La separazione e la religione

Il matrimonio e la separazione sono visti in modo diverso a seconda del credo religioso. Vediamo quali sono le caratteristiche fondamentali secondo le religioni più diffuse

La separazione e la religione

La religione influenza da secoli le decisioni e le scelte del genere umano. Fin dalla preistoria l’uomo ha sempre avuto bisogno di costruirsi credenze culti e riti che esprimessero il suo rapporto con una o più divinità. Basti ricordare le pitture rupestri o i graffiti all’interno delle caverne preistoriche dove venivano rappresentati rituali magico-propiziatori. Il matrimonio e la separazione sono alcuni degli aspetti che la religione definisce secondo prospettive diverse. Guardiamo più da vicino come vengono contemplati in alcune delle religioni più diffuse.

 

Matrimonio e religione

- Nel Cristianesimo è riconosciuto come uno dei sette sacramenti ed è definito come una alleanza fra un uomo e una donna indissolubile poiché “ciò che Dio ha unito nessuno può osare dividere”.
- Nell'Ebraismo è visto come l'unione di due famiglie che con il matrimonio prolungano la religione e l'eredità culturale del popolo ebraico.
- Per l'Islam i fini del matrimonio sono l’amore e la comprensione tra i due coniugi e la presenza di un clima familiare armonioso dove crescere i figli. Attraverso il matrimonio, inoltre, può essere agevolato il perseguimento della perfezione spirituale.
- Il Buddismo sostiene invece che una persona debba far tutto per poter vivere una vita felice ma non necessariamente questo comporta sposarsi.

 

Separazione e religione

La Chiesa Cattolica che non ammette né la separazione né il divorzio e proibisce la comunione alle persone divorziate, a meno che non si impegnino ad astenersi dai rapporti sessuali. Anche il Musulmanesimo biasima il divorzio ed infatti la procedura per chi richiede la separazione è lunghissima. L'Ebraismo e il Buddismo invece non sono altrettanto restrittivi. Gli ebrei riconoscono il divorzio senza nessuna limitazione e se una persona vuole contrarre un secondo matrimonio con rito religioso dovrà soltanto ottenere l'autorizzazione dal partner dal quale si è precedentemente separata. Il tribunale ebraico dovrà poi accordare il divorzio e trascorsi novanta giorni dalla sentenza si potrà contrarre il secondo matrimonio. Anche le regole matrimoniali del Buddismo sono molto semplici e si basano sul buon senso reciproco. I testi sacri sanciscono la fedeltà nei confronti del coniuge. Il divorzio è riconosciuto solo per gravi casi di disaccordo e non c'è un magistero definito e unitario al riguardo.

 

Separazione e religione: alcuni suggerimenti

In Italia sono presenti alcune associazioni o aggregazioni che si rivolgono non soltanto alla famiglia ma anche a chi crede ancora in questo profondo valore nonostante sia separato o divorziato. Ne è un esempio Caresto, un centro di spiritualità rivolto a tutti coloro che credono nella famiglia ai quali offre un cammino spirituale con esercizi spirituali. Oppure vi è Famiglie Separate Cristiane dove le persone si incontrano per riflettere sull’importante responsabilità del ruolo genitoriale che, anche se separati dal proprio partner, continuano ad esercitare nei confronti dei propri figli che in prima persona vivono con disorientamento la discontinuità del rapporto affettivo.