La sindrome ADHD: il disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, o sindrome ADHD, è un insieme di sintomi legati a scarsa attenzione e impulsività. I bambini che ne sono affetti non riescono a portare a termine i loro compiti e le conseguenze ricadono su scuola, famiglia e vita sociale. Il trattamento farmacologico resta la migliore via di guarigione per questi piccoli pazienti

La sindrome ADHD: il disturbo da deficit di attenzione e iperattività

La sindrome ADHD, anche detta disturbo da deficit di attenzione/Iperattività, è una patologia che colpisce durante la crescita a carico dell’autocontrollo. I bambini che ne sono affetti non riescono a controllare i propri impulsi né a regolare i livelli di attività sulla base degli obiettivi e del tempo che hanno a disposizione.

Non si tratta di una fase dello sviluppo, né è il risultato di una cattiva educazione, ma è una sindrome che si ripercuote in tutti gli ambiti di vita del bambino, generando forte stress anche tra gli adulti.

 

Diagnosticare la sindrome ADHD

Il DSM-IV stabilisce che per diagnosticare una sindrome ADHD un bambino deve manifestare almeno sei sintomi per almeno sei mesi prima dei sette anni di età. Questi suoi comportamenti compromettono il rendimento scolastico e sono di ostacolo alla vita sociale.

I sintomi descritti sono:

disattenzione: non presta attenzione ai dettagli e compie errori nei compiti, ha difficoltà a restare concentrato a scuola e durante i giochi, non sembra ascoltare, non riesce a seguire le istruzioni, evita i compiti che necessitino di uno sforzo mentale prolungato nel tempo, è distratto facilmente da stimoli esterni;

iperattività: agita mani e piedi quando è seduto, si alza in situazioni in cui ci si aspetta che resti seduto, si arrampica e corre in modo inappropriato, ha difficoltà a fare giochi quieti, parla eccessivamente;

impulsività: risponde prima di ascoltare tutta la domanda, ha difficoltà a rispettare il proprio turno, interrompe le azioni e i discorsi altrui.

 

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I sottotipi della sindrome ADHD

Secondo il manuale diagnostico ICD-10 è necessario distinguere la sindrome ADHD dalla sindrome ipercinetica della condotta. In questo caso ai sintomi descritti si aggiungerebbero anche comportamenti aggressivi e condotte provocatrici.

Secondo il DSM-IV invece, la prevalenza di uno dei tre sottoinsiemi di sintomi rende possibile descrivere dei sottotipi della sindrome ADHD. I bambini con ‘disattenti’ sono caratterizzati da maggiori problematiche emotive, come disturbo dell’umore o dell’ansia e sono più timidi.

Il sottotipo iperattivo-impulsivo si associa ad aggressività e a comportamenti oppositivi nei confronti degli adulti. Da alcuni studi non emergono differenze nei profili cognitivi e psicosociali tra i sottotipi della sindrome ADHD.

 

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Il trattamento della sindrome ADHD

La sindrome ADHD è stata trattata per decenni (soprattutto negli USA) con dei farmaci, tre dei quali si sono dimostrati efficaci: metilfenidato, destroanfetamina e pemolina. Questi medicinali riducono l’iperattività e aumentano la capacità di concentrazione nella maggior parte dei pazienti cui vengono somministrate.

Il National Institute of Mental Health statunitense ha eseguito un studio lungo 14 mesi durante i quali sono stati osservati 579 bambini affetti da sindrome di ADHD per valutare l’efficacia di diverse forme di trattamento: comportamentale, farmacologico, combinato e trattamento di routine applicato nel territorio di residenza del paziente.

I risultati dello studio confermano l’efficacia della terapia farmacologica anche se risulta fondamentale un continuo monitoraggio del dosaggio per limitare l’assunzione qualora sia possibile, migliorando anche i risultati conseguiti. L’approccio combinato ha dato ottimi risultati nei casi moderati e severi di ADHD.

Gli interventi comportamentali e psicoeducativi permettono di risolvere i sintomi legati alla vita sociale e a migliorare il clima in famiglia e a scuola attravwerso precise strategie per il miglioramento.

 

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