Epilessia: sintomi e trattamenti

L’epilessia colpisce in molti modi e non è ancora possibile stabilire le cause con certezza. La diagnosi si basa sull’osservazione dei sintomi e le terapie si concentrano sul controllo delle crisi

Epilessia: sintomi e trattamenti

Le crisi epilettiche sono episodi caratterizzati da una varietà di sintomi neurologici riconducibili ad una scarica elettrica anomala che si ripercuote sulla corteccia. L’inizio è favorito da fattori ‘eccitanti’, quali uso o sospensione di determinati farmaci, droghe o alcol, febbre, deficit di sonno e fattori genetici e metabolici. Le cause sono per lo più sconosciute (idiopatiche), ma per le epilessie secondarie è stato accertato il ruolo di tumori, traumi, meningiti, infezioni varie e malformazioni vascolari. A causa di tanta incertezza per giungere ad una diagnosi di epilessia è necessaria un’accurata valutazione della cartella clinica, della storia familiare e dei sintomi del paziente.

 

Epilessia: sintomatologia

L’esame dei sintomi dell'epilessia è difficile ed è ulteriormente complicata dalle crisi che possono alterare la coscienza di chi ne soffre, rendendo necessaria l’osservazione da parte di terzi. Uno dei primi esami da effettuare è elettroencefalogramma per rilevare l’attività elettrica del cervello, anche se non può dirsi risolutiva finché non è effettuata durante la crisi stessa. Altri esami da fare sono la TAC e la risonanza magnetica. Ad ogni modo le differenti forme di epilessia presentano sintomi specifici. Il Grande Male (crisi tonico-cloniche) è preannunciato da aurea, ansia e cefalea, il soggetto perde coscienza e rotea gli occhi verso l’alto. Seguono contrazioni muscolari simmetriche interrotte da brevi momenti di rilassamento. Il Piccolo Male è tipico dell’età infantile. Le crisi cominciano con un arresto motorio e un apparente stato di coscienza inalterato, sebbene il bambino non risponda agli stimoli.

 

Durante le crisi parziali semplici coscienza e memoria restano inalterate, ma i sintomi dell'epilessia sono svariati perché dipendono dalla localizzazione della scarica. I sintomi sono: roteazione degli occhi e della testa, contrazioni muscolari, formicolio, allucinazioni a carico di tutti i sensi e dispercezione del proprio corpo, del luogo e del tempo. Le crisi parziali complesse compromettono la memoria e la capacità di comunicare. Anche in questo caso i sintomi dipendono dalla porzione di corteccia colpita. Iniziano con un arresto motorio e gesti meccanici e ripetuti della bocca e delle mani.

 

Sintomi epilettici: terapie

Tutte le terapie contro l’epilessia sono di tipo sintomatologico, per il contenimento delle crisi. Il trattamento farmacologico è quello più frequente e viene stabilito in base ad età, stile di vita, tipologia di crisi e altri fattori come la gravidanza. È possibile che acuiscano il senso di stanchezza, l’inappetenza e altri sintomi. È possibile intervenire chirurgicamente con successo quando l’operazione è a carico di una malattia soggiacente (tumore al cervello) o per l’esportazione del focolaio epilettico (spesso il lobo frontale). Altre possibilità sono la resezione del corpo calloso in modo tale da evitare che le scariche si propaghino da un emisfero all’altro.

 

Quando i farmaci non possono essere utilizzati in modo ottimale viene proposto lo stimolatore vagale: un apparecchio a batteria collegato al nervo vago in grado di ridurre le crisi del 20-40%. Attualmente ci sono altri due tipi di intervento che si stanno valutando. Il primo fa uso di una dieta ricca di grassi e povera di carboidrati (chetogena), mentre il secondo impiega l’uso del biofeedback per controllare le onde cerebrali e tenere sotto controllo l’insorgenza delle crisi.

 

Fonte immagine: Hank Grebe