Pharmacofobia, come si caratterizza

La paura nei confronti delle malattie è ben nota, anche nella sua forma estrema e patologica (ipocondria). Esiste anche il caso contrario: la pharmacofobia, ovvero l'incapacità di assumere farmaci

Pharmacofobia, come si caratterizza

La nostra era è permeata da farmaci e da atteggiamenti disparati versi questi ultimi. C'è chi ha sempre in casa molteplici antibiotici (con il rischio di assumerli scaduti) e chi invece si ostina fino all'ultimo a non considerarli.

Ci sono coloro che curerebbero ogni male con piante e omeopatia e chi sviluppa velocemente e anzi favorisce il fenomeno della resistenza agli antibiotici.

Nelle forme estreme abbiamo la ben nota ipocondria, ma anche la pharmacofobia, ovvero coloro che hanno timore ad assumere ogni genere di farmaco.

 

Pharmacofobia: le caratteristiche

Il farmaco è un oggetto molto potente che, anche a livello culturale, riassume in sé molteplici significati: rappresenta un modo di curare, ma anche una speranza e per alcuni assume delle sfumature quasi magiche, sia in positivo, sia in negativo.

Come patologia rientra nei disturbi fobici: la presenza dello stimolo (in questo caso il farmaco) induce una risposta ansiosa esagerata e incontrollata; nel tempo si assiste alla tendenza ad evitare situazioni o contesti in cui i farmaci siano presenti oppure a mostrare ansia anticipatoria alla sola idea di dover essere in condizione di assumerne.

Ovviamente la pharmacofobia ha delle conseguenze ad ampio raggio: non c'è solo il rischio di restare intrappolati nel disturbo fobico, ma di subire anche le conseguenze di una mancata assunzione di sostanze utili al mantenimento del proprio stato di salute.

 

Dipendenza da farmaci: ammalarsi per guarire

 

La farmacofobia e la psicoterapia

Il Dott. Antonio Cantelmo, specialista in psicologia clinica, sottolinea un interessante legame tra la farmacofobia e la psicoterapia. La sua insorgenza durante un percorso di questo tipo non deve restare inascoltata, ma aiutare lo specialista a porsi delle domande sul suo andamento.

La farmacofobia può rappresentare una scarsa fiducia nei confronti del terapeuta e delle sue indicazioni: il paziente rimprovera lo specialista di non essere stato in grado di fare ciò che ha promesso: curarlo con le parole.

La farmacofobia in questi ambiti si avvicina ad un altro fenomeno, la farmaco resistenza, che include fattori psicologici e relazionali. In questo caso non si assiste solo ad una reazione alla terapia, ma anche a vissuti masochistici e quindi alla certezza di non meritarsi la guarigione o la cura.

 

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Per approfondire:
> Fobia, cos'è e come si caratterizza