Paura dell'ignoto e disturbi d'ansia

La paura dell’ignoto è un aspetto comune a molti disturbi d’ansia. La paura di un pericolo imminente e imprevedibile blocca la persona in un costante stato di allerta che impedisce di vivere il presente.

Paura dell'ignoto e disturbi d'ansia

Cos’hanno in comune gli attacchi di panico, una fobia specifica o una spiccata ansia sociale?

Si tratta di alcune sintomatologie con le quali può manifestarsi un disturbo d’ansia. L’ansia, quando è disfunzionale, esprime una difficoltà a gestire la paura dell’ignoto, dell’imprevedibile, di ciò che non è controllabile.

 

La paura ignoto: ansia adattiva e disadattava

La paura dell’ignoto accomuna disturbi d’ansia apparentemente differenti tra loro. L’ansia è uno stato psicofisiologico di allerta verso un potenziale pericolo.

Non soltanto un pericolo materiale, ma anche un pericolo emotivo: qualcosa che potrebbe minacciare la nostra stabilità emotiva, il nostro senso di identità o l’immagine che abbiamo di noi stessi.

In una certa misura l’ansia può essere adattiva e funzionale, quando è limitata ad un problema – ad esempio una prova d’esame, un colloquio di lavoro ecc. -  ed è contenuta, gestita. In altre parole, l’ansia può funzionare da alleato per la risoluzione dei problemi perché sollecita a concentrarsi verso un obiettivo.

Quando invece l’ansia è talmente forte da sovrastare la persona o rappresenta una modalità cronica con la quale si vivono indistintamente tutte le situazioni, allora diventa patologica, non aiuta ma inibisce la capacità di pensare.

Sono questi i casi in cui possono verificarsi  sintomatologie come quelle prima accennate.

 

La paura dell’ignoto: attacchi di panico e fobie

L’ansia disfunzionale, quella sintomatica o fuori controllo, esprime una pervasiva e indifferenziata paura dell’ignoto: non è più un pericolo reale, circoscritto, ma uno stato d’animo pervasivo che può condizionare tutta l’esistenza.

Le varie sintomatologie esprimono diverse modalità con le quali la mente subisce o cerca di gestire questa pervasiva paura dell’ignoto.

Negli attacchi di panico ricorrenti la persona viene sovrastata e temporaneamente disorganizzata dalla propria ansia, quello che si innesca è una forma di ansia anticipatoria – in pratica la paura di avere paura – per cui si vive nel timore che da un momento all’altro possa verificarsi un nuovo attacco in maniera del tutto imprevedibile.

Nelle fobie, la mente tenta invece di circoscrivere il pericolo e la paura dell’ignoto facendo assumere ad essa una forma, convogliandola su un oggetto o una situazione, ciò che viene fobicamente temuto appunto.

In questo modo l’ignoto, per così dire, acquista un volto, un nome e un cognome (i ragni, il parlare in pubblico, lo stare in luoghi aperti etc): viene identificato con qualcosa che può essere evitato e, in qualche modo, controllato. Il prezzo che si paga tuttavia è spesso molto alto: le fobie possono risultare gravemente invalidanti per la vita quotidiana e di relazione.

 

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La paura dell’ignoto: non essere più padroni di se stessi

Se l’ansia esprime una paura dell’ignoto fuori controllo o fortemente limitante per la propria vita, che fare? Chi soffre di attacchi di panico ha paura di impazzire, di non essere più padrone della propria mente o delle proprie azioni.

Ma anche chi soffre di una fobia grave non si sente più padrone in casa propria: tutta l’ esistenza può essere condizionata dall’evitamento dello stimolo fobico (pensate ad esempio a chi teme le situazioni sociali).  

È questa incapacità decisionale, comune a tutti i disturbi d’ansia, che fa vivere il sintomo - l’attacco di panico, la fobia o quant’altro - come qualcosa di “alieno”, di estraneo a se stessi.

L’ansia rappresenta invece un segnale che la nostra stessa mente ci invia e che, per quanto apparentemente incomprensibile e penoso,  esprime aspetti della nostra personalità ignoti alla nostra parte cosciente che richiedono di essere riconosciuti e ascoltati.

Un percorso di psicoterapia può essere utile proprio per imparare a gestire l’ansia e cercare di comprenderne il significato rispetto alla storia passata della persona e agli obiettivi sua vita attuale.

“Di regola, ciò che non si vede disturba la mente degli uomini assai più profondamente di ciò che essi vedono” scriveva Giulio Cesare.

 

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