Emozioni: cinque buoni motivi per ascoltarle

Spesso le emozioni vengono vissute come qualcosa che non ci appartiene, da evitare, nascondere, negare. Eppure tutte le emozioni, tanto quelle piacevoli che quelle più dolorose e spiacevoli, sono una grande risorsa per ognuno di noi. Rappresentano una bussola da usare per muoversi nel mondo: basta ascoltarle.

Emozioni: cinque buoni motivi per ascoltarle

Le emozioni hanno una funzione principalmente adattiva: riconoscere e ascoltare le proprie emozioni, piuttosto che ignorarle e negarle, ed esprimerle e manifestarle in modo adeguato, tenendo conto di sè, degli altri e del contesto, permette all'individuo di usare i propri stati emotivi come una guida per muoversi nel mondo, in vista di un migliore adattamento alla realtà.

Concretamente, in che modo le emozioni possono rappresentare uno strumento adattivo per l’individuo, nella vita di tutti i giorni?

 

1. Le emozioni favoriscono i processi di apprendimento, motivazionali e decisionali

I processi cognitivi, sociali e affettivi sono intrinsecamente collegati. Pertanto, le emozioni hanno un ruolo decisivo nell’apprendimento , nella memoria, nelle motivazioni dell’individuo, in quanto facilitano o, al contrario, ostacolano tali processi, contribuendo al raggiungimento o meno degli obiettivi. In ambito educativo, ad esempio, succede spesso che l’educatore si focalizzi - e inviti di conseguenza l’educando a focalizzarsi - solo ed esclusivamente sul compito, perdendo di vista l’intera dimensione emotiva che invece lo riguarda, e trascurando in tal modo un aspetto saliente della situazione. L’esclusione delle emozioni porta all’insuccesso e genera forte frustrazione.

 

2. Le emozioni promuovono la salute e prevengono il disagio

Chi è in contatto con il proprio mondo emotivo può utilizzare le emozioni per conoscersi  e per adattarsi alle situazioni, piuttosto che farsi dominare da queste, scegliendo tempi e modalità di espressione, regolandone l’intensità, o contenendole.  Al contrario, chi non è consapevole della propria dimensione affettiva, rischia di attuare comportamenti disadattivi, rischiosi per sé o per gli altri, o di reprimerla e ignorarla, favorendo l’insorgere di disturbi psichici e malattie psicosomatiche.

 

3. Le emozioni migliorano le relazioni e favoriscono i comportamenti prosociali

Le relazioni interpersonali sono permeate di emozioni. Essere consapevoli delle proprie emozioni favorisce la gestione delle stesse e la relativa attuazione di comportamenti più sani e adattivi. Chi è più competente dal punto vista emotivo, infatti, ha maggiori possibilità di istaurare relazioni autentiche, intime e significative. La capacità empatica, in particolare, assume un ruolo fondamentale nelle relazioni, sia amicali che professionali, ed è anche una caratteristica strettamente legata ai comportamenti prosociali, volti a migliorare il benessere e ridurre la sofferenza delle persone, senza l’attesa di una ricompensa o di qualcosa in cambio.

In questa ottica, chi è poco in contatto con il proprio mondo emotivo, e dunque anche in scarso contatto e ascolto delle emozioni altrui, e poco competente a gestirle, si rivela una persona poco competente anche in ambito relazionale. 

 

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4. Le emozioni favoriscono comportamenti cooperativi e positivi

Il clima affettivo che caratterizza un gruppo di persone, unite per lavoro, sport, amicizia, o qualsiasi altro legame e motivo, influisce sulla qualità e sull’intensità delle interazioni tra i suoi membri, determinando di conseguenza anche il livello di cooperazione e positività nel gruppo.

 

5. Le emozioni aiutano a prevenire, affrontare e risolvere i conflitti

In presenza di incomprensioni, contrasti, crisi nei rapporti, le competenze emotive giocano un ruolo essenziale; perché il conflitto venga affrontato e risolto, è importante che ambo le parti esprimano le rispettive emozioni e ascoltino con attenzione la posizione dell’altro. Ancora una volta, si rivela fondamentale per le persone essere in contatto con il proprio vissuto, e saperlo comunicare in modo chiaro e diretto, nel rispetto del contesto e di chi ascolta.

In situazioni di questo tipo, anche le competenze comunicative rappresentano una risorsa importante e necessaria a superare il momento di crisi o di rottura. Pertanto, maggiore sarà il livello di competenza emozionale di due persone impegnate in una relazione, minori saranno le occasioni di conflitto e maggiori le possibilità di risolvere eventuali scontri in modo costruttivo e sano.

Concludendo, in un’ottica di benessere, la dimensione emotiva merita attenzione in numerosi ambiti e contesti della vita di ognuno. Ad esempio, nella scuola: nelle interazioni tra coetanei, tra insegnanti e allievi, tra insegnanti e genitori. In famiglia: nei rapporti di coppia, tra genitori e figli, tra fratelli. A lavoro: negli scambi tra colleghi, tra datore e dipendenti, tra lavoratori e utenza.

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