Cambiare vita a 40 anni: l’importante è capire le ragioni del desiderio

Cresce il numero di uomini e donne che sognano di cambiare vita dopo aver raggiunto la fatidica soglia dei 40 anni. Ma ne vale davvero la pena?

Cambiare vita a 40 anni: l’importante è capire le ragioni del desiderio

Cresce in maniera esponenziale il numero di uomini e donne che sognano di cambiare vita dopo aver raggiunto i fatidici 40 anni. Anche se non esistono statistiche certe, le pagine web dedicate all’argomento (circa 400 mila) e, probabilmente, create ad arte, da chi è riuscito a  cambiare davvero la sua esistenza, fanno capire che il numero dei desiderosi di cambiamento, è ben nutrito.

L’idea di cambiare la propria esistenza a 40 anni, specie, al giorno d’oggi, così ricco di contraddizioni e di conflitti, nasce per diversi motivi, alcuni validi ed altri un po’ meno. La generazione dei quarantenni  è, spesso, reduce da un’adolescenza prolungata, da un lavoro trovato molto tardi rispetto alla media europea, da un matrimonio contratto di recente dove incombe, specie per la donna, ma anche per la coppia, il conflitto della scelta di avere figli o non averne.

Una situazione, come questa, dove il percorso di crescita personale è appena agli inizi può lasciarsi dietro legami ancora troppo stretti e soffocanti con la famiglia d’origine, ma anche nevrosi ed immaturità psico-affettive, più o meno gravi, che mimano un desiderio di cambiamento, quando in realtà mascherano il desiderio di restare ancorati a schemi infantili e adolescenziali che dovrebbero essere già superati da un pezzo.

In questi individui il desiderio di cambiamento viene provocato da nevrosi e disagi affettivi che rendono difficoltoso l’adattamento alla vita adulta.

Le quarantenni con il pallino del cambiamento, spesso, odiano le beghe domestiche e preferirebbero dedicarsi esclusivamente alla carriera; i mariti quarantenni, invece, desiderano, fondamentalmente, il cambiamento lavorativo fatto di grandi guadagni e pochi sacrifici.

In alcuni casi il desiderio di cambiamento è legittimo, specie in situazioni oggettivamente invivibili, come la precarietà lavorativa, la difficile conciliazione tra lavoro e famiglia che vede le quarantenni di oggi trasformarsi in “wonder women” che si sbattono per gestire il lavoro (necessario ad arrivare a fine mese), i figli piccoli, il marito che non aiuta ed i genitori anziani e malati.

Come cambiare


Ma per cambiare, davvero, vita a 40 anni, bisogna intraprendere un serio percorso di cambiamento interiore, guardando con sincerità nel profondo di se stessi e della propria esistenza e facendosi, aiutare, magari, da esperti.

Solo la consapevolezza delle ragioni che stanno alla base del desiderio di cambiamento,  permette, infatti,  di capire se ne vale davvero la pena.

Nel caso di un quarantenne nevrotico, ad esempio, il cambiamento, vero, si potrà realizzare non conquistando un lavoro strapagato o abbandonando i doveri familiari, ma solo imparando a modificare i legami affettivi e le relazioni familiari che hanno determinato la nevrosi. In questi casi buoni risultati si ottengono con la psicoterapia ad indirizzo sistemico-relazionale.

Nelle situazioni di oggettivo disagio familiare e lavorativo il cambiamento è d’obbligo. Se il lavoro full-time stressa troppo la mamma 40 enne, si deve tentare di convincere il datore di lavoro a modificarlo con un contratto part-time. Oppure, se il datore di lavoro non ci sente, si deve coinvolgere il marito nella gestione della casa e dei figli.