Stanchezza? L'altra faccia della medaglia dell'insoddisfazione

Dopo una giornata di duro lavoro e di intenso impegno fisico, ciascuno di noi trova le sue strategie per risollevarsi da una sensazione di stanchezza, che può essere concedersi una corsa per scaricare la tensione accumulata, oppure schiacciare un riposino sul divano. Se così poniamo rimedio alla stanchezza fisica, lo stesso non può dirsi che accada anche per la stanchezza "mentale", una sensazione di astenia, di poca voglia di fare, di eterna mancanza di energia vitale. L'articolo ci accompagna alla scoperta di cosa si celi dietro a questa forma di stanchezza e alla indicazione dei possibili rimedi.

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I ritmi delle nostre giornate sono spesso molto intensi: il lavoro, la casa, la famiglia e le piccole e grandi preoccupazioni di tutti i giorni. Lo stress fisico si fa sentire e ciascuno di noi trova il modo per ricaricarsi, con il riposo oppure con una passeggiata per scaricare la tensione accumulata. Se accade che ci rimettiamo in forma dall'affaticamento fisico, così facendo, non si può dire di trovare oltremodo sollievo alla stanchezza psicologica.   I sintomi di questo tipo di stanchezza sono:
sonnolenza;
disturbi del sonno;
dolori muscolari;
debolezza fisica;
rifiuto o incapacità ad assolvere anche a piccole mansioni quotidiane;
riduzione dell'attività fisica (che paradossalmente non riduce la stanchezza, ma la fa aumentare); ansia e tristezza.  
Le persone che possono facilmente incorrere in questo tipo di disagio, sono spesso perfezioniste, che non si permettono di abbassare la guardia dai loro obiettivi e dalle aspettative, fin troppo alte, nei confronti di sé stessi, non si lasciano andare all'emotività, sono soggette a forme di somatizzazioni.   Al contrario ci son persone la cui espressione del volto, o la postura del corpo, fanno pensare a uno stato di compressione, incapaci a calarsi nel flusso della vita, per sfiducia nelle proprie capacità e il timore di mettersi alla prova.
Generalmente sotto queste condizioni vi è un mancato riconoscimento di se stessi e dei propri bisogni autentici che porta molte volte ad un aspro conflitto tra la nostra parte razionale e quella emotiva.
La nostra stanchezza si configura quindi come una stanchezza di essere ciò che siamo, stanchezza nel fare ciò che solitamente facciamo perchè non è realmente ciò che veramente vorremmo, ciò che realmente ci soddisfa.
Per una lettura approfondita dell'argomento si rimanda all'articolo completo http://www.annalisasammaciccio.com/index.php/articoli-e-pubblicazioni/28-la-stanchezza-come-forma-me...
Potremmo dire che il paradosso dell’essere umano è quello di potersi sentire soddisfatto solo quando è anche un pò insoddisfatto in quanto solo così ci è possibile evolvere costantemente.   Solo riconoscendo di essere insoddisfatti, solo comprendendo che la nostra stanchezza della routine, della vita, degli impegni, è frutto di ciò che veramente vorremmo, ma non ci concediamo, solo così possiamo porre le basi per iniziare un percorso di crescita e di riscoperta, che può portare poi alla vera realizzazione di sé.   Conoscere le nostre reali aspirazioni e porsi pochi e piccoli obiettivi raggiungibili, ci può aiutare a sperimentare quel senso di efficacia, motore per nuove azioni, e nuovi obiettivi da raggiungere.   Purchè misurati sulla nostra autenticità.

Annalisa Sammaciccio psicologa psicoterapeuta a Padova