Pokemon Go: la nuova mania tra rischi e benefici

Avrete tutti ormai sentito parlare, almeno una volta, di Pokemon Go. Qualcuno di voi forse vi gioca. Ma cos’è Pokemon Go e quali sono i suoi rischi e - se ci sono - i benefici?

Pokemon Go: la nuova mania tra rischi e benefici

Ormai non vi è più ragione di farne mistero, Pokemon Go entrato ufficialmente in Italia tra il 15 ed il 16 Luglio 2016, è un videogame per smartphone della casa produttrice di giochi virtuali, Nintendo.

Passando dal Tamagoci al Nintendo Wii (a cui ammetto di aver giocato da ragazzina) si è arrivati al Pokemon Go.

2 le indubbie novità del nuovo gioco nipponico: la prima è che il gioco può essere portato ovunque essendo sul proprio smartphone; la seconda è la realtà aumentata, ovvero i pokemon sono visibili tramite fotocamera smartphone come se fossero presenti nel mondo reale.

Ma vediamo gli eventuali rischi, ma anche i benefici di questo nuovo videogioco virtuale già famoso.

 

Pokemon Go: risvolti psicologici ed eventuali rischi

TechCrunch dichiara che 7,5 milioni di persone hanno effettuato negli Stati Uniti il download dell’app. Il primo segno di perplessità nasce quindi dalla popolarità del gioco.

È lecito pensare che se un semplice gioco per smartphone riceve un così grande consenso fra i giocatori, al punto da essere scaricato in massa, evidentemente tocca delle corde profonde e precise della psiche umana.

Uno di questi è il sistema a premi, reward, su cui si basa il gioco. Il comportamentismo ci insegna che ricevere un rinforzo positivo a seguito di un atteggiamento aumenta la probabilità di emissione del comportamento stesso; inoltre i sistemi di reward rilasciano a livello cerebrale un neurotrasmettitore (dopamina) che dà una sensazione di benessere psicofisico. Attenzione, sono gli stessi sistemi coinvolti nelle dipendenze!

Uno dei rischi potenziali più gravi sul piano psicologico, e non solo, è proprio quello della confusione che si crea fra realtà (vera) e realtà aumentata; pensiamo ad esempio a coloro che tendono con fatica a distingure realtà e fantasia (che sono i sintomi di una psicosi).

Non vi è più ragione nemmeno di far mistero sui rischi fisici di Pokemon Go: la cronaca narra di eventi tragici e grotteschi, come ragazzi investiti da auto nella ricerca del pokemon da catturare, avendo dimenticato di guardare prima di attraversare la strada, persone accalcate in massa a Central Park per catturare un pokemon raro, incidenti alla guida a causa della distrazione del conducente intento a giocare.

Verità o leggenda, c’è ragione di credere che la perplessità sia più che legittima. L’atteggiamento di Pokemon Go è di omologare la massa che insieme si precipita in qualche luogo alla ricerca di Pokemon o che si sfida per conquistare le palestre.

Tutti omologati nella stessa postura (occhi sul telefonino) e con lo stesso scopo, catturare il pokemon in una realtà aumentata in verità inesistente.

 

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Pokemon Go: i benefici

Mettendo da parte lo scetticismo - ma solo per pochi minuti! - possiamo pensare che potrebbero esserci anche risvolti positivi nell’uso di Pokemon Go.

La realtà aumentata sembra avere degli effetti benefici sulla depressione, sull’ansia e sul PTSD (disturbo post traumatico da stress).

Molti sono i post di ragazzi su Twitter che riportano di essere riusciti grazie a Pokemon Go ad uscire nuovamente di casa ed esplorare l’ambiente e nel caso anche ad entrare in contatto anche con altri giocatori.

Ovviamente però, questi strumenti possono essere anche utilizzati a scopo “terapeutico” ma non sono certamente e non possono essere gli unici strumenti da usarsi.

Ricordiamo sempre che un intervento psicoterapeutico e il trattamento farmacologico sono gli strumenti necessari per migliorare eventuali condizioni psicopatologiche.

Infine, nell’ultimo minuto di sospensione dallo scetticismo, si poterbbe anche azzardare a dire che Pokemon Go, a differenza di altri giochi virtuali, non è sedentario. Il gioco spesso spinge alla ricerca di Pokemon anche in luoghi distanti, obbligando il giocatore a lunghi percorsi. Almeno in questo modo si riesce a fare un po’ di attività fisica, che all’umore e alla salute non guasta.

Questi “benefici” non erano evidentemente nelle intenzioni dei produttori, sono solo artefizio nostro, prodotti e riflessioni a posteriori dei nostri due minuti di sospensione dello scetticismo.

Concludendo, non è mai banale ribadire l’idea già ben diffusa che le tecnologie e i videogiochi siano degli strumenti il cui effetto benefico o meno dipende dall’uso che se ne fa. Aggiungiamo inoltre che l’uso che se ne fa, e quindi l’effetto più o meno benefico che se ne può trarre, dipende anche dalla situazione di partenza di ogni persona.

La tecnologia e questi videogiochi, così come alcuni social network, possono essere di beneficio più per le persone che soffrono di disagi psichici, trovando in queste realtà virtuali delle opportunità per entrare in relazione, uscire di casa e sfidare il proprio disagio, che per coloro i quali non presentano questi disagi.

Un uso massivo di questi strumenti potrebbe piuttosto portare ad isolamento e, nella migliore delle ipotesi, a impoverimento della vita sociale reale e del contatto con la realtà stessa.

 

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