Disturbo di personalità paranoide: quale cura?

Il disturbo paranoide di personalità può trovare una strada verso la cura nella terapia individuale. Durante il percorso di cura lo specialista che si occupa del paziente con disturbo di personalità paranoide deve tenere a mente alcune regole che possano aiutarlo a contenere la potenziale aggressività dell'assistito. La cosa più difficile da fare quando si ha in cura una persona con disturbo di personalità paranoide? Instaurare una relazione di fiducia

Disturbo di personalità paranoide: quale cura?

Il disturbo di personalità paranoide non è da sottovalutare e, poiché la persona quasi sempre non è consapevole del suo disagio, sono le persone che le sono accanto a dover far scattare il campanello d'allarme. La persona con disturbo di personalità paranoide può avere comportamenti che si focalizzano sul versante più dimesso e quindi presentano ansia e tristezza, oppure può reagire alle idee paranoidee con rabbia, rancore e risentimento. La persona con disturbo di personalità paranoide, dice Glen O. Gabbard, può essere una reale minaccia: spesso va incontro ad accessi d'ira che possono sfociare in violenza fisica e ledere fortemente l'altra persona.

 

Anche durante la terapia con un paziente affetto da disturbo paranoide di personalità, continua Gabbard, lo specialista che lo ha in cura deve tenere a mente alcune regole che possono aiutarlo nel gestire l'aggressività dell'assistito. Inoltre, la persona con un disturbo di personalità paranoide ha difficoltà durante il percorso di cura: la sua caratteriale diffidenza non lo aiuta durante la terapia ed è difficile, quindi, instaurare una relazione terapeutica che lo possa sostenere durante tutto il percorso.

 

Difficoltà nella cura con un paziente affetto da disturbo paranoide di personalità

Per comprendere se si è affetti da un disturbo di personalità paranoide, vi informo, da soli non ve ne accorgerete mai. Se mai state pensando di soffrirne, vi informo, vi state sbagliando. Come mai? Perchè come quasi tutti i disturbi di personalità, anche il disturbo paranoide è egosintonico; non solo la persona ritiene il suo pensiero in lineare pertinenza con gli eventi della realtà ma anche in accordo e sintonia con il proprio Io: la causa del suo mal non è lui stesso ma il mondo. Di solito sono i familiari che si accorgono del disagio. La difficoltà nella cura con un paziente affetto da disturbo di personalità paranoide è a monte: o gli altri lo incanalano verso una psicoterapia e un sostegno, oppure da solo non si accorgerà mai del suo disagio. Proprio per la mancanza di autonomia nell'intraprendere una cura, il paziente con disturbo di personalità paranoide ha molte difficoltà a concedere la propria fiducia, specialista compreso.

 

La relazione terapeutica con un paziente affetto dal disturbo di personalità paranoide

La cosa più complicata per un o specialista che accompagna un paziente con disturbo di personalità paranoide in un percorso di cura, è quello di fare da contenitore dell'aggressività, della cattiveria e della disperazione del suo assistito. Bisogna tener presente che il paranoico sta sempre sulla posizione difesa-attacco: andare contro un suo pensiero può fargli scatenare una tensione e una rigidità molto forti che, se non si è attenti, fanno scattare un braccio di ferro tra l'analista e il paziente che può far solo accrescere la paranoia. Solitamente il paziente può accusare il terapeuta di aver commesso uno svariato numero di errori nei suoi confronti: il terapeuta dovrebbe cercare di accettare le aggressioni senza prendersi, però, la colpa di azioni non compiute e senza accanimento difensivo. Inoltre, lo specialista deve essere in grado di empatizzare con il paziente, ridimensionare il suo senso di grandiosità, insegnargli a spostare le sue proiezioni dall'esterno al suo mondo interno.

 

Il fine della cura con un paziente affetto da disturbo di personalità paranoide

Dice Gabbard: ciò che è necessario fare con un paziente con disturbo di personalità paranoide durante il percorso di cura è giungere al "dubbio creativo", ovvero alla possibilità che la sua percezione della realtà potrebbe essere diversa. Un percorso di cura riuscito si ha quando il sommerso che alimenta le modalità proiettive viene alla luce. Dietro i meccanismi proiettivi ci sono:
- contenuti depressivi;
- polarità che oscilla tra un Sé grandioso e una svalutazione del Sé;
Nel percorso terapeutico lo specialista deve sempre tener presente che dietro la facciata arrogante e ostile esistono una paura, una timidezza e una insicurezza molto forti. Gabbard suggerisce di far leva su questi aspetti per creare una empatia iniziale con un paziente affetto da disturbo di personalità paranoide, cosa che spesso è molto difficile.

 

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