L'olfatto: senso dimenticato

L'olfatto è un senso dimenticato, con più funzioni di quelle che crediamo e più importanza di quella che gli diamo. Memoria, emozioni, ricordi, respiri, identità, odori e profumi sono racchiusi nell'olfatto e la letteratura ha parlato di odori, amore e sapori legandoli sempre al senso dell'olfatto. L'olfatto, però, diventa corpo con Jean-Baptiste Grenouille de "Il profumo". Ma come parlare di olfatto? Seguiamo una scia arcaica e lasciamoci guidare

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L'olfatto è il senso perennemente attivo: ogni nostro respiro, ogni boccata d'aria è intrisa di odori che questo meraviglioso senso ci permette di percepire. Non possiamo non utilizzare l'olfatto, anche se la vita moderna, l'utilizzo maggiore del senso visivo cominciato quando l'uomo ha raggiunto la stazione eretta, hanno reso l'uomo un mammifero ottico: il senso della vista ha superato l'olfatto in importanza e utilizzo, almeno quello consapevole. Senso dei profumi, delle puzze, senso di mefitici odori e dell'identità, racchiuso in nasi camusi, francesi o vistosi, l'olfatto ci accompagna da un tempo caduto nell'oblio dei ricordi. L’olfatto è legato alla nostra parte ancestrale, a periodi primordiali in cui l’utilizzo della corteccia non era così predominante. L’olfatto è connesso con il sistema limbico, deputato alla regolazione dei nostri affetti, ed in particolare con l’ippocampo, ovvero la zona dei ricordi e della memoria.

 

L'olfatto: sopravvivenza

Per i nostri antenati, prima che l'uomo diventasse sapiens e prima ancora, quando l'erectus ancora erectus non era poi così tanto, l'olfatto è stato uno dei sensi che ha assicurato a loro, e quindi anche a noi che oggi abitiamo la terra, di sopravvivere. L'olfatto ha permesso all'uomo, per lungo tempo, di orientarsi in un ambiente ostile: poter riconoscere la commestibilità del cibo,  poter riconoscere e seguire le tracce delle prede da cacciare per sfamarsi, poter riconoscere nell'aria l'arrivo dei predatori o l'odore di un temporale in avvicinamento per cercare riparo ha permesso alla specie umana di sopravvivere. Pensate come tutti i mammiferi, ancora oggi, utilizzano il senso dell'olfatto: prima dello sviluppo della neocorteccia non eravamo così diversi da loro.

 

L'olfatto: emozioni e sessualità

L'olfatto entra in gioco prima di tutti i sensi quando si tratta di capire, per l'appunto, che aria tira: ogni emozione ha un odore particolare (la rabbia, per esempio, ha un odore acido), questo perché ognuna dà luogo alla produzione di una determinata sostanza, di un determinato ormone all’interno dell’organismo, che ci permette di percepire le emozioni dell'altro e prevedere azioni e reazioni. Quindi, quando diciamo che andiamo a naso, forse forse non è sbagliato! E che dire dell'importanza dell'olfatto nella riproduzione della specie? L'acuto naso dell'uomo percepisce l'odore della donna e viceversa: il nostro corpo elabora le informazioni olfattive emesse dal corpo del partner e ne capta, inconsapevolmente, la disponibilità sessuale, la presenza del periodo fertile della donna e anche, purtroppo, la completa indisposizione dell'altro. Se lo sapessimo utilizzare, potremmo evitare di fare dei buchi nell'acqua!

 

L'olfatto: dalla pancia di mamma alla ricerca del latte

Già nella pancia il piccolo feto di cinque mesi utilizza l'olfatto: impara a riconoscere quell'odore di mamma che poi troverà all'uscita dal grembo. L'olfatto è uno dei primi sensi a svilupparsi, si sviluppa dall'ectoderma ed è il primo senso che il piccolo completa per bene. Se la nascita viene permessa senza violenza e si lascia al piccolo tutto il tempo di cui ha bisogno per venire al mondo, se delicatamente lo si appoggia sull'addome di mamma, lo si potrà meravigliosamente osservare mentre risale verso il seno guidato dal suo olfatto, sulla scia di un inebriante odore di latte. Ancora oggi, quando sentiamo un olezzo di cibo invitante, siamo tentati di seguirne la scia, incitati dall'acquolina che si forma in bocca. L'olfatto è questo ed altro ancora, e le sue funzioni sono affascinanti.

 

L'olfatto: riconoscere-riconoscersi

L'olfatto è il senso dell'identità. Ognuno di noi emette un odore di base che viene percepito e che è in grado di percepire. Ci innamoriamo dell'odore del nostro partner, riconosciamo i nostri genitori dall'odore, richiamiamo alla memoria l'odore di nonna quando ci faceva addormentare. L'odore è singolo e particolare per ogni essere umano e ci permette di riconoscerci l'un l'altro e di riconoscere noi stessi. L'olfatto, quindi, è legato all'identità.

 

Pensate a cosa ha fatto Jean-Baptiste Grenouille, protagonista de Il Profumo di Suskind: il suo olfatto ipersviluppato lo ha reso consapevole dell'assenza del suo odore. Senza odore era nulla, non esisteva. E così decise, a tutti i costi, di creare un profumo che fosse perfetto nella sua composizione: quello di essere umano. Passata alla storia è una citazione del libro che rivela l'importanza meravigliosa dell'olfatto: "Gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all'orrore e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi ai profumi. Poiché il profumo è fratello del respiro. Con esso penetrava gli uomini, a esso non potevano resistere, se volevano vivere. E il profumo scendeva in loro, direttamente al cuore e là distingueva categoricamente la simpatia dal disprezzo, il disgusto dal piacere, l'amore dall'odio. Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini".

 

L'olfatto, senso dimenticato, è legato alla sopravvivenza, ai ricordi, alla memoria, alla sessualità, alle emozioni e all'identità. Diamo più spazio a questo senso, cominciamo a utilizzarlo più consapevolmente: se esiste, un motivo c'è. Proviamo a chiudere gli occhi e lasciamoci inebriare dagli odori.

 

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