Disturbo di personalità paranoide: lo sguardo che si guarda alle spalle

Il disturbo paranoide di personalità pervade la vita della persona che ne soffre, ma condiziona anche quella di chi le sta accanto. La persona con disturbo di personalità paranoide prova rabbia, ancore e diffidenza, ma anche ansia, senso di solitudine e tristezza. Nel disturbo di personalità paranoide non c'è differenza tra pensiero paranoide e senso di realtà: il pensiero paranoide è reale e l'altro viene vissuto come ostile. È come guardarsi perennemente alle spalle

Disturbo di personalità paranoide: lo sguardo che si guarda alle spalle

Il DSM-IV-TR classifica il disturbo di personalità paranoide tra i disturbi di personalità dell'asse II, cluster A. La paranoia, di per sé, non è un disturbo di personalità, ma una modalità organizzativa, come dice Glen O. Gabbard, attraverso la quale la persona scinde da sé sentimenti, emozioni e pensieri spiacevoli e negativi, li proietta fuori di sé e li attribuisce agli altri. Nel momento in cui la persona aliena da sé e proietta all'esterno tutte le cose vissute come negative che in realtà le appartengono, salvaguarda la propria autostima e continua a percepirsi "immacolata", buona, impeccabile.

 

Il disturbo di personalità paranoide, invece, porta la persona a vivere il mondo come minaccioso e pericoloso, sempre. L'ipercontrollo e la vigilanza costante servono a placare la diffidenza, il sospetto e la sfiducia che la persona con disturbo di personalità paranoide ha nei confronti dell'altro. Una rigidità di pensiero caratterizza la persona con disturbo di personalità paranoide: ciò che pensa, che fa e che dice è il verbo, la suprema verità, quindi, indiscutibile e incontestabile.

 

Disturbo di personalità paranoide: la diagnosi

Il DSM-IV-TR definisce il disturbo di personalità paranoide "una modalità persistente di esperienza interna e di comportamento che si discosta in modo marcato dalle aspettative della cultura dell'individuo", che si riflette nel pensiero, nell'azione, nell'affettività e negli impulsi della persona.  Per fare diagnosi di disturbo di personalità paranoide la persona deve presentare, oltre ad un atteggiamento diffidente e sospettoso verso il mondo, anche quattro o più dei seguenti criteri diagnostici:
- sospetti non realistici di venir sfruttati o danneggiati;
- dubbi ingiustificati sulla lealtà degli amici o colleghi;
- paura di confidarsi con gli altri perché teme che gli altri utilizzino le informazioni contro di lei;
- scova significati umilianti e minacciosi in rimproveri o eventi benevoli;
- prova rancore e non perdona nulla;
- sentimento ingiustificato di venire attaccati o danneggiati, al quale reagisce con rabbia o contrattacco;
- paura ingiustificata di essere tradita dal coniuge o dal partner sessuale.
Ma per avere diagnosi di disturbo di personalità paranoide è necessario uno specialista, questo per permettere una diagnosi differenziale ed evitare di confonderlo con altri disturbi, come per esempio i disturbi d'ansia, alcuni disturbi dell'umore, il disturbo borderline e alcune forme di psicosi.

 

Disturbo di personalità paranoide: rabbia e rancore, ma anche tristezza e solitudine

La persona con un disturbo di personalità paranoide è alla continua ricerca del significato oscuro delle cose: sospetto, iperconcontrollo, paura di essere fregati, derisi, umiliati e minacciati sono costantemente presenti. Chi ha un disturbo di personalità paranoide scova nel detto e non detto dell'altro la conferma alla propria paranoia. Il disturbo paranoide di personalità provate a immaginarlo così: due occhi aperti sul mondo in uno sguardo che oscilla continuamente in cerca del pericolo, uno sguardo capace di "guardarsi perennemente le spalle". E ancora. Il fidanzato geloso che vede il tradimento in ogni respiro della compagna e toglie l'aria, il vicino che è convinto che tu stia preparando un agguato alle sue camelie o il collega che pensa che il capo lo odi o, ancor di più, che tutto l'ufficio gli stia tramando contro. Le conseguenze? Aggressioni, rabbia e risentimento. Ma anche ansia, tristezza e solitudine per la sensazione di essere esclusi dal mondo.

 

Disturbo di personalità paranoide: in attesa del passo falso

Tutti noi abbiamo le nostre piccole paranoie, ma immaginate in che gabbia spessa è incastrata la persona con un disturbo di personalità paranoide. Non riesce a distinguere la realtà dai propri pensieri persecutori, né riesce a cambiare prospettiva per mettersi nei panni dell'altro: ogni pensiero persecutorio, ogni fantasia, ogni sensazione di minaccia è vissuta come vera, reale e imminente e ogni tentativo di ricondurla alla realtà risulta inefficace. La persona con un disturbo di personalità paranoide è convinta che prima o poi l'altro inciamperà in un errore e tutte le sue convinzioni paranoidee verranno confermate. Il delirio è la sua modalità sintonica per interpretare la realtà.

 

Gabbard, ancora, dice che la persona con un disturbo di personalità paranoide utilizza due meccanismi di difesa:
- proiezione: attraverso la quale sposta una minaccia interna all'esterno;
- identificazione proiettiva: controlla gli altri e li lega a sé.
Perché? Gabbard attribuisce questo ad una senso di inadeguatezza molto grande e ad una bassissima stima di sé: l'autorità può solo umiliarli, sottometterli e denigrarli. La loro convinzione più grande? Che qualcuno dall'esterno li controlli: per la serie "occhio per occhio".

 

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