebbero indotte a compensare questo “vuoto” aumentando il numero di informazioni personali fornite rispetto ad analoghe conversazioni faccia a faccia dove parte della comunicazione è completata dal non verbale.

 

Le confidenze online sono reali?

Le confidenze reciproche con un amico “reale” implicano di per sé un atto di fiducia nell’interlocutore al quale si svela parte della propria “area privata”, di ciò che sappiamo di noi ma non manifestiamo normalmente ad altri. Farsi conoscere più autenticamente è certamente “rischioso”, ma anche un’opportunità per essere compresi per come si è, sentirsi umani in mezzo ad altri esseri umani e coltivare relazioni soddisfacenti e gratificanti per il proprio senso di sé. Su un blog o un forum online ci si racconta rivolgendosi ad interlocutori immaginari più che reali di cui conosciamo solo elementi parziali e opportunamente manipolati; non sappiamo chi c’è realmente dall’altro lato: possiamo solo immaginare che sia come noi vorremmo.

 

Immagine | Geralt