Giornata nazionale dei trapianti: i dati sulla donazione di organi

La Giornata nazionale dei trapianti è un momento importante di sensibilizzazione della popolazione. Vediamo quali sono i dati relativi alle donazioni di organi in Italia diffusi dal Sistema Informativo trapianti e quali sono le problematiche e i possibili scenari futuri

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©Piyapong Thongcharoen / 123rf.com

La Giornata nazionale dei trapianti, celebrata domenica 29 maggio, è stata un’occasione per sensibilizzare la popolazione e riflettere sui dati che riguardano la donazione degli organi in Italia. La campagna di quest’anno, "Un donatore moltiplica la vita", ha posto l’accento sulla preziosa possibilità di dare speranza a chi è malato grazie al trapianto.

 

Giornata nazionale dei trapianti: i donatori

I dati del Sistema Informativo Trapianti indicano che se nel 2002 i donatori effettivi avevano in media 53 anni, oggi ne hanno 61. Le statistiche più recenti, del 2010, indicano che i donatori in assoluto più numerosi (622) hanno fra 60 e 69 anni, preceduti da quarantenni (568) e cinquantenni (566). Per niente trascurabile (483) anche il numero dei donatori fra 70 e 79 anni. A confronto, il numero dei donatori giovani è decisamente più basso: 192 fra i ragazzi di 10-19 anni e 234 fra i ventenni. Dati positivi, che secondo il Centro nazionale trapianti «indicano che nelle rianimazioni italiane muoiono meno giovani».

Per gli esperti, c'è ancora molto da fare e un ruolo importante sembra decisamente essere quello degli anziani. Il rovescio della medaglia è, però, che si sta verificando «un forte invecchiamento degli organi donati». In gioco sono i tempi di sopravvivenza che un organo anziano è in grado di garantire rispetto a un organo giovane. È un problema al quale il mondo della ricerca si sta preparando da tempo, ad esempio con tecniche che permettono di analizzare lo «stato di salute» degli organi prelevati a persone anziane. L'esame al microscopio permette di stabilire in modo relativamente rapido se l'organo è ben conservato o se ha problemi. Uno dei progetti più recenti in questo campo si chiama Adonhers (Aged donor health rescue by stress echo) e ha adottato lo slogan: «anche un cuore anziano può donare una vita».

 

Giornata nazionale dei trapianti: le liste d’attesa

In Italia diecimila persone sono in lista d'attesa per la donazione di un organo. Settemila aspettano per un trapianto di rene, 1.314 un trapianto di fegato, 728 di un cuore, 345 un polmone e 260 per il pancreas. Tra i problemi da affrontare ci sono quello dei medici delle rianimazioni, che in alcuni casi ancora non segnalano al Coordinamento trapianti la presenza di un potenziale donatore, e quello delle opposizioni alla donazione. Circa il 20 per cento degli italiani continua a essere contrario alla donazione, per pregiudizio, difficoltà emotive ad accettare il prelievo o per semplice ignoranza. Ecco perché la sensibilizzazione e l'informazione della Giornata nazionale dei trapianti sono essenziali. 

 

Gli organi donati sono comunque insufficienti per quanti sono nelle liste di attesa. La soluzione, propone il ministro della Salute Ferruccio Fazio, è adottare ipotesi alternative che permettano di migliorare le cure. Organi artificiali come i cuori meccanici, impianti di cellule staminali e miglioramenti delle tecniche di conservazione. Alla luce dei dati presentati in occasione della Giornata nazionale dei trapianti, il ministro ha ammesso le criticità esistenti. "La sopravvivenza media in lista d'attesa - dice Ferruccio Fazio - è piuttosto alta, segno che il sistema riesce a far sopravvivere i pazienti anche con gravi insufficienze di organo per anni". Il progetto dunque è di trasferire le metodologie già utilizzate per i trapianti in una "filiera unica" per il trattamento delle gravi insufficienze degli organi. "Bisogna cominciare ad abituarsi all'idea che il trapianto non può essere l'unica soluzione - dice il ministro - perché avremo sempre più difficoltà a colmare il divario domanda-offerta. Siamo il primo paese europeo che prende questa direzione".

(30 maggio 2011)

 

Fonte immagine: Ministero della Salute