Craving: i meccanismi del desiderio incontrollabile

Il craving è uno dei meccanismi centrali della dipendenza: un desiderio incontrollabile che prende il sopravvento. Vediamo come funziona

Craving: i meccanismi del desiderio incontrollabile

La dipendenza è una patologia e questo è un punto che bisogna vere chiaro in mente: si tratta di un meccanismo di funzionamento patologico che prende il sopravvento sulla persona prostrandola del tutto.

Il fulcro di questo meccanismo è la ricerca del piacere (in se stessa o per rifuggire il dolore), o l'ansia come nel caso delle nuove dipendenze.

Il craving è uno di questi meccanismi che subentrano nella gestione della vita dell'individuo. Si ratta di una bramosia incontrollabile e per molti è difficile da comprendere come un desiderio ti possa dominare e non possa esser dominato.

 

La voglia, il desiderio e il craving

Nelle dipendenze tradizionali il soggetto dipendente entra in contatto con una sostanza psicoattiva che irrompe nel circuito della ricerca del piacere e dell'allontanamento del dolore.

La capacità di gestire il dolore è il punto chiave: se siamo preparati anche mentalmente all'idea che il dolore vada gestito non è così per il piacere.

L'allontanamento di qualcosa che ci piace è assolutamente controintuitivo, sia psicologicamente, sia fisicamente. La "voglia", il "desiderio" costituiscono un aspetto di questa ricerca del piacere, ma cosa succede quando sappiamo che abbiamo a disposizione una fonte di piacere? Non lo sfruttiamo?

 

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La bramosia

Una droga è qualcosa che offre e scatena una sensazione piacevole o che allontana il dolore e a livello fisico, fa scattare un circolo vizioso per cui ad un certo punto non serve solo a stare bene, ma semplicemente a ritrovare il proprio equilibrio.

A livello psicologico scatta qualcos'altro, qualcosa che funzione anche nel caso delle nuove dipendenze, dove non ci sono sostanze che agiscono a livello fisico. Il desiderio non riguarda tanto l'effetto, ma il semplice fatto di compiere un gesto (assumere la droga) o il comportamento che crea dipendenza (gioco, shopping, lavoro, ecc..).

Il craving è questo desiderio nella sua forma patologica; non c'è più il piacere alla fine della voglia perché il gesto non provoca più il piacere iniziale, ma c'è solo il desiderio e la necessità di appagarlo.

La persona in preda al craving è assoggettata alla voglia, alimentato inizialmente dalla ricerca del piacere (che è qualcosa da non tenere lontano).

 

Circuiti di pensiero

Il craving può essere studiato e compreso sotto diversi aspetti; uno di questi è considerarlo un circuito di pensiero, una elaborazione cognitiva della realtà basata sul desiderio. Due sono le caratteristiche principali:

  1. la verbal perseveration, cioè una serie di pensieri centrati sul desiderio (voglio, devo, ho fretta di..) che si ripetono e motivano il soggetto a lasciarsi andare alla sua bramosia.
  2. L'esperienza verbale si accompagna alla rievocazione di immagini e ricordi incentrati sulla droga o sul comportamento indipendente con cui anticipare gli effetti (Imaginal prefiguration).

Concentrarsi su questi meccanismi offre anche una prospettiva terapeutica alle dipendenze in linea con i principi della Terapia Cognitivo-Comportamentale.

 

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