Sport addiction: se una “sana” abitudine nasconde un malessere

La Sport addiction o, più propriamente, exercise addiction, è una forma di dipendenza compulsiva alla pratica sportiva che, anziché garantire i benefici fisici e mentali comunemente associati ad essa, finisce con interferire e ostacolare le altre aree di funzionamento personale, emozionale e sociale della persona rendendola dipendente dalla reiterazione di un rituale di allenamento fisico totalizzante utilizzato allo scopo di sedare l’ansia e i vissuti ad essa associati

Sport addiction: se una “sana” abitudine nasconde un malessere

Viviamo oggi nella cultura dell’immagine e della forma fisica dove il fitness e il wellness sono ormai diventate le nuove frontiere dell’espressione della corporeità e del benessere. Non c’è da stupirsi quindi se quella della pratica sportiva, così valorizzata culturalmente, sia oggi una di quelle attività che possono assumere connotazioni compulsive; si parla in questi casi di sport addiction, ovvero di dipendenza da esercizio fisico.

 

Sport addiction e le “nuove” dipendenze

Nonostante l’innegabile ruolo giocato dai valori attualmente associati alla forma fisica e al benessere, sarebbe impreciso definire la sport addiction, così come altre dipendenze, un “nuovo” disagio psicologico. La sport addiction rappresenta, più propriamente, un’ulteriore forma in cui può esprimersi una dipendenza compulsiva legata, in quanto tale, ad un più ampio disagio psicologico che può trovare, nella pratica sportiva così come in altre modalità comportamentali, una propria modalità di espressione. La sport addiction, inoltre, si differenzia sia da una semplice forma di sovrallenamento (un abuso di esercizio fisico che sovraffatica l’organismo senza concedergli il tempo necessario per recuperare), che di banale “fissazione” per lo sport dove ancora prevalgono i benefici ad esso associati. Nella sport addiction invece la persona, pur riconoscendo l’irrazionalità del proprio comportamento, si sente in qualche modo obbligata a reiterare il proprio programma di allenamento per gestire forme di tensione e ansia (si parla di vere e proprie sindromi di astinenza dopo appena 36-48 ore) e tale pratica va a sottrarre tempo ed energie ad altre attività sociali e relazionali rischiando di interferire pesantemente con altri ambiti della propria vita relazionale, sociale o lavorativa.

 

La sport addiction e altri disagi psicologici

La sport addiction come condotta compulsiva volta a controllare vissuti ansiosi e potenzialmente disorganizzanti si associa spesso ad altre forme di disagio psicologico, prime fra tutte le problematiche alimentari come l’anoressia nervosa nelle ragazze e quelle connesse ad disturbi nella percezione corporea per la così detta “bigoressia” nei ragazzi. Qui la pratica sportiva compulsiva, portata avanti fino allo strenuo delle forze anche a dispetto di problemi fisici o controindicazioni mediche, rappresenta uno dei mezzi per mantenere un illusorio senso di onnipotente controllo sul corpo e la sua estrema magrezza da un lato, o la sua muscolosità dall’altro.

 

Sport addiction e cambiamento

La sport addiction, come qualunque altra forma di comportamento disfunzionale, non è di per se stessa una malattia da curare, ma una condotta sintomatica che cioè segnala un disagio psicologico sottostante di più ampia portata e che si pretenderebbe illusoriamente di controllare attraverso la compulsione all’esercizio fisico. Ecco perché una sospensione o una normalizzazione della pratica sportiva spesso non è il punto di partenza ma di arrivo di un più ampio processo di cambiamento psicologico che può efficacemente giovare di un percorso psicoterapeutico.

 

Fonte immagine: Steve Tolcher