L'autostima degli anziani, garanzia di buona salute

Autostima e autoefficacia sono due costrutti psicologici fortemente correlati con lo stato di salute. Le persone anziane che, in ottica di active ageing e quindi di un invecchiamento salutare, dovrebbero preservare maggiormente la loro salute, sono anche quelle con bassi livelli di autostima. Vediamo le conseguenze

L'autostima degli anziani, garanzia di buona salute

L'autostima è definibile come la quantità di fiducia e apprezzamento che abbiamo in noi stessi e nelle nostre capacità; si tratta di un giudizio che nel tempo diventa un vero e proprio caposaldo nella nostra mente in grado di definire chi siamo, di giudicare i nostri traguardi e di fissare delle mete.

Le basi dell'autostima si trovano nell'infanzia, sebbene sia un costrutto in evoluzione continua e i cui effetti condizionano tutta la vita. Una bassa autostima può avere forti conseguenze; ad esempio, negli anziani è legata alla salute.

 

Autostima, autoefficacia e salute

Il legame autostima e salute non è una novità, sebbene in passato sia stata spesso sottolineata la presenza mediatrice dell'autoefficacia in questa relazione.

L'autoefficacia infatti, rispetto all'autostima, ha una componente comportamentale più forte, cioè il fatto di sentirsi più o meno efficaci ha un'influenza diretta sul modo in cui ci comportiamo.

Ovviamente un'alta/bassa autostima si lega all'autoefficacia e quindi agisce sul comportamento, ma comunque gli studi tradizionalmente riportano un legame diretto tra alta autoefficacia e buono stato di salute.

Tale legame si spiega non solo con scelte che siano veramente in linea con le proprie capacità (quindi evitamento di comportamenti pericolosi), ma anche un'adesione più costante alle indicazioni del medico, cioè un comportamento virtuoso.

 

Quali sono le basi dell'autostima?

 

I nuovi studi

Negli ultimi anni si sta cercando di mettere a fuoco maggiormente il ruolo dell'autostima. Uno studio di qualche anno fa della Concordia University ha contribuito a definire come l'autostima incida sullo stato di salute di una popolazione di 147 ultrasessantenni osservati per 24 mesi.

Le persone in questione sono state valutate prendendo in considerazione lo stato di salute, lo status economico, la vita coniugale, il rischio di mortalità e altre variabili che incidono.

I risultati hanno evidenziato un effetto diretto sulla produzione di cortisolo, cioè l'ormone dello stress che in quantità elevate (o a causa di una sua presenza per un periodo abbastanza lungo) possono causare problemi fisici a vari livelli, incidendo su sonno, sistema cardiaco, stomaco, ecc.

Un'autostima più alta negli anziani ha fatto registrare, anche giornalmente, delle variazioni sul livello di cortisolo che, nello specifico, andava a diminuire.

La scoperta è sicuramente importante perché sottolinea ancora una volta l'importanza di sostenere una vita attiva anche da anziani come migliore forma di prevenzione e supporto della salute psicofisica; la depressione infatti resta un nemico da non sottovalutare in questa fascia d'età.

 

Sessualità per mantenere l'autostima nella terza età

Una delle forme con cui sostenere l'autostima è data dal prolungamento, o meglio, dalla possibilità di vivere serenamente la propria sessualità.

In un'intervista con Francesco Lombardo, endocrinologo e andrologo al Policlinico Umberto I di Roma, si mettono in luce gli evidenti benefici di questa "strada" (sebbene non sia naturalmente l'unica), ma anche i possibili disagi, che possono riguardare:

  • la vita in famiglia con figli e nipoti che può fungere da freno per il modo in cui si è "visti";
  • gli stereotipi che ancora esistono sulla possibilità che la vita sessuale in tarda età possa essere legata all'insorgenza di alcune patologie;
  • la necessità dell'anzianzo di aver bisogno di più tempo per raggiungere l'eccitazione che può essere fraintesa per disinteresse.

 

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