Disturbo di personalità schizotipico: dal pensiero magico all'isolamento

Il disturbo di personalità schizotipico era chiamato schizofrenia borderline: idee bizzarre, eccentricità, pensiero magico, conditi da episodi deliranti, lo caratterizzano. Il disturbo di personalità schizotipico ha elementi comuni con molti altri disturbi della personalità ma anche con la schizofrenia: l'isolamento e l'ansia sociale lo caratterizzano nel campo delle relazioni. Vediamo insieme come il DSM-IV-TR definisce il disturbo schizotipico di personalità e come si manifesta

Disturbo di personalità schizotipico: dal pensiero magico all'isolamento

Il disturbo di personalità schizotipico è inserito nell'asse II, cluster A, del DSM IV-TR, insieme con il disturbo di personalità paranoide e con il vicino disturbo schizoide di personalità che, se pur appartenente alla stessa famiglia, ha esiti più fausti e presenta un maggior senso di realtà. Il disturbo schizotipico di personalità ha permesso di categorizzare quei pazienti a cui prima veniva diagnosticata una schizofrenia borderline, termine che creava non poca confusione perché rimandava terminologicamente al disturbo di personalità borderline. Glen O. Gabbard riporta che l'inserimento di una variante della schizofrenia tra i disturbi della personalità non ha avuto il plauso di tutti, questo perché la schizofrenia è una condizione psicotica che si trova sull'asse I e non un disturbo della personalità.

 

Disturbo di personalità schizotipico: schizofrenia, schizotipia e disturbo schizoide

Il disturbo di personalità schizotipico è un disturbo che presenta analogie con i disturbi di personalità, ma anche elementi tipici della schizofrenia. Pensiero magico, sospettosità, ideazione paranoide e isolamento sociale si ritrovano sia nella schizofrenia che nel disturbo schizotipico di personalità, così come i deficit dell'attenzione e i movimenti di inseguimento oculari. Il disturbo schizotipico è anche vicino al disturbo schizoide: è come se il disturbo schizoide di personalità demarcasse un confine con il disturbo schizoide di personalità, con il quale ha in comune l'isolamento sociale e l'anaffettività, e la schizofrenia, le cui similitudini abbiamo appena visto. Si è visto che molte persone con un disturbo di personalità schizotipico tendono a sviluppare più facilmente una schizofrenia e, basandosi sugli studi attuali, si è potuto constatare che molte persone a cui era stata diagnosticata una schizofrenia, in realtà avevano un disturbo di personalità schizotipico.

 

Disturbo di personalità schizotipico: criteri diagnostici

Il DSM-IV-TR ha classificato il disturbo di personalità schizotipico come un insieme di deficit sensoriali e comunicazioni interpersonali che genera nella persona un disagio nelle relazioni. La persona con un disturbo di personalità schizotipico, inoltre, manifesta eccentricità e distorsioni cognitive dalla prima età adulta e, perché ci sia diagnosi, è necessario che siano soddisfatti almeno cinque di questi criteri:
- idee di riferimento ricorrenti che non siano idee fisse;
- pensiero magico e credenze insolite che non sino imputabili alla cultura di appartenenza della persona;
- percezioni sensoriali insolite o contenuti linguistici oscuri;
- sintomi paranoidei;
- affettività limitata o inappropriata al contesto;
- apparenza o comportamenti eccentrici;
- ansia sociale eccessiva che può sfociare in sintomi paranoidei.
Perché ci sia diagnosi, è necessario escludere la presenza di schizofrenia, di un disturbo dell'umore psicotico, di alcune forme di psicosi e di disturbi dell'età evolutiva, cosa che può fare esclusivamente uno specialista.

 

Disturbo di personalità schizotipico: eccentricità, pensiero magico ed episodi deliranti

La persona con un disturbo di personalità schizotipico è eccentrica, estremamente eccentrica nel linguaggio, nell'abbigliamento; è anche maldestra. Il suo mondo si ricama intorno al pensiero magico, dove le illusioni e la derealizzazione fanno da trama e ordito. Il linguaggio ha uno stile del tutto personale e, spesso, anche un significato del tutto personale. La persona con un disturbo di personalità schizotipico (Gabbard cita J.M. Oldham) crede fermamente di avere poteri magici, poteri soprannaturali, che il suo essere nella vita sia speciale, questo per cercare di sostenere un senso impoverito del Sé e, secondo Millon & Davis, questo serve per alienare la minaccia della scissione e del non essere. Come nel caso del paziente schizoide, anche la persona con un disturbo di personalità schizotipico tende all'isolamento: si sente abbandonata, alienata, disadattata, l'ansia sociale e la minaccia di un fallimento nelle relazioni impedisce di costruirne. Sicuramente l'isolamento non giova: la persona con un disturbo schizotipico di personalità nutre e alimenta il disturbo attraverso l'isolamento; in solitudine, il pensiero magico e le idee bizzarre, la tendenza alla trascuratezza, gli episodi deliranti, trovano il loro spazio per alimentarsi.

 

La persona con un disturbo di personalità schizotipico tende a mantenere gli altri lontani, innescando una catena di rifiuti che portano, tendenzialmente i familiari, ad un perverso gioco di "cucù-settete": lui rifiuta, l'altro se ne va, l'altro si sente in colpa, torna, lui rifiuta, lui rifiuta, ancora, l'altro se ne va e si sente in colpa. A volte la persona con un disturbo di personalità schizoide è attratta dal particolare: dimenticando il generale, trova spunto in un evento per divergere nel discorso. Per quanto riguarda lo stato affettivo, possono mostrarsi attraverso la gamma umorale dell’apatia e dell'indolenza o del disagio e del timore. Anche i pazienti con un disturbo di personalità schizotipico arrivano in terapia perché "ce li mandano". Pochi sono coloro che fanno il primo passo in autonomia.

 

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