I siti pro Ana: la propaganda suicida della magrezza viaggia sul web

Quello dei siti pro Ana è un fenomeno nato alla fine degli anni ’90 negli USA e ormai tristemente diffuso anche in Europa e nel nostro Paese. Siti, blog e forum gestiti da ragazze con problemi alimentari che inneggiano ad “Ana”, personificazione dell’anoressia, quale ispiratrice di uno stile di vita ideologicamente orientato alla magrezza e al sacrificio di sé. Il web però può essere anche strumento di una corretta informazione sui rischi e le possibili cure di queste problematiche

I siti pro Ana: la propaganda suicida della magrezza viaggia sul web

I siti pro Ana sono siti e blog gestiti da ragazze adolescenti o poco più che si scambiano consigli e incoraggiamenti per perseverare in quella  che considerano più che una malattia un vero e proprio stile di vita. L’anoressia infatti, impersonificata in Ana, unica “amica” di queste ragazze, viene pericolosamente assunta come ideologia prendendo la magrezza estrema come  ideale di vita e di riscatto.

 

Siti pro Ana e la “thinspiration”

In molti ricorderanno la discussa campagna No-Anorexia firmata Oliviero Toscani che metteva “a nudo” il corpo di Isabelle Caro, morta tre anni dopo per le complicanze dell’anoressia: quella che siti e blog pro Ana inneggiano come stile di vita e di ispirazione. Immagini estreme come quelle della campagna di Toscani sono diffusissime nei  siti pro Ana dove il corpo emaciato oltre l’immaginabile rappresenta un modello di perfezione e bellezza. L’anoressia si associa, infatti, ad una grave dispercezione corporea che porta a ritenere come bella e attraente proprio quell’estrema emaciazione che la mente razionale allontana. È quella che sui siti pro Ana viene indicata come “thinspiration”: modelli di magrezza estrema divulgati e presi a modello in un caleidoscopico gioco di confusione e fusione delle identità dove a immagini di modelle e donne di spettacolo si mescolano foto delle stesse autrici pro Ana che immortalano squarci delle proprie ossa, diventando attraverso la scotomizzazione, parcellizzazione e svuotamento del proprio corpo, icone, modelli  e moniti per loro stesse; icone della “perfezione” che compongono un puzzle dove i confini del corpo e dell’identità si fanno incerti e frammentati.

 

Il linguaggio e lo stile di coping delle ragazze pro Ana

Un recente studio di James Pennebaker e colleghi (Pro-anorexics and recovering anorexics differ in their linguistic Internet self-presentation, Journal of Psychosomatic Research, 60, 3, 2006) evidenzia come, nel raccontarsi sul web, le ragazze pro Ana ricorrano ad un linguaggio emotivamente distanziante, povero di elaborazione cognitiva ed esclusivamente incentrato su sé sesse e sul qui e ora con preoccupazioni ruotanti più intorno al cibo che ai rischi per la salute e per la vita delle loro condotte alimentari. Uno stile linguistico che riflette una strategia di coping coerente con quello che è l’aspetto più insidioso della problematica anoressica: il suo carattere egosintonico che porta a considerarsi belle e fiere del proprio aspetto e delle proprie scelte, forti e sicure di sé piuttosto che in difficoltà e in bisogno di aiuto. In altre parole il linguaggio delle le ragazze pro-ana rifletterebbe una strategia di adattamento alla problematica dell’anoressia che permette loro di mantenere illusoriamente un senso di controllo su sé stesse e sugli eventi.

 

Siti pro Ana e corretta informazione sul web

Internet tuttavia non è solo veicolo di messaggi perversi e dannosi come quelli dei siti pro Ana, esistono molti siti di Associazioni e Centri specialistici che offrono consulenza e sostegno a coloro che soffrono di anoressia come il sito dell’Associazione ABA di Roma e Milano o il sito Anoressia-Bulimia, uno spazio virtuale di corretta informazione sulle problematiche alimentari e le opportunità di cura presso le strutture sanitarie convenzionate nelle varie città italiane. Recuperare sé stesse, la profondità e la specificità dei propri affetti è la fatica più grande ma anche l’unica possibile per restituire spessore, prima ancora che a un corpo, a un’anima che non trova amore.

 

Fonte immagine: por Portales